Papa Francesco nel discorso consegnato ai vescovi olandesi, in visita ad Limina, ha spronato la Chiesa a essere presente «nel dibattito pubblico», in uno dei paesi in cui è più significativamente messo in discussione l’uomo e la sua natura. L’Olanda, infatti, da ormai molti anni, è uno dei paesi all’avanguardia su tematiche che riguardano la nascita e il fine vita. Basti pensare alla legge sull’eutanasia, che non risparmia nemmeno i bambini, oppure a una società così secolarizzata da essere spesso indifferente persino ai danni che essa stessa si arreca.
IL PRIMATO DELL’UOMO SULLA TECNICA. Nel suo discorso il Pontefice ha ricordato che «la Chiesa con pazienza materna prosegue i suoi sforzi per rispondere alle inquietudini di tanti uomini e donne che sperimentano l’angoscia e lo scoraggiamento davanti al futuro». Perciò, «l’antropologia cristiana e la dottrina sociale della Chiesa fanno parte del patrimonio di esperienza e di umanità su cui si fonda la civiltà europea ed esse possono aiutare a riaffermare concretamente il primato dell’uomo sulla tecnica e sulle strutture. E questo primato dell’uomo presuppone l’apertura alla trascendenza. Al contrario, sopprimendo la dimensione trascendente, una cultura si impoverisce, mentre essa dovrebbe mostrare la possibilità di collegare in costante armonia fede e ragione, verità e libertà. Così, la Chiesa non propone soltanto delle verità morali immutabili, e degli atteggiamenti contro-corrente rispetto al mondo, ma li propone come la chiave del bene umano e dello sviluppo sociale. I cristiani hanno una missione propria per raccogliere questa sfida. L’educazione delle coscienze diventa allora prioritaria, specialmente mediante la formazione del giudizio critico, pur avendo un approccio positivo sulle realtà sociali; si eviterà così la superficialità dei giudizi e la rassegnazione all’indifferenza».
SIATE PRESENTI. Papa Francesco ha voluto esprimere con forza il suo incoraggiamento, spronando i vescovi a non rimanere indifferenti: «Nella vostra società, fortemente segnata dalla secolarizzazione, vi incoraggio anche ad essere presenti nel dibattito pubblico, in tutti gli ambiti nei quali è in causa l’uomo, per rendere visibile la misericordia di Dio, la sua tenerezza per ogni creatura».
FAMIGLIA, MATRIMONIO, FINE VITA. La Chiesa, ha ricordato il pontefice non deve imporsi «per proselitismo, ma per attrazione. Essa è inviata dappertutto per svegliare, risvegliare, mantenere la speranza! Da qui l’importanza di incoraggiare i vostri fedeli a cogliere le occasioni di dialogo, rendendosi presenti nei luoghi in cui si decide il futuro; potranno così portare il loro contributo nei dibattiti sulle grandi questioni sociali riguardanti per esempio la famiglia, il matrimonio, la fine della vita». Il Papa ha quindi esortato ad avere cura dei poveri, presenti anche «in un paese ricco sotto tanti aspetti», a sostenere «la scuola cattolica, fornendo ai giovani una solida educazione», ad avvicinarsi ai giovani con «una catechesi di qualità, che sostenga la loro fede e li conduca all’incontro con Cristo».
VICINO A CHI NON SI AVVICINA. Il Papa ha concluso il suo discorso rinnovando l’auspicio di nuove vocazioni sacerdotali e religiose e ricordando di essere vicini anche a «quelli che non si avvicinano; alcuni di loro sono purtroppo venuti meno ai loro impegni. In modo tutto particolare, desidero esprimere la mia compassione e assicurare la mia preghiera a ciascuna delle persone vittime di abusi sessuali e alle loro famiglie; vi chiedo di continuare a sostenerle nel loro doloroso cammino di guarigione, intrapreso con coraggio. Attenti a rispondere al desiderio di Cristo, Buon Pastore, abbiate a cuore di difendere e far crescere l’unità in tutto e tra tutti».