Contenuto riservato agli abbonati
Il memorandum d’intesa fra Turchia, Svezia e Finlandia sulle estradizioni di curdi accusati di terrorismo, sul non sostegno dei due paesi nordici a Pkk, Ypg e movimento Hizmet Gülen e sull’abrogazione dell’embargo sulla vendita di armi svedesi e finlandesi ad Ankara è sufficientemente vago da permettere a Erdogan di cantar vittoria, e contemporaneamente ai governi dei due paesi europei di affermare che non hanno ceduto su princìpi irrinunciabili in materia di diritti umani.
Altri summit e altri negoziati seguiranno, e finché la candidatura alla Nato di Svezia e Finlandia non verrà formalmente accolta, il regime turco potrà nuovamente agitare l’arma del veto se non gli saranno fatte le concessioni che chiede; a esse sono di fatto collegate anche richieste di natura politica e di forniture militari agli Stati Uniti, che pesano sul via libera di Ankara all’ingresso dei due nuovi paesi nella Nato tanto quanto le questioni legate ai curdi e agli oppositori turchi dell’Hizmet.
...
Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno