Liguria alluvionata: «A breve un progetto per la riapertura delle aziende»

Di Benedetta Frigerio
14 Novembre 2011
Marco Castagnola, presidente della Compagnia delle Opere della Liguria racconta a Tempi.it a che punto è la ricostruzione dopo l'alluvione

«Ora che il grosso è fatto serve un sondaggio preciso sui bisogni specifici di ognuno». La Liguria non si ferma. «Anche perché siamo solo all’inizio». A spiegare la situazione attuale di alcuni dei paesi più colpiti dall’alluvione, e tutt’ora in difficoltà, è Marco Castagnola, presidente della Compagnia delle Opere della Liguria. L‘alluvione ha colpito strade di Genova e alcune zone delle Cinque Terre. Qui le attività sono già riprese, ma ci sono paesi fra i più produttivi, come Brugnato e Borghetto, dove le aziende sono ancora chiuse, «per cui occorre fare piani di recupero e sostegno di lungo periodo». La solidarietà in questi paesi così duramente colpiti «va sostenuta e chiede delle ragioni». Spiega Castagnola: «L’uomo è fatto per ricominciare sempre ed è naturalmente portato a reagire davanti al dramma. Non solo, il bisogno avvicina e può essere una grande risorsa, lo dicono le valanghe di aiuti e gratitudine che hanno reso tra loro liguri e persone giunte da fuori regione più vicini».

Ma la situazione richiede anche di cambiare: «Per anni si è costruito vicino ai fiumi e la burocrazia ha spesso frenato gli interventi anti-alluvione. Ora alcune aziende dovranno riaprire, ma ricostruendo in altre sedi. Purtroppo, però, le lungaggini e i cavilli burocratici non sono stati spazzati via con le aziende. E non ci daranno vita facile. Ma in qualche modo dovremo fare, altrimenti saremo sempre punto a capo: certe imprese hanno già chiuso e riaperto dopo ogni alluvione. Non si può più andare avanti così». Va ripensato il rapporto tra la natura e l’uomo. «Sappiamo che non sarà semplice in un momento di crisi economica, i fondi statali non basteranno alla ricostruzione. Per questo stiamo pensando a quali altre strade percorrere, dove attingere aiuti nel lungo periodo. Lasciando l’onere di quelli più generali e tempestivi alle associazioni di categoria e alle Camere di commercio». Insomma, nessuna lamentela nemmeno di fronte alla mancanza di fondi. «Sono pochi a protestare». Forse anche perché tutta l’Italia è in un momento duro. «Meno spontaneo pretendere».

In provincia di La Spezia i disoccupati restano comunque seimila. E ad alcuni, oltre al lavoro, manca casa e cibo. «Finora gli interventi straordinari sono stati fondamentali. Ma adesso ci stiamo mobilitando con lo scopo di formulare un progetto continuo di sostegno alimentare e di riapertura delle aziende». Da lunedì 21 novembre a mercoledì 23 a Milano ci sarà il Matching nazionale della Compagnia delle Opere, dove le imprese associate saranno presenti proprio per incontrarsi e fare rete. «Evidentemente Cdo Liguria sarà al Matching, anche se le aziende non potranno venire con noi di persona. Devono rimanere sul posto, ma stiamo raccogliendo le esigenze puntuali di ciascuno proprio per portarle a Milano e condividerle con il resto d’Italia. Da qui la possibilità di costruire una rete di solidarietà duratura, strutturata e puntuale».

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