Niger, 45 chiese bruciate da estremisti islamici. Vescovo: «Solo la cattedrale resta in piedi, ma per quanto tempo?»
Domenica a Niamey, in Niger, non è stata celebrata la Messa. I vescovi della Chiesa cattolica hanno scritto a tutte le parrocchie chiedendo «di sospendere la celebrazione eucaristica». È la prima volta nella storia del Paese che un simile comunicato viene redatto.
Ben 45 chiese sono state bruciate da una folla di musulmani, 10 cristiani sono rimasti uccisi. Anche le comunità di alcune congregazioni religiose sono state prese di mira e a Zinder circa 300 persone hanno cercato rifugio in un campo militare.
«RESTANO SOLO MACERIE». «Siamo ancora sotto shock», ha dichiarato alla sezione francese di Radio Vaticana il vescovo di Niamey, Michel Cartatéguy. «Dodici chiese su 14 sono state completamente saccheggiate, distrutte, profanate. Tutto è stato bruciato, non resta più niente, tutto ora è un ammasso di cenere e macerie». «Solo la cattedrale è ancora in piedi – continua – ma per quanto tempo?».
Il vescovo ha riunito ieri tutti i sacerdoti e i responsabili delle comunità ecclesiastiche «per pregare in silenzio e meditare sull’amore che si deve anche al nemico. Forse stiamo per vivere l’agonia di Gesù nella nostra stessa carne».
«NASCOSTI DAI MUSULMANI». Monsignor Cartatéguy non vuole sentire condanne verso l’islam: «Qui abbiamo testimonianze forti di solidarietà da parte della comunità musulmana», spiega. «Molti religiosi che hanno perduto tutto sono stati protetti e si trovano ancora al riparto all’interno di famiglie musulmane. Noi non abbiamo niente contro la comunità musulmana e mai qui abbiamo avuto problemi con loro». Ora però «le autorità devono proteggerci da questa gente che è stata manipolata. Stanno cercando i cristiani che sono nascosti in città».
LIBERTÀ RELIGIOSA. Oltre il 98 per cento della popolazione del Niger è musulmana. La Costituzione del 2010 però garantisce la libertà religiosa e la fa rispettare. Non a caso la piccola comunità cattolica è molto stimata per la sua gestione di scuole e centri sanitari. Il fondamentalismo islamico però resta una minaccia, soprattutto a causa dell’influenza dei Paesi confinanti, come la Nigeria, dove Boko Haram sta crescendo in modo esponenziale.
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2 commenti
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Bene questo è il frutto avvelenato delle vignette! Una provocazione oscena, volgare e gratuita che serve solo a scavare fossati invece che gettere ponti tra i popoli!
Non sono i cristiani responsabili di quelle vignette ingiuriose e blasfeme, anzi il loro stesso culto è vittima di questa cosiddetta “satira” ma questo nei deserti africani non lo sanno, in Pakistan non lo sanno: qui in Occidente molti non sanno quali obbrobri ha pubblicato questa “rivista” contro la fede cristiana! Alla fine a rimetterci sono dei disgraziati che non c’entrano nulla su cui si sfoga la rabbia di questi assatanati.
Ma i fautori dello scontro questo lo sanno benissimo, lo vogliono per svergognare i musulmani di fronte al mondo o per provocare una guerra chissà.
Dico solo una cosa: nel mondo ci sono un miliardo e seicento milioni di musulmani di cui venti milioni nell’Europa occidentale e un milione e mezzo in Italia, la popolazione dell’Occidente ammonta a 800 milioni di persone: sarà un bagno di sangue se si procede su questa china. Ci viene presentata come una lotta per il diritto alla libertà di espressione… ma non è piuttosto questa licenza di offendere, dileggiare? Ma se si fosse trattato di una vignetta razzista o omofoba sarebbe stato invocato lo stesso diritto? Pensateci se il diritto di disegnare una vignetta volgare con il profeta Maometto piuttosto che con il messia Gesù è la vostra battaglia, e pensate quanto sangue innocente, cristiano o musulmano, siete disposti a far scorrere in nome di “Charlie Hebdo”. Questo è una domanda che dobbiamo porci tutti
Buona serata…
Iskander, forse, le cose si fanno più chiare, adesso e così, ciò che sfuggiva dai suoi riferimenti a proposito di altri argomenti comincia a chiarirsi. Insomma, dagli e dagli… Sotto sotto… Lei tifa per le cose che sembrava lei vedesse criticamente. e se permette, anche in modo più serio: mentre ora pavenat un’apocalisse che detta dai ‘moderati’ islamici, anche da loro, suona cpome una minaccia. o vi sta bene o noi siamo qua e siamo sempre di più.
Dunque, se per lei, Iskander, grazie all’esempio preclaro dell’Impero britannico e di quello francese, bensì non per volontà dell’Ue e dei suoi padri nobili e fratelli massonici in unità d’intenti e affari e affetti con i multimiliardari sceicchi arabi armati di ricatto petrolifero, ma per dedisione del Congresso U.S.A. o per l’effetto a distanza, telepaticamente stregonesco del modello amerciano del melting pot, ci siamo messi in casa una trentina di milioni di islamici nel giro di una trentina d’anni, è tutto okay, direbbe mr. Obama.
Il problema? Dodici vignette. Ah! Un misfatto inaudito, una provocazione intollerabile, uno sfregio orrendo, con quel Maometto con una sola lacrima sul viso! Il prezzo? Le nostre libertà. Che volete sia!
Perchè non siamo più liberi – non come prima che gli islamici, trenta milioni, venissero qua insegnarci il rispetto nei modi dovuti. Non siamo più liberi,
– oggi, di arrabbiarci e basta, di indgnarci e stop, per vignette idiote;
– domani, in Ue come in tutto l’Islamistan, sarà blasfemia ritenere Maometto un non-profeta – non dico altro per non metterla in pericolo, io mi ci sono già messo da solo -;
– e ritenerlo un fomentatore di guerre scatenate da lui in vita e delegate, alla sua morte, ai suoi successori, che misero a ferro fuoco l’Oriente e l’Occidente;
– blasfemia non ritenere l’Islam la ‘religione naturale dell’umanità’;
– blasfemia l’apostasia dall’Islam.
Potrebbe almeno dire, Iskander, se l’ondata migratoria incessante, i ricongiungimenti familiari illimitati, lo jus soli come ulteriore incentivo a venire qui a arrabbiarsi in loco contro le offese subite da gente così suscettibile bastano a lei per sentire che tutto procede come vuole Washington, piuttosto che altri, se non l’ex impero britannico, quello francese e quello russo. Certo, non le ha dette finora, queste cose e quindi, non c’è motivo di pensare che lei possa farlo mentre trascorre la sua serata pensando a altre domande che vuole porre a chi ‘combatte’ una battaglia civile che non è la sua.