Ogni Natale capita dentro una strage di innocenti. E noi vorremmo aspettare Gesù con la stessa speranza dei cristiani iracheni
«Abbiamo scelto con cura l’obiettivo. Vogliamo far provare ai militari il nostro stesso dolore». In realtà i talebani che con questo glaciale messaggio hanno rivendicato la strage di bambini e ragazzi in una scuola, non hanno nemmeno idea di cosa sia il dolore. Sono così lontani dalla vita che non è più possibile riconoscere in loro segni di un’umanità dove dolore e odio non si identifichino con la stessa esperienza di sé. D’altronde, anche il Salvatore del mondo è nato dentro un mondo umanamente stravolto. Dentro un mondo così, tale e quale al nostro, più o meno talebano, dove l’umano è quotidianamente sfregiato, calpestato, ucciso.
Il Salvatore è nato dentro una strage di innocenti. È curioso. Ogni Natale capita al cospetto di una violenza e di un cinismo glaciali. È sempre stato così. Anzi, tutto è cominciato così. Cosa avrebbero potuto riferire a re Erode gli sgherri inviati dallo stesso re ad ammazzare i bambini di Betlemme? «Abbiamo scelto con cura l’obbiettivo».
Eppure Gesù è nato. Eppure né il potere di allora, né quello attuale può impedire che circoli la notizia di questo “Re dei Re” venuto a compiere la profezia di Michea. In effetti, narrano i Vangeli, «Gesù nacque a Betlemme di Giudea» mentre «Erode… mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù». Narrano ancora i Vangeli che «allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: “Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più”».
Siamo ancora lì. Nella strage e nel dolore innocente. Nell’ora in cui l’annuncio che pretende di salvare il mondo scocca alla stessa ora del dolore innocente. Nella stessa ora in cui il mondo, detto alla Shakespeare, pare una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, che non significa nulla. E anche nel bene, nel positivo, nella bontà, detta alla Dostoevskij, sembra che tutto finisca in un’idiozia.
È curioso. Non sappiamo dire perché, ma sentiamo che la nascita di Gesù è l’unico fatto di questo mondo che continua a destare stupore e mistero, curiosità e attesa. E perciò persecuzione da parte dei poteri piccoli e grandi. Dei poteri alla Erode e di quelli alla Cesare.
Può venire il Messia da quel “buco” di Betlemme? Può venire la salvezza da un bambino, dall’essere più fragile del mondo e, per di più, nato 2014 anni fa? Oggi che il potere del mondo sembra stabilirsi definitivamente sulla roccia della violenza aperta o obliqua; terrorismo ed eserciti da una parte, pensiero unico e conformismi dall’altra, guardiamo cosa succede in quelle tende piantate in Kurdistan, enumeriamo le schiere dei martiri, ascoltiamo il vescovo di Mosul, pastore di cristiani senza più casa e senza più niente. «Noi aspettiamo che Gesù bambino ci dia la forza di continuare a vivere la fede e tutto ciò che la fede chiede».
Vorremmo aspettare Gesù bambino così anche noi.
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4 commenti
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Che strano, il Papa dice cose importanti sul malcostume nella Chiesa, arrivando ad elencarne i 15 peccati mortali, e Tempi nemmeno se ne accorge!
Ogni volta che il Buon Francesco, invece di cercare ostinatamente la pagliuzza negli occhi altrui, vede ed indica le travi negli occhi di tanti Cattolici, Tempi non trova nemmeno un angolino nella rivista, per dargli voce.
Non è che quello che succede a Mosul non sia importante, ma un pò di attenzione anche a quello che succede a Roma, proprio no?
Senti, caro multinick, non è che se non sono tutti in malafede come te, ti devi disperare, eh !
Tu continua a leggere Repubblica ecc ecc, che Tempi fa benissimo a seguire il Papa senza seguire i diktat di chicchessia. che a te di seguire il Papa e la Chiesa te ne importa meno di zero !
Certo che tocca sorbirsi commenti così vuoti e insulsi sotto questo bellissimo articolo di Amicone !
“«Noi aspettiamo che Gesù bambino ci dia la forza di continuare a vivere la fede e tutto ciò che la fede chiede».
Vorremmo aspettare Gesù bambino così anche noi.”
E le vostre traverse olimpioniche quando le vedrete?
“Natale anche a Roma” sembra il titolo di una commedia di Vanzina, lo story board è il solitoe sula stesso refrain del titolo: “Perchè non parliamo d’altro’?’, qualunque cosa scriva “Tempi.it”, gli si vorrebbe dettare agenda e linea editoriale. Cosa che non sorprende, visto che questo genere di recriminazioni viene da gente che non vorrebbe che le Sentinelle In Piedi tacessero quanto desidera che tutti gli altri cattolici non parlassero e non esistessero come presenza pubblica: dimenticando, così, gli stravolgimenti, le libere interpretazioni dei fatti e scritti della Chiesa cattolica e la pressoché nessuna notizia passata sulle Sentinelle In Piedi, calunniate e svilite anziché no dalla quasi totalità dei media.