Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Società

L’invisibile che ci ha messi al tappeto e la domanda che dobbiamo porci

Non siamo in grado di affrontare il nostro futuro da soli. Abbiamo troppa zavorra che ci pesa; le pretese di autosufficienza sono ridicole e ci hanno portato al declino attuale

Giancarlo Cesana
13/04/2020 - 12:31
Società
CondividiTwittaChattaInvia
Cura di un paziente con Covid-19 in terapia intensiva a Torino

Articolo tratto dal numero di aprile 2020 di Tempi. Questo contenuto è riservato agli abbonati: grazie al tuo abbonamento puoi scegliere se sfogliare la versione digitale del mensile o accedere online ai singoli contenuti del numero.

Difficile per un medico, igienista e universitario per giunta, non parlare della pandemia. Ancora più difficile se si ha a disposizione una rubrica su un giornale. D’altra parte, i contagi sembrano diminuire di intensità, ma le parole dette e scritte aumentano. E ancora di più aumenteranno perché la paura, comunque sempre incombente, ha necessità di essere contenuta, spiegata e possibilmente vinta. Così abbondano le prediche, i proclami, le lamentazioni, le rivendicazioni e le proposte di soluzione, molto poche per la verità. Per fortuna non si sente molto “io l’avevo detto”, ma temo che anche questo non ci verrà risparmiato.

I primi predicatori, di gran lunga i più invadenti e continui, sono i giornalisti, quelli che scrivono e soprattutto quelli che parlano. Presenza praticamente h24, su tutto e il contrario di tutto: se leggi il giornale, in una pagina puoi trovare la celebrazione dell’Italia, delle prodezze del suo governo e dei suoi tecnici, in un’altra, le critiche alle incertezze, all’impreparazione alla superficialità di politici e amministratori. Naturalmente il giornale, soprattutto se è grande, apparentemente non si schiera, lascia al lettore di decidere in mezzo alla confusione che esso stesso induce. Dietro le cronache e i commenti c’è l’opzione politica, che, per quanto fantasmatica, sempre spinge da una parte o dall’altra. 

LEGGI ANCHE:

L'ingresso dell'ospedale di Alzano Lombardo (Bergamo) epicentro del Covid-19, 27 dicembre 2020 (Ansa)

Inchiesta Covid Bergamo. “Pubblicate, pubblicate, qualcosa resterà”

7 Marzo 2023
Elly Schlein nella sede del suo comitato elettorale, dopo la comunicazione dei risultati parziali delle primarie del Pd, Roma, 27 febbraio 2023 (Ansa)

Schlein, ultima sacerdotessa del partito radicale di massa

1 Marzo 2023

Dopo i giornalisti, vengono gli scienziati, le cui prediche per la verità sono indotte dai giornalisti stessi, che cercano conforto o spunto tecnico per le loro tesi. Gli scienziati non si fanno desiderare, sono pronti e si lanciano in spiegazioni, interpretazioni e previsioni sulla base di numeri, che quando non sono quelli ufficiali, sono semplicemente ipotetici. I loro interventi si fondano spesso sulla presunzione che “ci salverà la scienza”, l’oggetto di fede più diffuso in questa società che fa così fatica a credere in Dio. Viene in mente Chesterton, quando diceva che gli atei non sono quelli che non credono in niente, ma quelli che credono in tutto. 

In effetti, se c’è un’evidenza della epidemia in corso è che la scienza ha dimostrato di sapere tante cose dei virus, ma poche e non centrali di questo virus. La raccomandazione fondamentale su cui tutti gli esperti si sono attestati è “state a casa”, più o meno la stessa degli Uffici di Sanità medioevali. Scopriranno vaccini e terapie, ma in un futuro che non farà rivivere i morti attuali e che sarà messo alla prova da un nuovo virus.  

E qui intervengono i leader e gli intellettuali religiosi, preti o laici che siano. I primi, dopo un momento di sbigottimento, dovuto alla chiusura di chiese e funzioni, si stanno attrezzando con liturgie e sermoni televisivi o via internet. Uno ha celebrato Messa su un tetto con i fedeli sui balconi dei caseggiati circostanti. I preti fanno bene, perché noi fedeli abbiamo bisogno che venga sostenuta la speranza e per questo siamo disposti a pagare il prezzo di discorsi a volte un po’ ridondanti.

Gli intellettuali cattolici sono stati in genere alquanto discreti: hanno reclamato l’intervento dei loro pastori e hanno denunciato le presunzioni e le insufficienze della modernità, o post-modernità. A proposito di tali insufficienze c’è tuttavia un gruppo terribile, che indica in quello che sta succedendo la punizione di Dio per tutti i misfatti che “gli altri” fanno. È possibile che Dio sia un po’ stufo degli uomini, ma dobbiamo pregare che sia Lui alla fine a giudicarci e non quelli che si pretendono suoi interpreti. 

Uscirne non sarà facile

I proclami sono il modo in cui siamo oggi governati con l’occhio competitivo a chi proclama più forte. I Dpcm, o decreti della presidenza del Consiglio dei ministri, vengono emessi in genere a fine settimana, anche nelle ore più impensate della notte, magari per il giorno dopo. Data la pressione con cui vengono formulati, presentano passaggi non sempre chiari, se non all’interno di un indirizzo generale di cessazione delle attività e di punizione per chi non ubbidisce. Non hanno forza di legge – non sono votati dal Parlamento e la loro legittimità costituzionale viene messa in discussione – sono atti amministrativi per dare attuazione a norme o varare regolamenti. Si impongono per la situazione obiettivamente drammatica, che ha la sua immagine emblematica nella colonna di camion impiegati a Bergamo per trasportare il gran numero di bare. Dal punto di vista dei contenuti, non hanno purtroppo prospettiva costruttiva se non quella di fermare a tutti costi il contagio. 

Di fronte al vuoto di futuro e alle incertezze del presente nello sforzo di sostenere la vita civile, la sua economia e i suoi servizi, soprattutto quelli sanitari, sull’orlo dell’esaurimento, c’è un sobollimento, come il gorgoglio della pancia di un vulcano che potrebbe esplodere da un momento all’altro.

Medici e infermieri hanno molto lavoro da fare – sono i nostri “eroi” – e non hanno tempo per lamentarsi e recriminare. Tuttavia i loro rappresentanti di categoria, corporazione o sindacato, hanno molto meno da fare e si sentono in dovere, appunto, di rappresentare le disfunzioni, le rivendicazioni e soluzioni alternative a quelle in corso. C’è online un Quotidiano Sanità, molto letto per informazione dagli addetti ai lavori (tra cui anch’io), pieno di dichiarazioni, denunce e prese di posizioni più o meno ultimative. 

Come accennavo sopra, le proposte concrete e possibili di soluzione sono poche. In genere si chiede qualcosa di più – mascherine, ventilatori, letti, soldi – ma con quali mezzi e in quali modi non è chiaro. Il problema dei vaccini e delle terapie, cui si sta lavorando in tutto il mondo, è per noi minore di quello organizzativo. Abbiamo un sistema sanitario sottofinanziato, diseguale nelle diverse regioni, in un paese in grave difficoltà economica.

Certamente in futuro ci ritroveremo davanti a emergenze simili all’attuale – è la terza epidemia da coronavirus in quindici anni – che non perdoneranno l’impreparazione. Man mano che l’epidemia si attenuerà insorgerà il dibattito, che potrà essere furioso, sulle mancanze sanitarie e quelle soggiacenti politiche. Uscirne non sarà facile.

A questo punto, dato il mio ruolo reiterato di Cassandra quando parlo della società italiana, mi si può chiedere o rimproverare: “Tu che critichi tanto e tutti che cosa dici di alternativo?”. 

Non ho tale presunzione. Innanzitutto dico che anch’io mi sono trovato in mezzo a una situazione inaspettata, che mi ha costretto a imparare, nonostante la competenza in cose sanitarie.

In secondo luogo devo riconoscere che tutti quelli che ho criticato hanno le loro ragioni e tanto più ne hanno quanta più responsabilità si sono assunti.

La risposta “deve” esserci

Se tutti o tanti hanno le loro ragioni, magari l’una contro l’altra armata, bisogna cercare una ragione sostanziale che le unifichi determinando un atteggiamento non di belligeranza, ma di collaborazione. Questa ragione sta nel rendersi conto che non siamo potenti o, peggio ancora, onnipotenti.

Possiamo fare molte cose, molte più che in passato, ma un organismo invisibile può metterci al tappeto, come se fossimo più piccoli di lui. C’è un destino, di cui non siamo padroni e che ultimamente ci vince.

Se siamo piccoli, l’atteggiamento giusto da avere non è la pretesa, ma la domanda, o se si vuole, dato il tema, la ricerca della risposta alla vita e al suo senso biologico ed esistenziale. Certo per trovare una risposta bisogna ipotizzare e credere che la risposta che c’è; nessun ricercatore si metterebbe a cercare qualcosa che non c’è, anche se invisibile “deve” esserci. E come sanno tutti i ricercatori le risposte vengono dalle domande giuste. 

La nostra domanda giusta deve essere di collaborazione e unità, nel nostro popolo – si propone un governo di unità nazionale e potrebbe essere un’idea – e tra i popoli, innanzitutto quelli dell’Europa. Non siamo in grado di affrontare il nostro futuro da soli. Abbiamo troppa zavorra che ci pesa; le pretese di autosufficienza sono ridicole e ci hanno portato al declino attuale.

Il passato non ritorna, ma le sue lezioni sono utili. Dopo la distruzione della Seconda guerra mondiale, la fede e la lungimiranza di statisti, per lo più cattolici, ha dato vita a quella che è ancora inadeguatamente realizzata come Unione Europea. Magari la tragedia che stiamo vivendo in questi giorni può essere l’occasione, se non per compiere, per migliorare l’opera.  

Foto Ansa

Tags: Coronavirusgiancarlo cesanaPandemiatempi aprile 2020
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

L'ingresso dell'ospedale di Alzano Lombardo (Bergamo) epicentro del Covid-19, 27 dicembre 2020 (Ansa)

Inchiesta Covid Bergamo. “Pubblicate, pubblicate, qualcosa resterà”

7 Marzo 2023
Elly Schlein nella sede del suo comitato elettorale, dopo la comunicazione dei risultati parziali delle primarie del Pd, Roma, 27 febbraio 2023 (Ansa)

Schlein, ultima sacerdotessa del partito radicale di massa

1 Marzo 2023
Covid Wuhan

Il virus fuggito dal laboratorio, le mascherine e le “certezze” degli esperti

1 Marzo 2023
Pandemia mascherina bambini

Adesso evitiamo di cadere nella pandemia della paura

16 Gennaio 2023
Roberto Speranza, leader di Articolo 1, Genova, 16 maggio 2022 (Ansa)

Sconfiggere il Covid si può. Basta fare il contrario di Speranza

30 Dicembre 2022
Una madre di Pianello di Ostra, tra le località maggiormente colpite dall'ondata alluvionale che si è abbattuta sulle Marche provocando diversi morti

Perché leggiamo compulsivamente le brutte notizie?

24 Settembre 2022

Video

Caorle 2023
Video

Chiamare le cose con il loro nome. Tutti a Caorle a giugno

Redazione
6 Marzo 2023

Altri video

Lettere al direttore

Un fermo immagine tratto dalla trasmissione Rai mostra Lucia Annunziata e Eugenia Roccella durante Mezz'Ora in Più su Rai3, 19 marzo 2023 (Ansa)

Utero in affitto. La fiera dei corpi e dei sentimenti è più volgare di una parolaccia

Emanuele Boffi
21 Marzo 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Chi sogna spaccature nel centrodestra per tornare al vecchio pantano
    Lodovico Festa
  • Memoria popolare
    Memoria popolare
    Quei cattolici popolari in difesa della (vera) lotta operaia e contadina
    A cura di Fondazione Europa Civiltà
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Ribadiamo: l’inchiesta di Bergamo sulla pandemia ha solo «valore catartico»
    Emanuele Boffi
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Caso Cospito. Ritorneranno gli anni di piombo?
    Rodolfo Casadei
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    La vita «ordinaria, tragica e bella» di Elena Bonner
    Angelo Bonaguro

Foto

Foto

Cura: quale integrazione tra territorio e domicilio?

22 Marzo 2023
Foto

“Bisogna pur aver fiducia di qualcuno”. Il concorso dei Nonni 2.0

13 Marzo 2023
Foto

Cosa c’è di allegro in questo maledetto paese?

10 Febbraio 2023
8/2/2014 Milano Giornata Banco Farmaceutico
punto raccolta farmaci presso Farmacia Foglia C.so di Porta Romana 56
Iconphotos/Paolo Bonfanti
Foto

Inizia oggi la Giornata di raccolta del farmaco: ecco come e perché aderire

7 Febbraio 2023
Benedetto Antelami, Deposizione dalla croce, Duomo di Parma
Foto

Davanti alla Deposizione di Antelami. Quello che non avevo mai “visto”

3 Febbraio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Società
    • Obiettivi di sviluppo sostenibile
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist