Senza lo spauracchio Trump i Democratici non sanno più chi sono

Di Daniele Meloni
30 Ottobre 2022
Stati Uniti al voto l'8 novembre per le elezioni di midterm. A forza di polarizzare tutto sull'opposizione all'ex presidente, i progressisti Usa si sono radicalizzati perdendo la "middle America"
Joe Biden midterm
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden (foto Ansa)

Da sempre le elezioni di metà mandato(Midterm) sono un termometro indicativo del gradimento del Presidente in carica negli Stati Uniti. Il prossimo 8 novembre a essere giudicato sarà soprattutto Joe Biden, mentre il partito Democratico, che controlla il Congresso, rischia di perdere almeno uno dei due rami del Parlamento, paralizzando, de facto, l’attività della Casa Bianca fino alle prossime presidenziali. In questo Election Day si voterà per tutti i 435 seggi in palio alla Camera dei Rappresentanti, 35 seggi del Senato e 39 Stati esprimeranno il loro Governatore.

I due fattori che turbano la campagna Dem per le midterm

La campagna dei Democratici è turbata da due fattori. In primis, l’assenza nella contesa di Donald Trump. Secondo, lo spostamento a sinistra del partito. Negli ultimi anni l’ex Presidente è stato il focus della politica democratica, e la sua assenza è un punto a sfavore per un partito che ha cercato di polarizzare le elezioni addirittura cercando di favorire i candidati più a destra del partito Repubblicano. Il risultato, però, è stato quello di radicalizzare anche i Democratici, nonostante l’immagine rassicurante – forse fin troppo – di un vecchio centrista del partito come Joe Biden alla testa della nazione.

Così, si sono fatti largo tra il partito di maggioranza al Congresso una serie di candidati che sostengono posizioni difficilmente appetibili per l’elettorato americano su crimine, immigrazione, economia e guerra. Ultimo esempio la lettera – poi opportunamente ritirata – che 30 deputate del gruppo progressista Dem alla Camera hanno mandato al Presidente per chiedergli la fine della guerra in Ucraina e l’apertura delle trattative con la Russia.Uno scivolone che è venuto dopo l’esibizione televisiva del candidato democratico al Senato in Pennsylvania, John Fetterman, che, di fronte all’oppositore Repubblicano, Mehmet Oz, non ha saputo affermare se sia pro o contro il fracking.

Democratici troppo progressisti

Da quando in funzione anti-Trump il partito è scivolato verso idee di sinistra radicale, i Democratici faticano a connettersi con la middle America, l’America della classe media, quella che, in definitiva, con le sue oscillazioni da una parte e dall’altra, decide ogni elezione negli Stati Uniti. Fetterman è solo un esempio di un democratico che si presenta come dalla parte degli operai ma, con le sue idee, si posiziona accanto alle élite urbane che premono per la rivoluzione verde e lasciano che a interessarsi dei colletti blu Usa siano i Repubblicani.

Altro candidato di sinistra radicale in lizza per il Senato è Mandela Barnes, vice-governatore del Wisconsin. Se eletto, sarebbe il primo nero a rappresentare lo Stato del midwest al Congresso. Il punto è che le sue idee ultra-progressiste sul crimine e sull’aborto rischiano di farlo perdere contro il Repubblicano Ron Johnson, il quale ha recentemente rimarcato come Barnes abbia recentemente liberato «270 assassini dalle prigioni perché le ha ritenute troppo affollate».

Rischio di disfatta Dem alle elezioni di midterm

La stessa cosa vale per l’elezione del Governatore di New York. La candidata uscente, la Dem Kathy Hochul, ha impostato tutta la sua campagna su toni anti-Trump, definendo il suo rivale del GOP, Lee Zeldin, «anti-abortista e a favore delle armi». Sul crimine la sua linea è stata tutt’altro che dura, anche perché non ha osato mettere in discussione le norme che lasciano assoluta discrezione ai giudici sulla rimessa in libertà dei delinquenti seriali.

Il rischio di disfatta per i Democratici c’è, anche se la rielezione di Gavin Newsom in California potrebbe dare fiato al partito. Newson, che ha sconfitto un tentativo di essere rimosso nel 2021, è considerato un “moderato” tra i Dem, anche se il suo rivale per la nomina di Governatore, il Repubblicano Brian Dahle, ha ricordato i suoi trascorsi di sindaco di San Francisco, capitale non solo del progressismo ma anche del crimine impunito in America, e ribattezzata San Fransicko – San Francisco, la Malata – in un fortunato libro scritto dallo scrittore Michael Shellenberger. Un ex progressista.

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