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L’incubo senza fine della gente di Israele

Di Giancarlo Giojelli
29 Ottobre 2024
Voci del paese che si sente sotto assedio da oltre un anno, che va in piazza contro Netanyahu ma che non si fida di Hamas. Una società complessa e snervata da un conflitto che pare non terminare mai
Un camion speronato fuori dalla base militare di Glilot vicino a Tel Aviv, Israele, il 27 ottobre 2024 (foto Ansa)
Un camion speronato fuori dalla base militare di Glilot vicino a Tel Aviv, Israele, il 27 ottobre 2024 (foto Ansa)

«Quanto tempo può vivere una persona senza dormire?». Yael, una donna israeliana di 55 anni, ha tre figli: uno è piccolo, 10 anni, il più grande, Kfir, 24 anni, aveva appena finito il servizio militare il 7 ottobre di un anno fa, mentre era in vacanza con i suoi amici e la sua fidanzata in Thailandia. Quando si diffuse la notizia del massacro, il proprietario nel resort dove avevano affittato un appartamento li mandò via: «Siete ebrei, non voglio guai».

Fu così che Kfir capì che anche in Estremo Oriente lui era già marchiato. Non c’era stata ancora l’invasione di Gaza e la guerra in Libano non era ancora scoppiata. C’era stato un massacro di ebrei e la solidarietà del mondo era questa. «Nulla contro di voi», aveva detto l’albergatore, «ma siete una fonte di guai. Vi hanno attaccato lì e ora vi cercheranno anche qui, io non voglio avere a che fare con voi. Ci sono altri turisti nel mio resort, non vogliono avere ebrei vicino, dovete capirlo, siete un obiettivo, siete pericolosi».

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