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Maria Joseph ricorda poco del giorno in cui è stata rapita da Boko Haram insieme ai suoi due fratelli e ad altre 19 persone nel villaggio di Bazzar, nella parte nord-orientale della Nigeria. Era il 2013 e aveva solo nove anni. Le terribili immagini del suo sequestro e della successiva prigionia sono racchiuse nella sua mente e ne parla malvolentieri. A domanda diretta abbassa la testa, si scherma gli occhi con le mani. È rimasta quasi dieci anni nelle mani dei terroristi e l’esperienza è troppo dolorosa per richiamarla alla memoria. Come spesso avviene, è un dettaglio all’apparenza insignificante a esserle rimasto impresso: «Hanno invaso il nostro villaggio senza fare rumore, senza sparare», dice a Tempi con un filo di voce, appena percettibile. «Se li avessimo sentiti saremmo scappati. Ma sono stati silenziosi».
Il resto della sua storia lo racconta a Tempi padre Joseph Fidelis Bature, il sacerdote che ha aiutato lei e altre centinaia di...
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