Meeting. Livatino, bravo giudice perché vero cristiano

Di Emanuele Boffi
21 Agosto 2022
Una mostra a Rimini racconta la figura del giudice ucciso dalla mafia “in odium fidei” e oggi beato
Rosario Livatino, il magistrato ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990, proclamato beato in odium fidei
Rosario Livatino, il magistrato ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990, proclamato beato in odium fidei (foto Ansa)

“Sub tutela Dei” era il motto adottato dal giudice Rosario Livatino e anche il titolo della mostra del Meeting di Rimini a lui dedicata. Figura straordinaria di uomo di legge, ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990 e proclamato beato 9 maggio 2021, vergava ogni suo atto con l’acronimo “STD” a indicare che ogni sua decisione era affidata al grande Giudice.

La mostra, composta da pannelli che ne ricostruiscono la vicenda, è intervallata da tre video con testimonianze di parenti e amici, di colleghi di lavoro e ricostruzioni del suo assassinio e processo di beatificazione.

Che Iddio mi accompagni

Ciò che colpisce della sua figura è l’assoluta semplicità e ordinarietà della sua vita, testimoniata anche dai diari che ci ha lasciato. Ma è in questa esistenza apparentemente banale che emerge la straordinaria fede di un uomo dalla religiosità intensa, persino combattuta e drammatica (per due anni non volle ricevere la comunione), semplice e profonda, vissuta nel quotidiano.

Divenuto magistrato il 18 luglio 1978, scriveva nel suo diario: “Ho prestato giuramento; da oggi quindi sono in magistratura. Che Iddio mi accompagni e mi aiuti a rispettare il giuramento e a comportarmi nel modo che l’educazione, che i miei genitori mi hanno impartito, esige”.

Livatino era un magistrato come tutti, eppure diverso da tutti. Collaborava con gli avvocati, non spifferava notizie alla stampa, non apparteneva ad alcuna corrente delle toghe.

La camicia intrisa di sangue

Qui, certamente, sta il messaggio più potente della mostra. Fu ucciso in odium fidei. I mafiosi lo odiavano perché era un bravo magistrato, ma lui era un bravo magistrato perché era un vero cristiano.

Fu dopo aver incontrato i suoi genitori che papa Giovanni Paolo II pronunciò il 9 maggio 1993 nella Valle dei Templi di Agrigento il celebre discorso di sfida alla mafia: “Nel nome di Cristo mi rivolgo ai responsabili: convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio!”.

Presente alla mostra una reliquia. La camicia intrisa di sangue che Livatino vestiva quel giorno sulla statale Agrigento-Caltanissetta. Due dei suoi assassini, finiti in carcere grazie alla preziosa e coraggiosa testimonianza di Piero Nava, hanno chiesto perdono alla famiglia.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.