La nomina di Freccero in Rai? Azzoppata non da una ma da due leggi
Dalle “stelle” allo stallo per l’amministratore delegato di Viale Mazzini, Fabrizio Salini, che continua a brancolare nel buio, senza portare a casa la complicata nomina di Carlo Freccero alla direzione di Rai2: nomina che sta togliendo il sonno all’ufficio legale e alla direzione del personale Rai, alle prese con un rompicapo sempre più difficile da risolvere.
A dare un’occhiata alle carte, il problema sarebbe tutto di natura normativa: il “pentastellato” Salini (o qualcuno del suo staff) nei giorni del “fantapalazzo”, quando imperversava la caccia al sostituto dell’uscente Andrea Fabiano, non si sarebbe nemmeno posto la domanda: un dipendente in pensione può essere richiamato a lavorare per l’azienda (pubblica, nello specifico) dalla quale è stato collocato a riposo?
Se l’avesse fatto nei tempi dovuti, avrebbe scoperto che ci sono ben due articoli di legge, destinati a sbarrare la strada a Freccero verso Rai2, fino a trasformare la sua chiamata in una “nomina a tempo”.
COSA DICONO LE NORME
Le due leggi in ballo sono la 135 del 7 agosto 2012 (governo Monti) e la 114 dell’11 agosto 2014 (governo Renzi): numeri che diranno poco ai più, ma che a Salini e ai suoi stanno dicendo molto in queste ore.
La prima legge vieta alle pubbliche amministrazioni «di attribuire incarichi di studio e di consulenza a soggetti, già appartenenti ai ruoli delle stesse e collocati in quiescenza, che abbiano svolto, nel corso dell’ultimo anno di servizio, funzioni e attività corrispondenti a quelle oggetto dello stesso incarico di studio e di consulenza».
La seconda legge fa di più, estendendo il divieto a «lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza» e sancendo che gli incarichi e le collaborazioni sono consentite «esclusivamente a titolo gratuito e per una durata non superiore a un anno, non prorogabile né rinnovabile».
UN ANNETTO E TANTI SALUTI
Orbene, come sosterrebbe qualcuno in punto di diritto, il combinato delle due leggi non lascerebbe, di fatto, spazio all’interpretazione. L’effetto per l’ad Salini sarebbe di avere davanti una sola possibilità: nominare sì Freccero alla direzione di Rai2, ma tenerlo lì per un anno e non oltre. Come a dire: mi faccio passare un capriccio, ma tra un anno sono da capo a dodici.
Scenario che a Viale Mazzini farebbe il paio con le voci di corridoio secondo le quali lo stesso Freccero avrebbe sussurrato di voler fare il direttore «per un annetto e poi andar via», più consapevole degli altri di non poter fare di più per legge.
UN MANDATO INUTILE?
Intervistato tempo fa dal Corriere della Sera, l’incerto Salini aveva confessato di conoscere e stimare Freccero da anni: «Carlo Freccero rimane un punto di riferimento della tv italiana e può continuare a scrivere pagine di futuro per la tv». Vero.
Ma, a questo punto, di “pagine di futuro per la tv” Freccero potrebbe scriverne solo 365. Poche. Anche perché il mandato di un anno non permetterebbe a un direttore di rinnovare una rete col respiro che merita. Per giunta, se Freccero sedesse da domani sulla poltrona di direttore di Rai2, potrebbe mettere becco solo nel palinsesto estivo e in parte in quello della prossima stagione, dovendo poi passare la mano, con tutto quello che ne conseguirebbe. Allora la domanda ce la siamo fatta noi: nulla togliendo al curriculum di Freccero, siamo sicuri che il gioco valga davvero la candela? Forse no. A meno che dal cilindro di Salini non esca una soluzione alternativa, stavolta a prova di legge.
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