Negli Stati Uniti la sfiducia verso giornali e tv è sempre più cieca
Poche ore prima del suo tweet sui giudici che bloccano i trasferimenti di clandestini in Albania che tanta agitazione ha causato sulla scena politica italiana, Elon Musk ha postato un grafico elaborato sulla base di una recentissima indagine Gallup sul gradimento che i media tradizionali (giornali, radio, canali televisivi) incontrano presso il pubblico americano. Il dato è clamoroso: la percentuale di cittadini degli Stati Uniti che hanno moltissima o parecchia fiducia nei mass media ha toccato il minimo storico dal 1972, ossia da quando Gallup svolge questo genere di inchieste, sprofondando al 31 per cento del totale. Il 36 per cento degli americani non ha nessuna fiducia in giornali e tv, il 33 per cento ne ha poca.
Trust in the legacy media is rightfully at an all-time low and declining.
— Elon Musk (@elonmusk) November 12, 2024
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Quando il sondaggio fu effettuato per la prima volta nel 1972, gli americani che avevano molta fiducia nei mass media erano il 68 per cento, cioè più del doppio di oggi. Un quarto di secolo dopo (1997) il dato era sceso al 53 per cento, e nel 2004 per la prima volta era sceso sotto la maggioranza assoluta, con un valore del 44 per cento. Da allora è proseguito il lento scivolamento verso il dato attuale, che vede meno di un americano su tre fiducioso sull’affidabilità dei media.
Le differenze tra orientamenti politici e fasce di età
Il tasso di fiducia varia molto a seconda dell’affiliazione politica degli intervistati, coi democratici molto più inclini dei repubblicani a mostrare apprezzamento per i media tradizionali, ma a risaltare è anche il fatto che in tutte e tre le categorie politiche prese in considerazione (democratici, repubblicani e indipendenti) la fiducia nei confronti dei media è da tempo in flessione. Fra i repubblicani attualmente ad avere molta fiducia in stampa e tv è solo il 12 per cento, fra gli indipendenti il 27 per cento e fra i democratici il 54 per cento. Nel 2018, cioè appena sei anni fa, i repubblicani stavano ancora al 21 per cento, gli indipendenti al 42 e i democratici al 76.
L’analisi per fasce d’età dà risultati simili: gli anziani si fidano dei media tradizionali più dei giovani, ma in tutte le classi d’età la fiducia è diminuita col passar del tempo, anche se la fiducia degli anziani è calata meno vistosamente di quella dei giovani e delle classi d’età mediane. Calcolando il valore medio del periodo 2022-’24, mostrano apprezzamento per stampa e televisioni il 43 per cento di chi ha più di 65 anni, il 33 per cento di chi ne ha fra i 50 e i 64, il 26 per cento di chi ne ha fra i 30 e i 49 e di chi ha fra i 18 e i 29 anni.
Se risaliamo a quasi un decennio fa, cioè al 2013-15, gli ultra65enni stavano al 48 per cento (5 punti in più), quelli fra i 50 e i 64 anni stavano al 45 per cento (12 punti in più), quelli fra i 30 e i 49 anni stavano al 37 per cento (11 punti in più) e i giovani fra i 18 e i 29 anni stavano al 38 per cento (12 punti in più).
Se si incrociano i dati delle classi d’età con quelli partitici, si scopre che il gap generazionale è fortissimo all’interno dei democratici: fra di loro gli ultra65enni si fidano dei media tradizionali per il 74 per cento, mentre i 18enni-29enni si fidano solo per il 31 per cento. Dunque mentre nella popolazione generale il divario fra giovani e anziani è di 17 punti percentuali, all’interno dei democratici è di addirittura 43 punti.
Il confronto con le altre istituzioni
L’ultima parte dell’annuale inchiesta della Gallup analizza e classifica la fiducia degli americani in relazione a «10 istituzioni politiche e civiche coinvolte nei processi democratici». Della lista fanno parte, oltre ai media, le amministrazioni locali, il governo dello Stato della federazione del cittadino interpellato, il popolo americano nel suo insieme, il potere giudiziario compresa la Corte suprema degli Stati Uniti, i politici che concorrono nelle elezioni o che hanno responsabilità di governo, il governo federale nelle sue attività di livello internazionale, il potere esecutivo (cioè il presidente), il governo federale nella sua gestione delle questioni interne, il potere legislativo (cioè Senato e Camera dei rappresentanti).
Neanche a dirlo, i media sono gli ultimi della classifica di chi ha moltissima o parecchia fiducia nelle istituzioni, e sono i primi nella classifica di chi non ha nessuna fiducia. L’istituzione che registra il dato migliore sono le amministrazioni locali (67 per cento di consensi), seguite dai governi degli stati (55 per cento) e dal popolo americano quando giudica di politica (54 per cento). Al penultimo e al terz’ultimo posto, subito sopra i media, si trovano il potere legislativo (34 per cento) e il governo federale impegnato nelle questioni interne (37 per cento).
Anche sotto questo aspetto è interessante analizzare le risposte sulla base dell’affiliazione politica. Si scopre che fra i democratici l’istituzione più apprezzata (82 per cento di giudizi positivi) è l’”executive branch”, cioè l’amministrazione presidenziale, che al tempo del sondaggio era incarnata dal democratico Joe Biden, mentre l’istituzione più detestata (solo 24 per cento di giudizi positivi) è il potere giudiziario, del quale fa parte la Corte suprema i cui giudici in maggioranza sono stati nominati da presidenti repubblicani. Fra i repubblicani le cose stanno esattamente al contrario: l’amministrazione presidenziale è l’ente meno apprezzato (9 per cento appena di giudizi positivi) e il “judicial branch” quello più apprezzato (71 per cento).
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