Magistrale lezione su scienza, vita e morte. Il cardinale Scola in visita all’Istituto dei tumori

Di Redazione
11 Settembre 2012
Il cardinale di Milano in visita all'istituto milanese risponde alle domande di medici e pazienti. Ne viene fuori una lezione di saggezza cristiana sui deliri scientisti, l'ultimo alito di vita e la domanda di salvezza.

«Le grandi scoperte della scienza da sole non bastano a favorire la felicità». L’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, si è recato oggi in visita all’Istituto nazionale dei tumori (Int) di Milano. Qui ha risposto ad alcune domande di medici e pazienti.

DELIRIO IMMORTALE. «La scienza qualche volta può produrre la tentazione di delirio – ha spiegato -. Negli Usa e in Giappone ci sono persone che investono molti soldi per tentare l’immortalità. La scienza tuttavia non genera di per sé la felicità, ma si accompagna spesso a fenomeni di malinconia e depressione nelle nostre società avanzate. Riflettiamo troppo poco sui suicidi che avvengono in Europa, anche tra i giovani». Per l’arcivescovo, il rimedio è «l’amore vero. Creare luoghi, come l’Int dove si dimostra che donare produce gioia, molto più che tenere per sé. L’uomo per camminare deve sapere dove va. Se non incontra il senso della vita, non c’è scienza che tenga e non si ha la forza per ripartire tutte le mattine, soprattutto se si è malati».

ACCANIMENTO TERAPEUTICO. «L’accanimento terapeutico va sempre escluso, rispettando il valore supremo della vita e aspettando che ogni paziente trovi la sua morte personale. Una volta che la vita è voluta, difesa, affermata fino in fondo, non può non essere la volontà del paziente, del medico, dei familiari ad entrare in gioco, caso per caso. Questa mia affermazione non va relativizzata: la vita va difesa fino all’ultimo alito».

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CURE PALLIATIVE. «Il tema – ha detto Scola – va affrontato a partire non dall’ideologia, ma dalla pratica, dal bisogno dei pazienti. Le cure palliative come accompagnamento al passaggio al Padre sono preziose. La genomica ha aperto una fase molto promettente nelle terapie, ma le cure palliative potranno essere proporzionate al singolo. La clinica non basta, deve essere essere mediata dal rapporto interpersonale. Solo questo dà speranza. Più la prova è dura da affrontare, più serve una ragione».

SALVEZZA. La medicina, per Scola, «è l’arte di prendersi cura, che unisce molte scienze. Quando il paziente si rivolge al medico per la sua salute, rivolge una domanda più ampia, di salvezza. Siete l’espressione di un luogo di umanità – ha concluso Scola rivolgendosi agli operatori dell’istituto – Milano è ancora permeata di fede e vita cristiana».

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4 commenti

  1. Robert Benson

    Perchè, Galileo cos’era, musulmano?

    1. Poppi Pippo

      ci sei o ci fai ??

  2. francesco taddei

    x poppi.
    un prete parla ai medici, agli operai, agli avvocati e a tutti quanti. è compito di un prete richiamare l’attenzione degli uomini sugli insegnamenti di cristo. se uno non è credente non lo acolta, ma un prete non può esimersi da questo. la chiesa nel suo cammino ha certamente commesso errori ma ha anche creato tanto. un esempio? io ho frequentato l’università di perugia che fu fondata proprio dalla chiesa.

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