Chi si azzarda a criticare il metodo e la vicenda Stamina, come ad esempio il premio Nobel per la medicina 2012 Yamanaka, viene spesso tacciato di essere un «servo» e un «farabutto al soldo delle multinazionali». Il ministro della Salute Renato Balduzzi ieri si è visto approvare dal Senato il ddl di conversione del decreto che, per i prossimi 18 mesi, dà il via libera all’uso di cellule staminali mesenchimali ampliando la platea dei pazienti senza dovere ricorrere al giudice ma solo all’interno di «sperimentazioni cliniche controllate, effettuate presso strutture pubbliche». Le regole dovranno essere rispettate.
MERCATO DELLE STAMINALI. Chi chiedeva però pubblicamente a Balduzzi di far rispettare a tutti, quindi anche a Stamina, le regole veniva accusato di essere prezzolato dalle case farmaceutiche. La realtà è l’esatto opposto come spiega oggi sul Corriere il professore e medico Paolo Bianco: «La “cura” [di Stamina] coincide con quello che molti nuovi soggetti commerciali propongono. Il fondatore (e detentore di royalties) della più grande company nata in Nord America per lo sfruttamento commerciale delle mesenchimali sostiene, dalle pagine di riviste scientifiche, che, infuse in vena, queste cellule curino autismo, incontinenza urinaria, paraplegia, Parkinson e altre malattie neurodegenerative, colite, infarto, ictus, artrite e altre 13 malattie. Nessuno di questi usi è riconosciuto o approvato come terapia. Quel che si sa indica piuttosto che alcune cose non sono possibili, che di altre si dovrebbe capire di più, e che ci vorrebbe cautela nello sperimentare sui malati. Lo dicono medici e scienziati che non vendono alcunché».
ELIMINARE LE REGOLE. Al contrario, «i soggetti commerciali in questione premono per indurre i governi ad allentare i meccanismi regolatori e autorizzare il commercio di terapie cellulari senza che sia prescritto di verificarne l’efficacia attraverso trial clinici. Fda ed Ema, che vigilano sulla produzione e il commercio dei farmaci in Usa e in Europa, sono talora dipinti come il principale ostacolo allo sviluppo dell’innovazione». Privati che propongono ai pazienti cure miracolose con le staminali, ma non autorizzate ci sono sempre stati: «Questi casi sollevano sempre polveroni mediatici, la cui funzione è attrarre l’attenzione dei governi e del pubblico, e diffondere l’idea che deregolare il mercato delle “terapie avanzate” coincida con l’interesse dei pazienti, o con la compassione».
E LO STATO PAGA. Ma la verità è che «deregolare il mercato è invece interesse di una costellazione di imprese di nuovo tipo, determinate a creare un mercato nuovo, centrato su malattie senza cura per le quali sia dunque socialmente accettabile anche una cura inefficace». La vigilanza dell’Aifa, nel caso italiano, impedisce che si vendano cure «senza obbligo di provarne l’efficacia», anche perché in Italia «a pagare l’onere economico derivante dall’uso in decine di migliaia di pazienti di terapie inefficaci e mai sottoposte a sperimentazione ricadrebbe sul Servizio sanitario nazionale e dunque sui cittadini». Attenzione dunque a invocare terapie non sperimentate per tutti perché «liberalizzare le terapie compassionevoli (cioè non sperimentate né approvate) coincide con interessi commerciali».