Napoli, crollo Galleria Umberto, è morto il ragazzo colpito dai calcinacci
È stato vittima dell’incuria in cui le amministrazioni lasciano la sua città, ma si è sacrificato per mettere in salvo almeno la vita dei suoi amici: è morto Salvatore Giordano, 14 anni, il napoletano che sabato scorso, il 5 luglio, è stato all’improvviso colpito da un crollo di calcinacci dalla Galleria Umberto I, nella centralissima via Toledo. Salvatore era stato ricoverato da sabato all’ospedale Loreto Mare, dove si sono susseguite le fiaccolate di sostegno dei suoi amici e concittadini.
GLI AMICI: «CI HA SALVATI». È stata una coincidenza a condurre sabato scorso Salvatore con i suoi amici alla Galleria Umberto. Inizialmente il gruppetto era diretto al Vomero, ma poi hanno cambiato idea e optato per dirigersi al lungo mare attraverso il centro città. Uno degli amici ha ricordato: «Al momento del crollo, avvenuto sabato scorso nella centralissima via Toledo piena di gente accorsa per i saldi, Salvatore si stava specchiando nel display. Lui aveva la “fissa” dei capelli. E ha visto il crollo delle pietre. È riuscito in una frazione di secondo a spingere via noi, ma lui non ce l’ha fatta. Colpito in pieno». Ricordo confermato anche da un altro amico, Genny: «Salvatore era buono, generoso. Pure prudente, attento. E ci ha salvato».
IL PRECEDENTE A MAGGIO E L’INCHIESTA. Il punto in cui i calcinacci sono crollati all’improvviso sulla testa del ragazzo, per altro, è quasi lo stesso in cui lo scorso 12 maggio sono crollate pietre di tufo e calcinacci, sempre all’interno della Galleria e davanti a due negozi affollatissimi, Sisley e Zara. A maggio fortunatamente non ci sono state vittime, ma il tratto di Galleria fu solo transennata e riaperta al pubblico poco dopo. Ora la procura di Napoli ha avviato un’inchiesta, che però non si prospetta facile: se sono stati già acquisiti, da una parte, i fascicoli dei sopralluoghi e degli interventi dell’Ufficio tecnico del Comune (competente per la manutenzione della Galleria), dall’altra parte è vero che il monumento è suddiviso tra numerose proprietà, che ora è facile immaginare giocheranno a scaricare le responsabilità gli uni sugli altri. Gli amministratori di due condomini adiacenti al crollo, il civico 7 di piazzetta Matilde Serao e il 310 di via Toledo, sono stati già sentiti ieri e ai pm hanno detto che la responsabilità dei controlli spettava al Comune. A quanto si è appreso, inoltre, starebbe emergendo che il vano della Galleria da cui precisamente si sono staccati i calcinacci apparterrebbe proprio allo stesso Comune, che lo avrebbe usato per custodire le masserizie dell’ex custode del monumento.
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