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Intervista a Ignatius Kaigama, arcivescovo di Jos, una delle città nigeriane più colpite dagli attacchi di Boko Haram: «La setta islamica rigetta la cultura occidentale e la cristianità ne fa parte, per questo ci colpiscono. Speriamo che il governo con l'esercito, l'intelligence e la polizia riescano a controllare la situazione, altrimenti le conseguenze saranno terribili»
Un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione in una casa a Mubi, nel nord-est del Paese, dove era in corso la veglia per una delle vittime dell'attentato di ieri. Le persone uccise appartengono al gruppo etnico Igbo, di fede cristiana. La setta islamista Boko Haram ha rivendicato il bagno di sangue
In un'intervista a Newsweek, il terrorista afgano Hafiz Hanif racconta che «la morte dello Sceicco Bin Laden e gli attacchi dei droni hanno dissanguato i nostri vertici», ci sarebbero al massimo una sessantina di uomini rimasti. Ma per il capo dell'intelligence della Polizia di New York l'organizzazione centrale è debole ma restano forti i gruppi locali
L’arcivescovo di Jos, monsignor Ignatius Ayau Kaigama, ha detto a Radio Vaticana che «le chiese sono state distrutte e sono andate perdute delle vite. Non c’è segno che tutto questo possa finire, finché il governo non interverrà in maniera decisiva. Siamo contro la violenza e le rappresaglie, ma molti di noi stanno scappando dal Nord del paese».