Omofobia, Azione Cattolica: «Recital Bisceglie è la storia vera di un omosessuale che scopre Dio»

Di Redazione
22 Agosto 2013
Riportiamo il comunicato stampa con cui l'associazione ha difeso il recital attaccato dall'Arcigay. «Il timore è che venga ferito il diritto fondamentale alla libera espressione della propria opinione»

Ieri vi abbiamo raccontato la vicenda dello spettacolo “Il mio canto libero (Scegli la vita!)”, andato in scena a Bisceglie che ha sollevato le proteste dell’Arcigay. Il recital – il racconto di una persona omosessuale che, riscoprendo la fede, riscopre la propria eterosessualità – è stato difeso dall’Azione Cattolica Diocesana, che, attraverso il suo presidente diocesano. Antonio Citro, ha diramato il seguente comunicato.

L’Azione Cattolica diocesana esprime la propria solidarietà alla “Comunità Arca dell’Alleanza” circa le accuse di omofobia

L’Azione Cattolica diocesana esprime la propria solidarietà alla “Comunità Arca dell’Alleanza” di Bisceglie circa le accuse di omofobia rivoltele, nell’ambito dell’iniziativa “Musical ed evangelizzazione per le strade e le spiagge” in particolare per la serata svoltasi presso l’Anfiteatro Mediterraneo di Bisceglie: il musical “Il mio canto libero (Scegli la vita!)”.

Condividiamo completamente i contenuti espressi nella serata, principi stessi della Chiesa Cattolica, e ribadiamo quanto detto nel comunicato dell’Arcidiocesi dell’11 agosto 2013 in particolare “il timore, in verità, è che venga ferito il diritto fondamentale alla libera espressione della propria opinione”.

Riprendiamo anche le parole del Santo Padre Francesco “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?”.

Quanto detto afferma senza alcun dubbio, ciò che è avvenuto in quella serata: il racconto di una storia vera di un omosessuale che scopre Dio e in quel caso riscopre anche la sua eterosessualità.

Riteniamo indispensabile confrontarci nel modo più vicino possibile alla realtà delle cose, chi è l’uomo, o meglio chi è la “Persona” oggi! Come si pone, ogni singola persona, di fronte a sé stesso, agli altri, al mondo che lo circonda, poiché il vero disagio attuale è la questione antropologica.

In una ricerca affannosa, vecchia quanto il mondo, si è sempre cercata un’idea di uomo: Diogene per tutta la sua esistenza ripete “Cerco l’uomo”, poi Nietzsche dice che “l’uomo è l’animale non ancora definito”, noi cristiani di oggi diciamo che l’uomo ha una dignità innata che lo rende sacro e realizza pienamente la propria umanità solo nel rapporto di dono e di amore verso l’altro da sé e assimilato a sé dalla comune umanità.

Siamo attenti a non creare il “complesso dell’omofobia”, chiunque presenti e pronunci il termine omosessuale è accusato di essere “omofobo”, cioè nemico delle persone omosessuali; il buon senso non è un optional, non passa di moda, recuperiamolo e facciamolo nostro, con serenità e senza paura.

Confidando in una Chiesa unita in Cristo, e nel dialogo proficuo che non impedisca la libera espressione davvero per tutti, fraternamente salutiamo.

Antonio Citro, presidente diocesano

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4 commenti

  1. fabio

    L’omosessualità non è una malattia, l’omofobia si, pertanto andatevi a curare invece di creare dolore inutile con cure impossibili a poveri disgraziati vittime delle vostri ideologie medievali!

  2. Giovanni

    Scrivono i protagonisti della vicenda: don Domenico Savio Pierro, Responsabile Pastorale Giovanile di Bisceglie e Leonardo Trione, Responsabile della Comunità “Arca dell’Alleanza”: ” La nostra vicinanza e il nostro desiderio di dialogo con chi vive la condizione omosessuale è espressa verbalmente da quanto, come Chiesa, affermiamo decisamente: “l’omosessualità non è una malattia e, perciò non suscettibile di percorsi di guarigione”

    Quindi se non è una malatti ane deduco che vada considerata semplicemente come un comportamento contrario alla morale cattolica, come per un musulmano bere alcool o mangiare maiale.

    Direi che questa sia una posizione ragionevole e condivisibile che dovrebbe chiudere la polemica.

  3. Francesco

    Certo ,indicare l omosessualità come patologia mentale per clichè psicologici non è mica omofobia , non è mica offensivo , figuriamoci .

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