Legge elettorale, Pd ritira emendamenti, Fi li lascia. In Commissione inizia il “grande match”

Di Chiara Rizzo
28 Gennaio 2014
Il Pd ha lasciato solo tre emendamenti concordati con il segretario. La commissione Affari Costituzionali deve esaminare circa 250 correzioni al disegno di legge entro giovedì. Renzi: «Nessuno può bluffare»

È all’esame della commissione Affari costituzionali di Montecitorio sin da stamattina il disegno di legge elettorale promosso dal segretario del Pd Matteo Renzi e dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, con l’accordo del segretario di Ncd Angelino Alfano. In commissione il Pd – soprattutto l’ala dei cuperliani – ha mantenuto l’accordo preso ieri con Renzi, in una riunione con tutti i deputati del partito, di ritirare tutti gli emendamenti. In cambio il segretario tratterà ancora con Berlusconi per ottenere un compromesso su tre punti cari al Pd: l’innalzamento della soglia per il premio di maggioranza, dal 35 al 38 per cento, le primarie per legge (ma facoltative), delega al governo sulla definizione dei collegi.

250 EMENDAMENTI. «Attualmente sono stati ritirati emendamenti soltanto da parte del Pd. Quelli ammessi sono circa 250-260»: così il presidente della commissione e relatore della legge Paolo Sisto (Fi) ha spiegato stamattina la situazione. Forza Italia non ha ritirato nessuno dei propri emendamenti. Ieri il capogruppo alla Camera Renato Brunetta ha proclamato la linea della fermezza: «I patti vanno rispettati e i patti prevedono le soglie del 5 per cento, 8 per cento e 12 per cento e quella del 35 per cento, per ottenere il premio di maggioranza». Il Pd da parte sua ha agevolato appunto il lavoro del segretario, lasciando per iscritto, sotto forma di emendamenti, i tre paletti promessi da Renzi e concordati in riunione. I lavori in commissione iniziati stamattina, si sono interrotti per la seduta pomeridiana in Aula, e riprenderanno venti minuti dopo la fine dei lavori, in seduta notturna per permettere la discussione di tutti gli emendamenti. Il capogruppo del Pd Roberto Speranza ha specificato che «il 30 gennaio è il termine massimo per andare in Aula», ma se stanotte non fosse possibile una discussione di tutto il testo, la relazione della legge in Aula slitterebbe appunto a giovedì.

RENZI: «NON MI FACCIO INGABBIARE DA POLITICA TRADIZIONALE». In tarda mattinata Renzi ha inviato un messaggio sia ai suoi, che a Forza Italia. Il segretario ha scelto di usare Facebook, e sulla bacheca ha introdotto l’affondo spiegando che «La legge elettorale non è la cosa più importante. Ma è l’inizio di un percorso che può cambiare il Paese: taglio dei costi della politica, semplificazione, superamento di Senato e Province, lotta contro le rimborsopoli regionali. Se passa questa legge poi è più semplice tutto, dal piano per il lavoro all’attrazione degli investimenti stranieri». Poi Renzi ha attaccato: «Rispetto le motivazioni di chi in queste ore sta disperatamente cercando di bloccare tutto, qualcuno persino in buona fede. Ma fuori dalle stanze c’è un Paese che ha bisogno di gesti concreti». L’affondo diretto sia a eventuali franchi tiratori del Pd che, allo stesso modo, a Forza Italia, dopo che Berlusconi si è impegnato personalmente a sostenere il disegno di legge elettorale: «Adesso tocca al Parlamento. Personalmente non mi farò ingabbiare nelle stanche liturgie della politica tradizionale: le carte sono in tavola, nessuno può bluffare. Se qualcuno vuole far saltare tutto, lo faccia a viso aperto e lo spieghi al Paese». Nemmeno dopo questo messaggio sono stati ritirati gli emendamenti al disegno di legge, ma Renzi ha chiarito che «Per quanto riguarda me e i miei presunti incontri di oggi, io sono a Firenze», smentendo l’ipotesi di un nuovo incontro con Berlusconi.

GRILLO E M5S. Intanto sul blog di Beppe Grillo prosegue il “referendum” virtuale tra gli iscritti al Movimento 5 stelle. È sullo stesso sito che si apprende l’esito della consultazione di ieri, che tra sistema maggioritario e proporzionale, ha visto la vittoria di quest’ultimo: oggi invece il secondo quesito, che riguarda i collegi. Gli iscritti dovranno scegliere quello uninominale, unico o intermedio. “Il professor Aldo Giannulli in un video ha argomentato i pro e i contro delle tre possibilità e ha risposto alle domande durante l’ultima settimana sul suo blog e via mail” si legge nel blog.

 

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