Nomine Rai, Salini chiama i primi due esterni (ma non voleva «valorizzare le risorse interne»?)
«Le nomine approvate oggi in Consiglio di amministrazione rappresentano un segnale forte e importante da parte dell’azienda rispetto alla sua chiara volontà di valorizzare le sue risorse interne». Le ultime parole famose sono dell’ad della Rai Fabrizio Salini, accreditato alla corte di Luigi Di Maio dal grillino Gianluigi Paragone. Parole del 31 ottobre, che avevano salutato con enfasi le nomine di Giuseppe Carboni al Tg1 (quota Cinque Stelle), Gennaro Sangiuliano al Tg2 (quota Lega/Forza Italia), Giuseppina Paterniti al Tg3 (quota Cinque Stelle) e Luca Mazzà al Gr (quota Pd), mentre lo stesso Salini sventolava ai quattro venti il vessillo delle «risorse interne».
Modello confermato con la seconda tornata di nomine, quella del 28 novembre, con Teresa De Santis a Rai1 (quota Lega), Carlo Freccero a Rai2 (quota Cinque Stelle), Stefano Coletta a Rai3 (quota Pd), Alessandro Casarin alla Tgr (quota Lega), Antonio Preziosi a RaiParlamento (quota Forza Italia) e Auro Bulbarelli a RaiSport (quota Lega).
LA RETROMARCIA
Coerenza allo stato puro. Se non che, pochi giorni dopo, Salini – contraddicendo se stesso – ha fatto retromarcia, nominando in gran segreto i primi due “esterni” della sua gestione e aprendo le porte di viale Mazzini (con tanto di stanze al settimo piano) a Marcello Giannotti e Alberto Matassini: due “esterni”, che arrivano rispettivamente da un’agenzia di comunicazione e da una casa di produzione.
CHI È MARCELLO GIANNOTTI
Il primo è Marcello Giannotti, classe 1964, giornalista e autore, ex responsabile dei progetti di spettacolo per MN Italia, agenzia indipendente di comunicazione. Alle spalle gli studi in Scienze politiche e l’attività di ufficio stampa per Tim, Fascino, Sugarmusic, Sky, Clan Celentanto, Giffoni Experience e – occhio al dettaglio – per Stand by me: la società di Simona Ercolani, area Pd, da dove – forte del suo 5 per cento di azionariato, ceduto in corsa con una transazione mai pubblicamente verificata – arrivava proprio Salini. Stand by me che, per la cronaca, continua a fornire a Rai3 prodotti come Dottori in corsia e Prima dell’alba, con il favore di Stefano Coletta, da sempre estimatore dei format della Ercolani.
LA RADIO CON PUPO
Giannotti è stato anche autore di libri, dedicati soprattutto alla musica, e di due programmi radiofonici, condotti entrambi da Pupo, Passato contro Futuro e Attenti a Pupo, in onda su Radio1 anni fa. Curriculum rispettabile, scorrendo il quale, però, si coglie l’assenza di esperienze televisive, “core business” per fatturati della Rai.
CHI È ALBERTO MATASSINI
Di natura diversa è il profilo del secondo “esterno” dell’era Salini, Alberto Matassini: di lui si sa poco o nulla, se non che tra i titoli vantati – e che lo hanno spinto verso il settimo piano del Palazzo – c’è quello di essere stato direttore amministrativo della Fandango, casa di produzione e distribuzione cinematografica e televisiva fondata da Domenico Procacci.
NIENTE “JOB POSTING”
Tanto per Matassini quanto per Giannotti il solerte direttore del personale Luciano Flussi avrebbe già sfornato due contratti “triennali” da dirigente, con tutti i benefit che si possono riconoscere a due “amici di famiglia”: tanto amici che l’ad Salini ha pensato bene di sottrarli alla dura pratica del “job posting”, che avrebbe rischiato di sbarrare loro la strada. E, allora, avanti con l’operazione “porte aperte agli esterni” con una certezza su tutte: finché c’è Salini, c’è speranza.
Foto Ansa
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