
Caro direttore, vorrei farti alcune osservazioni circa quel che sta accadendo a queste accidentate Olimpiadi, che non vogliono avere alcunché di sentimentale. Anzi, mi riferisco ad alcuni piccoli fatti che sono l’indice di una cultura e di un giudizio “diversi” da quelli che solitamente vengono propagati dai “giornaloni” e dai nostri immorali Tg.
Mi riferisco, appunto, al fatto che quasi tutti gli italiani che hanno vinto una medaglia si sono rivolti, riconoscenti, alla propria famiglia ed, in particolare, alla propria mamma ed ai propri nonni, anche se questi ultimi, in alcuni casi, non sono più tra di noi. Questo tenero atteggiamento verso i componenti della propria famiglia è la testimonianza vera e autentica che la cultura del popolo italiano non è quella voluta dal mondo intellettuale e, purtroppo, anche da parte di molto mondo politico, che, in fatto di cultura, è composto da tanti pecoroni. I vincitori delle medaglie hanno abbinato il ricordo di genitori e nonni alla fatica che essi hanno compiuto in questi quattro anni di preparazione ed anche questo contrasta clamorosamente con l’atteggiamento di quei tanti “viziati” che fanno coincidere la libertà con l’happy hour. Dobbiamo ringraziare, quindi, questi nostri atleti ed atlete che, resi saggi dalle loro diuturne fatiche, riescono a ribadire la verità di alcuni valori e di alcuni rapporti insopprimibili.
Ed allora, spero che tutti coloro che, in questi ultimi anni, si sono battuti, di fatto, per distruggere la famiglia così come concepita e proclamata dalla nostra Costituzione, abbiano ad imparare da questi italiani che, faticando, hanno capito che la famiglia rimane il perno che permette il compirsi di ogni impresa umana. Penso all’on. Zan, che dovrebbe capire che in Italia non esiste solo la “categoria” di cittadini da lui creata e che, peraltro, è già ampiamente tutelata nel nostro civile Paese. Penso al “cattolico” Letta, che non ci pensa neppure a prendere almeno in considerazione le preoccupazioni espresse dalla comunità a cui egli appartiene per battesimo e per cultura. Penso a quella parte di Forza Italia che smette di essere liberale e vuole introdurre anche in Italia la dittatura del pensiero unico e che i nostri atleti hanno dimostrato che non è affatto “unico”. Non ho nulla da pensare circa la sinistra, perché oramai non si sa più che cosa sia, anche sui temi delle libertà.
Sempre alle Olimpiadi, si sono verificati due fatti che, a mio parere, sono molto gravi. Due atleti, appartenenti al mondo islamico, si sono rifiutati di gareggiare contro due atleti israeliani. Proprio alle Olimpiadi, che erano nate per assicurare un periodo di tregua ad ogni guerra! Tempi, proprio in questi giorni, si è posto una domanda drammatica: “Chi si inginocchia per i 3464 cristiani massacrati in Nigeria?”. In via molto meno drammatica, mi porrei anche questa domanda: “chi si inginocchia contro il razzismo antiisraeliano?”
Il “pensiero unico” mi pare che taccia su entrambi i fronti. Sia quello positivo per la famiglia e per i nonni, sia quello negativo e razzista. Noi impariamo almeno a non tacere.
Peppino Zola
Foto Ansa