New Hampshire, vince ancora Romney. Secondo Paul, male Santorum
Le primarie del Partito repubblicano nel New Hampshire hanno confermato in pieno i sondaggi della vigilia che davano Mitt Romney come superfavorito. L’ex governatore del Massachusetts si è aggiudicato la prima posizione con il 40 per cento delle preferenze stando ai risultati relativi al 95 per cento delle schede scrutinate. Al secondo posto è arrivato Ron Paul con il 23 per cento delle preferenze seguito dall’ex ambasciatore in Cina Jon Huntsman, con il 17 per cento. Quarto Newt Gingrich, ex presidente della Camera dei rappresentanti federale, che si è fermato al 10 per cento circa, precedendo di poco la sorpresa dello Iowa, il cattolico italo-americano Rick Santorum: otto giorni fa l’ex senatore della Pennsylvania era stato superato in extremis da Romney per soli otto voti, ma in New Hampshire non è andato oltre un modestissimo 9 per cento. Fanalino di coda il governatore texano Rick Perry il quale, giunto penultimo nella precedente consultazione, era stato sul punto di abbandonare la contesa elettorale per poi ripensarci, ma di fatto rinunciando a lottare nello Stato del New England: a lui è andato appena lo 0,7 per cento dei suffragi.
Ora la lotta si concentra sul prossimo turno, le primarie nella North Carolina del 21 gennaio. La duplice vittoria di Romney è un chiaro segnale ai suoi avversari interni, che nei giorni a cavallo delle due votazioni avevano cercato in ogni modo di demolirlo a suon di critiche. Ha reso invece, e molto, la sua strategia di comunicazione, imperniata sul superamento della crisi economica in atto: stando agli exit poll, infatti, l’85 per cento degli elettori del New Hampshire sono andati alle urne avendo bene in mente l’economia e il deficit di bilancio da record, con tutti i relativi problemi.
Resta il fatto che, in base ai risultati di un sondaggio dell’istituto demoscopico “Ipsos” resi noti ieri, il presidente in carica e candidato democratico, Barack Obama, si conferma saldamente in testa con il 47 per cento delle intenzioni di voto, pur avendo visto calare dall’8 al solo 5 per cento il proprio vantaggio, rispetto a un mese fa, nei confronti del più probabile sfidante repubblicano: quest’ultimo rimane per l’appunto Romney che, con il 30 per cento complessivo, vede impennarsi le sue quotazioni rispetto al 18 per cento di dicembre, e stacca nettamente tutti i rivali.
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