Esiste un disegno di legge il cui iter sta passando sotto silenzio. È il ddl che ha lo scopo di tutelare il diritto dei figli naturali a essere riconosciuti. Dopo l’approvazione alla Camera il 30 giugno 2011, il Senato ha approvato una modifica che da sola smonta tutta la ratio della legge. Il 16 maggio scorso è stato così modificato l’articolo 251 del Codice civile, che vieta di riconoscere i figli incestuosi, approvandone una nuova versione inserita nel ddl sulle «Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali». All’articolo 251 è stato aggiunto il «riconoscimento del figlio nato da persone tra le quali esiste un vincolo di parentela in linea retta all’infinito o in linea collaterale nel secondo grado». Un padre, di conseguenza, potrà riconoscere il figlio nato da un rapporto con la propria figlia.
A darne notizia è il Forum delle associazioni familiari che riunisce circa 50 organizzazioni e che monitora da sempre l’attività parlamentare in merito alle politiche familiari. Francesco Belletti, presidente del Forum, ha spiegato a tempi.it «lo sgomento provato appena letto il testo del ddl: da sempre, per tutelare i figli, la giurisprudenza ha tutelato i vincoli familiari. Ora siamo passati all’esatto opposto. Ma come si fa a pensare che per tutelare i figli si debbano scardinare i vincoli familiari? Sono questi che ne proteggono i diritti». Un tranello insomma, dato che l’articolo 251 del Codice civile serve anche a tutelare i figli o i soggetti più deboli della famiglia da eventuali abusi di altri membri.
«Non solo – continua Belletti – non è nell’interesse di un bambino sapere e vedere certificata apertamente la propria origine incestuosa. Per ogni cultura evoluta, poi, l’incesto è da sempre ritenuto un disordine da evitare e non certo da normare. Esso nella maggioranza dei casi è frutto di una violenza. Riconoscere l’incesto significa togliere protezione giuridica a tutti i membri della famiglia». Lo sgomento del Forum, che ha pubblicato immediatamente la notizia sul suo sito, viene anche dal silenzio su una questione troppo delicata «che rischia di passare in sordina. Perché ormai sembra la prassi intervenire in modo soft per apporre alle legislazioni dei paesi cambiamenti radicali. Mentre i cittadini ne sono all’oscuro».
La modifica che riguarda l’incesto mina anche l’intero ordinamento italiano che da sempre protegge i nati dall’incesto. «Aprire dei pertugi legislativi in merito, oltre a mettere in pericolo i sani rapporti familiari – conclude Belletti – minaccerebbe pure la salute dei nascituri e quindi la sanità delle prossime generazioni». Per questo anche il Codice penale con l’articolo 564 stabilisce che «chiunque, in modo che ne derivi pubblico scandalo, commette incesto con un discendente o un ascendente, o con un affine in linea retta, ovvero con una sorella o un fratello, è punito con la reclusione da uno a cinque anni».