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Ancora non ci credo

Di Marina Corradi
24 Novembre 2021
Faccio una foto e la mando a Luigi, mi sono detta davanti a questo incredibile cielo lombardo, e ho preso in mano il cellulare. Di colpo la mano mi è ricaduta sul fianco. Mio Dio, Luigi

Milano, lunedì 25 ottobre. Verso le quattro del pomeriggio, quando il sole arriva sulla facciata della mia casa, ho spalancato la finestra del soggiorno per colmare la stanza dell’aria ancora tiepida. Con la mano sulla maniglia sono rimasta immobile davanti al blu porcellana del cielo: un incredibile cielo lombardo di fine ottobre. E le foglie degli alberi davanti a me, in un giorno erano diventate d’oro, e splendevano, nel sole che le attraversava.

Zitta, davanti a questo cielo. Faccio una foto e la mando a Luigi, mi sono detta, e ho preso in mano il cellulare. Di colpo la mano mi è ricaduta sul fianco. Mio Dio, Luigi. È una settimana oggi, che sei morto. Dentro al petto come un gran fracasso di lamiere, un rovinare di ricordi. La verità, è che ancora non ci credo.

Ma ho in memoria per sempre, l’altra mattina a San Fruttuoso di Monza, un piccolo cimitero. Della gran folla del funerale nel Duomo della città erano rimasti gli intimi, ed...

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