«Negli utlimi giorni ci sono stati contatti tra Bersani e Monti. Ieri i due si sono incontrati, hanno concordato una sorta di patto di non belligeranza da rispettare in campagna elettorale e hanno convenuto che l’avversario comune è Berlusconi». Inizia così l’articolo di Repubblica che oggi parla di un possibile accordo tra i due leader (il titolo è, infatti, “Incontro tra Bersani e Monti per cercare un’intesa: ‘Insieme contro Berlusconi'”).
Il retroscena è stato smentito da più parti. Nel senso che è stato smentito l’accordo, non l’incontro che si sarebbe svolto la mattina del 16 gennaio, alle 7,30. Il patto, secondo le voci, prevederebbe un accordo post elettorale, in cambio di una campagna in cui Monti si impegni a ridurre gli attacchi alla sinistra, concentrandosi su Berlusconi.
I segnali per valutare le veridicità di questo presunto patto sono contrastanti. Se da un lato, appare poco compatibile un’alleanza che va da Monti a Vendola (e Monti, proprio ieri, ha chiuso alle nozze gay) così come la mano tesa rivolta al Pdl oggi su Avvenire da Mario Mauro, dall’altro ci sono da segnalare le recenti interviste di Bersani e Fassina a Washington Post e Financial Times che aprono a Monti. E di ieri è ancora un’intervista di Fassina a Libero in cui dice: «Noi collaboreremo con Monti, anche se dovessimo vincere al Senato. Si apre una stagione durissima, in cui tutti i riformisti sono chiamati a un lavoro comune»