Roccella: Avere un padre e una madre è l’unico elementare diritto che oggi viene negato
«Non si chiamano matrimoni come in Francia, ma è solo un fatto semantico». Una cosa di poco conto, per Giancarlo Galan (Pdl), che ha depositato un disegno di legge per il riconoscimento delle unioni civili omosessuali. «L’intenzione dell’ex ministro della Cultura, nei fatti, è sancire per legge, aggirando la Costituzione, una rivoluzione radicale del matrimonio», spiega a Tempi Eugenia Roccella. La parlamentare del Pdl è alla testa di chi, nel partito, non la pensa come Galan. È appena tornata dalla Francia, dove ha partecipato alla Manif pour tous, contro il matrimonio gay introdotto dal presidente François Hollande. Una manifestazione spontanea per difendere il diritto elementare ad avere un padre e una madre. Un diritto che «le unioni civili e il matrimonio omosessuale mettono in discussione».
Roccella obietta alle argomentazioni di Galan, spiegando che si tratta di «luoghi comuni, che non hanno radici». «Capisco che sia un piacere essere coccolati dalla stampa di sinistra, ma l’esperienza di Gianfranco Fini dovrebbe essere illuminante». «L’offerta politica per chi vuole l’appiattimento culturale è amplissima. Se anche il Pdl dovesse piegarsi, il popolo che avversa la modernità calata dall’alto, a chi dovrà rivolgersi?», si chiede Roccella. Come già Fini, anche Galan sostiene che il matrimonio gay sia marcatamente “liberale”. A sinistra sostengono che sia marcatamente di sinistra. Puntellando da ambo le parti, gli sponsor dei matrimoni gay hanno ottenuto un’ampia convergenza politica. «Eppure di liberale, i matrimoni gay non hanno niente», spiega Roccella. Probabilmente neanche di sinistra, sebbene, la cultura dell’ex Pci, fallita l’idea socialista, abbia abbracciato ciò che già cinquant’anni fa Pier Paolo Pasolini aveva definito “permissivismo”.
Non è una questione economica
«Un liberale, come ama definirsi Galan, dovrebbe sapere almeno due cose», continua Roccella: «Primo, che l’uguaglianza non è appiattimento che non riconosce differenze, ma uguaglianza di opportunità per tutti gli esseri umani. Secondo, che lo Stato non deve regolamentare ogni forma di rapporto privato, compreso quello di coppia. Lo Stato non può regolamentare l’“amore”, che è un’altra cosa rispetto al matrimonio». «Il liberale sostiene che ogni diversità va rispettata, e non prevaricata per fini ideologici». E poi c’è il discorso di opportunità politica: «Chi vuole l’uguaglianza obbligata vota a sinistra. Una forza politica che si rivolge a un altro elettorato dovrebbe capire almeno questo». Cos’è l’uguaglianza per un liberale? «L’uguaglianza nella dignità, per ogni essere umano», risponde la parlamentare del Pdl. «Non l’assimilazione forzata delle differenze». Un concetto su cui si è espressa, da un’altra posizione, Julie Bindel, lesbica britannica, attivista dei diritti gay, che si è detta inorridita dalla volontà del movimento gay di accedere al matrimonio per «imitare la struttura famigliare eterosessuale». E della stessa opinione è un altro omosessuale, un gay dichiarato da tempi non sospetti come Rupert Everett. E che dire degli omosessuali che si sono associati in Homovox e hanno partecipato alla Manif pour tous contro il matrimonio omosessuale? Vogliono forse rinunciare ai propri diritti? «Evidentemente non è così».
A chi afferma che le unioni civili servano soltanto a dare un riconoscimento ad alcune coppie altrimenti senza tutele, Roccella obietta che le «le norme di tutela sono già riconosciute dalla legge e da una giurisprudenza consolidata. In ogni caso, non è ciò che interessa a chi propone le unioni civili e i matrimoni gay». Questioni di denaro, allora? «Nemmeno. Gli strumenti come la pensione di reversibilità non sono un privilegio. Furono introdotti come blando, tardivo, riconoscimento al lavoro di cura delle donne che non avevano lavoro extradomestico. Allargarlo, poi, significherebbe far saltare il nostro welfare». Invece il problema «è lo svuotamento del matrimonio fondato sulla differenza sessuale e del matrimonio come istituzione. Già dire, come hanno fatto i francesi, “mariage pour tous”, significa trasformare il matrimonio in un diritto esigibile da ogni individuo, ignorando che è fondato sulla tutela dei figli».
L’amore non è un’istituzione
E sullo svuotamento del significato del matrimonio non ci possono essere dubbi. Esso è fondato sull’unione fra due individui di sesso opposto. «È una realtà iscritta nella natura degli esseri umani: perché un figlio è generato da una madre e da un padre». Non c’è nulla di ideologico: è semplicemente elementare. “Un père, une mère, c’est élémentaire”. “Un père, une mère. C’est complémentaire”. Sono solo alcuni degli slogan della Manif pour tous: «Un bambino ha bisogno di un padre e di una madre. Quello che si vuole far passare è che questa cosa elementare, naturale, evidente, non sia vera».
«Lo Stato non entra nella questione “con chi stai” e “con chi fai coppia”», insiste Roccella. «Legifera su ciò che è di interesse per la comunità». In questo caso il matrimonio interessa la comunità perché ha come obiettivo sociale la tutela dei figli. «Ampliarlo alle coppie omosessuali, vuol dire snaturarlo. Da istituzione che serve a proteggere i bambini, diventa diritto esigibile da chiunque, ignorando la sua funzione nello sviluppo dell’essere umano e nel benessere sociale». Il matrimonio non è una vecchia idea, non è il simbolo della fantomatica “dittatura eterosessuale binaria”, come sostengono alcune femministe radicali. È un’idea progressista, «un’istituzione che riconosce la responsabilità della generazione, che legittima i figli consentendogli di riconoscersi in un rapporto diretto con chi li ha generati». Altra cosa è l’amore, che però «non può essere trasformato in istituzione, perché attiene a una sfera di libertà personale». Se si vuole legiferare sui rapporti personali, «perché non aprire alla poligamia? Non c’è amore nei rapporti poligami?». Sulla base dell’idea «comunista» di uguaglianza sarebbe una discriminazione negativa escludere la poligamia dal riconoscimento.
Un diritto esigibile?
Avere una madre e un padre è un diritto non esigibile? Purtroppo chi potrebbe avanzarlo, i figli, non ha voce in capitolo, a differenza dei gruppi di pressione organizzati che premono attraverso i media per attuare i propri progetti economici e politici. Il matrimonio gay è ciò che serve a chi vuole spezzare la catena biologica che lega figli e genitori. Si parla di adozioni quando «in realtà, le adozioni sono in calo», afferma Roccella. E si capisce perché. «Sono i figli ottenuti in laboratorio a legittimare il matrimonio fra coppie dello stesso sesso». Lo sanno i “rivoluzionari” che hanno inventato il mercato dei figli, sottraendoli alla tutela del matrimonio, consentendo che la «procreazione assistita spezzasse la catena biologica, abolendo l’idea di maternità e paternità». «Questa è l’alternativa progressista al matrimonio: un figlio che ha quattro genitori biologici e due sociali». Confusione che rischia di ripercuotersi anche sulla loro salute. «La promiscuità genetica è un pericolo evidente. Perché le risposte a queste enormi obiezioni sono lasciate agli apprendisti stregoni della scienza?». Lascia perplessi come ci sia «un grande accento sul biologico, sul rispetto della natura, sull’integrità dei processi di crescita degli animali, delle piante, e si ignori completamente questo aspetto sugli esseri umani. Sulla natura umana noi interveniamo in maniera radicale senza porci il problema». In fondo, spiega Roccella, «c’è un problema di alfabeto culturale. Che cosa vuol dire diritto, istituzione, generazione?». Non ce lo chiediamo nemmeno. Dimentichiamo l’elementare: «Che cosa vuol dire avere una madre e un padre». Arrancando su slogan logori, «stiamo sconvolgendo l’alfabeto umano. Affermiamo diritti astratti, che non sono diritti, e feriamo diritti reali, che rispondono ai bisogni molto concreti delle persone più fragili». C’è bisogno di dare battaglia per difendere «il diritto elementare dei bambini, dei figli del genere umano, di avere una mamma e un papà». Perché «i sentimenti umani non cambiano con la velocità con cui modifichiamo la legge». E la manifestazione francese, a cui Roccella ha partecipato, ne è segno: «Quei ragazzi hanno capito quale orizzonte si stia disegnando nel loro futuro. Manifestano perché vogliono poter continuare a dire, ed essere chiamati a loro volta, mamma e papà».
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17 commenti
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A mio avviso, per risolvere il problema dell’omosessualità, nei limiti in cui lo stesso persiste, basterebbe introdurre una legge che preveda delle aggravanti speciale per i reati compiuti per finalità di discriminazioni; laddove il termine discriminazione sia inteso in maniera sufficientemente ampia da comprendere l’odio verso omosessuali, transessuali, religiosi, handicappati, tifosi dell’inter…insomma tutti i reati compiuti allo scopo di conculcare le altrui libertà.
Non credo, infatti, che, come alcuni lettori della testata affermano, le coppie omosessuali siano prese di mira soltanto da 4-5 balordi…
Codesto genere di aggravante, caro Cornacchia, esiste di già ed è quella cosiddetta “per motivi abietti o futili”.
Una legge cosiddetta anti omofobia è invocata dalle associazioni gay solo con lo scopo di mettere la mordacchia a chi non si allinea alla perfezione al pensiero omosessualmente corretto.
Rischieresti anche tu quando sostieni in pubblico di essere contrario al matrimonio gay.
@ Gmtubini.
Infatti, anche se non l’ho, per dimenticanza, affermato espressamente, facevo riferimento proprio a quella aggravante, art. 61, n. 1, c.p., che andrebbe rafforzata evitando che possa essere bilanciata con attenuanti generiche e maggiormente specificata per quanto concerne il suo collegamento funzionale con la limitazione delle libertà.
Caro Cornacchia, di aggravare le aggravanti non interessa a lor signori.
Interessa inventare un reato d’opinione per far star zitto chi non la pensa come loro.
In Toscana una radio (Radio Studio 54) è stata chiusa per diversi mesi dal giudice in “via cautelativa” per presunta “istigazione all’odio razziale”.
Si tratta di una vicenda istruttiva, ti consiglio di cercarne delle tracce su internet.
In altri paesi dei sacerdoti sono andati in prigione per aver detto che la pratica dell’omosessualità è peccato grave.
Tu che giustamente perori la causa della libertà individuale, che ne dici?
Ho provato a rintracciare su Internet gli episodi a cui hai fatto riferimento e mi sembra di capire che Radio Studio 54 sia stata chiusa in forza della Legge Mancino, a cui è estranea la questione relativa agli orientamenti sessuali.
Per quanto concerne la libertà individuale, è chiaro che ciascuno può esprimere, anche pubblicamente, opinioni critiche su qualsivoglia tematica e, dunque, anche sull’omosessualità. Pertanto, sono contrario a leggi che introducano reati d’opinione, sono anche favorevole alla eliminazione del divieto di ricostituzione del partito fascista (pur non essendo certamente fascista) e di alcune parti della Legge Mancino.
Noto, però, che le mie idee liberali, in Italia, non siano attuabili e le responsabilità non possono essere imputate a questo o quel movimento perché, in sostanza, è l’idea stessa di libertà a non essere accettata nella sua sostanza.
Caro Cornacchia, ti ho risposto sotto all’altro articolo sull’omofobia poco presente in Italia, ma ridico qui il concetto ristretto: questa delle discriminazioni , tanto più aggressioni, che subirebbero gli omosessuali appare come una montatura. A mio parere il clima non è positivo, perchè accettare l’altro implica una motivazione che oggi viene meno, dato che un bambino si può tranquillamente uccidere nel ventre della madre, per esempio, e quindi un ragazzino autistico si può picchiare, oppure l’importanza eccessiva che si dà all’aspetto fisico, propria dell’edonismo ed egoismo attuale, non può che favorire la ridicolizzazione di chi non risponde a certi canoni estetici ( se è vero che le donne obese sono la categoria più discriminata nel mondo occidentale, come sembra ). Dunque, probabilmente si possono verificare singoli episodi di intolleranza verso il diverso. Ho due figli alla scuola media e noto che i compagni considerano come peggiori insulti la parola f.., ma anche ciccione, ma anche handicappato. Ma resta il fatto che non si sono mai verificati scontri fisici per questo, nella scuola. Mentre è molto più concreto che si possa verificare il caso in cui gli insegnanti, oppure già ora i vari esperti che vivono con i progetti scolastici, siano costretti a dire che essere un uomo o una donna è una faccenda insignificante per la persona.
Poi, e la finisco qui, tutte queste aggressioni a coppie gay, che già sono numericamente infinitesimali, molte volte si risolvono in montature, o da parte della stampa, come il caso del ragazzino che ha tentato il suicidio per tutt’altro, o dagli stessi protagonisti, che in seguito si rivelano aver provocato apposta.
Non voglio annoiare, sia su Tempi, sia sul sito dell’uccr sono documentati parecchi episodi di questo tipo.
Cara Giovanna, anche io Ti ho risposto e, anche in questa sede, confermo che nessun vittimismo, proselitismo aggressivo o pretesa di imporre la propria concezione della sessualità può trovare accoglienza.
Però, parimenti e con la stessa forza, noto che Tu hai paragonato la visibilità delle coppie gay ad una sorta di provocazione contro i valori tradizionali, quasi che le offese nei loro confronti siano un qualcosa di cercato. Ciò mi conferma che l’omofobia esiste eccome e non solo tra i balordi, anche se non certo nelle dimensioni paventate dalle associazioni gay.
Se, ovviamente, ho male interpretato il Tuo pensiero, chiedo anticipatamente scusa, desideroso di un’ipotetica smentita.
Ciao
Caro Cornacchia, mi sembra di aver capito dalle cronache dei rari pestaggi di coppie gay (almeno rare io ne ho letto pochissimi resoconti, e ti dirò che sono una buona lettrice di quotidiani on line, ma gonfiatissimi e ripetuti sui media, ma certo non ne tengo il conto, la mia impressione è che siano estremamente rari in paragone ad altri atti di violenza molto più diffusi) che spesso tali pestaggi siano avvenuti davanti a bar o ritrovi di chiara fama.
Questo non per giustificare alcunché, ma se una coppia gay di notte passa davanti ad un bar a cui , io donna, non mi avvicinerei manco morta, bè, mi sembra che lo scopo provocatorio trovi la sua soluzione.Ed è anche curioso che tali episodi di violenza riguardino sempre attivisti gay ! la maggiore parte degli omosessuali allora fa la sua vita in pace ! Addirittura più volte la cronaca ha riportato episodi di gay che per la causa si erano fatti male, molto male, da soli, gettandosi dalle scale o simili, oppure indicando nell’omofobia il malessere di ragazzi provati dalla vita, che avevano tutti i problemi tranne l’omofobia ! Voglio dire che la percezione della diffusione del fenomeno omofobia è molto falsata dall’esaltazione di questi episodi. Un periodo cadevano gli ascensori ed io ogni volta che salivo su un ascensore avevo un’esitazione, un periodo c’era l’aviaria, che in Italia fece pochissime vittime, meno dell’influenza, ma nessuno toccava più il pollo…si potrebbero fare decine d’esempi, a me il risalto mediatico sui tristissimi episodi di violenza sui gay fa questa impressione.
Per mio conto, mai successo in vita mia di vedere due uomini o due donne adulti baciarsi o tenersi per mano in Italia. Mi è successo in Spagna e il contraccolpo c’è stato, comunque non è bello da vedersi, come non è bello vedere crisi psicotiche ( ti è mai successo?, fidati ) o persone tatuate dalla testa ai piedi oppure gravemente obese. Voglio dire che se ci si discosta dal sentire comune, da una normalità, comunque un effetto lo si produce e la pretesa che l’effetto non ci sia assolutamente, bè, è irrealizzabile per legge.
Altro conto, e lo dico per rassicurarti per la millesima volta, reagire con la violenza o comunque lo sberleffo, lontanissima dall’approvare tali atteggiamenti.
Anche se, francamente, mi dò molta, molta, molta più pena per i bambini trattati come oggetti, comprati su catalogo e privati dei genitori su commissione, sarà omofobia ???
E ora che ci penso, tutto questo can can sui presunti diritti dei gay, non farà che peggiorarla l’omofobia, ci scommetto. La società non può essere più accogliente sulla base di una menzogna, ma solo su una base di verità, che siamo tutti fratelli, non indistinti.
quello della MENZOGNA è l’argomento fondamentale ed è per questo motivo che vogliono chiudere la bocca ad ogni critica, per non sentirsi rinfacciare la falsità su cui costruiscono il loro castello. vedere l’intervista delle iene alle due mamme con presente un bambino di 2-3 anni. una cosa agghiacciante.
Io qualche volta ho visto anche in Italia coppie omosessuali, la sensazione c’è stata, ma, almeno per me, non è stato qualcosa di negativo. Condivido l’opinione che si tratti di una sensazione simile alla visione di epilettico, qualcosa di strano, ma non certo di censurabile.
Condivido, inoltre, la seguente frase:
La società non può essere più accogliente sulla base di una menzogna, ma solo su una base di verità, che siamo tutti fratelli, non indistinti
In questo contesto, credo che sia sbagliata la percezione della anormalità come qualcosa che deve essere sottomesso alla normalità.
Scusa, Cornacchia, volevo sottolineare che gli stessi attivisti gay spiegano in alcuni casi quanto e come volessero provocare una reazione , non sono mie illazioni. A volte è capitato che volendo immolarsi alla causa gay, si ferissero da soli .Più volte sono uscite storie di questo tipo sui giornali, con nomi e cognomi, anche in Italia, strano ti sia sfuggito.
Carissima Giovanna, frequentando questo sito noi abbiamo constatato come la propaganda fatta da certe associazioni lgbt e dai loro simpatizzanti non si faccia scrupolo alcuno ad usare la menzogna, la strumentalizzazione spregiudicata e malevola e la prevaricazione.
Abbiamo anche constatato come molti di questi attivisti-simpatizzanti vivano una situazione di disagio psichico che risulta evidente anche a chi non ha titoli accademici per individuarlo con esattezza e precisione.
Noi non fatichiamo molto, dunque, a considerare plausibile che ci sia chi giunge a ricorrere all’autolesionismo per guadagnare qualche punto di merito in una qualche scala gerarchica del rintronamento ideologico.
Secondo me, ciò che ci dobbiamo continuamente sforzare di far intendere a chi legge è che noi deploriamo il ricorso alla menzogna, alla violenza e alla prevaricazione da qualunque parte provenga.
Questo non vuol dire rinunciare a dire la verità per paura di offendere qualcuno.
Si, ho letto di casi di cronaca inventati o enfatizzati nella gravità (nel post precedente avevo stigmatizzato il vittimismo). Ma è evidente – ed anche io ne ho avuto diretta percezione – che ci sono reali episodi di discriminazioni, che, a mio avviso (e, ripeto, è una mia opinione) andrebbero combattuti anche eliminando la percezione dell’omosessualità come un qualcosa di anormale (nel senso di cosa che andrebbe nascosta): ciò NON significa, ovviamente, che tutti quelli che considerino la pratica omosessuale come un qualcosa non bello da vedere siano responsabili delle aggressioni (e questo è il Tuo caso).
Nel merito, credo che, come ho tentato di evidenziare timidamente nei precedenti commenti, vi sia una contraddizione logica nella considerazione della tendenza sessuale, nel senso che, in quest’ambito (e solo in questo!), l’anomalia fisiologica (peraltro discutibile) viene confusa con l’anomalia etica. E chiaramente questo viene percepito da taluni omosessuali come una sorta di razzismo: su questo specifico aspetto, condivido il loro pensiero.
Stai equiparando la poligamia alle coppie gay? Sei più’ antica dei miei nonni…cambia lavoro!
impara a leggere
WALTER ha ragione beppe grillo, hai un ELLE di troppo.
IMMENSA EUGENIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!