
Le tre parole di Leone XIV alle famiglie: comunione, missione, obbedienza

Torno ora dal Giubileo delle Famiglie, dei bambini, dei nonni e degli anziani tenutosi a Roma, sabato (Festa della famiglia) e domenica nell’affollatissima Piazza San Pietro.
In entrambe le occasioni ho visto uno straordinario popolo, un popolo vero, quello che non piace agli intellettuali dei salotti che imperversano nei talk show e sui giornali: un popolo di bambini, di genitori, di nonni provenienti da tutto il mondo; un popolo con la sua “esperienza elementare” piena di “senso religioso”, in cerca, prima di tutto, della benedizione del Santo Padre. Un popolo presente con tutti i suoi grandi pregi e i suoi quotidiani difetti, con le sue attenzioni e le sue distrazioni, ma comunque cosciente che nella vita occorre dipendere da un Altro. Tutto insopportabile per la cultura corrente e per tanto potere.
Comunione
E poi ho ascoltato, anzi abbiamo ascoltato la poderosa, nella sua sinteticità, omelia di Leone XIV, che ci ha letteralmente entusiasmato e commosso per almeno tre motivi.
Innanzi tutto il richiamo, variamente espresso, alla unità, alla comunione, che ha il fondamento nell’amore trinitario di Dio. «Cristo domanda infatti che tutti siamo una sola cosa» e «si rivolge al Padre dicendo: “Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li ha amati come hai amato me”». Entusiasmo e commozione per queste parole, anche perché si tratta della sottolineatura sulla quale ha più insistito il servo di Dio don Luigi Giussani: non a caso il Movimento cresciuto intorno a lui ha nel proprio stesso nome la parola “comunione”. In un periodo storico nel quale molti cristiani sono alla ricerca dei modi più adeguati per annunciare Cristo agli uomini di oggi, il primo richiamo da farci fraternamente è proprio quello di essere una sola cosa tra di noi, perché questa è la vera novità portata nel mondo dalla incarnazione di Dio. Nulla esiste di più grande della comunione vissuta da coloro che hanno incontrato Cristo: tutto il resto è una conseguenza buona di questa assoluta novità.
Missione
La prima grande conseguenza è la missione. Leone XIV ha sottolineato che la comunione stessa è la prima strada della missione, quando ci ha detto: «È questo che vogliamo annunciare al mondo: siamo qui per essere “uno” come il Signore ci vuole “uno” e questo annuncio vogliamo che avvenga nelle nostre famiglie e là dove viviamo, lavoriamo e studiamo: diversi eppure uno, tanti, eppure uno, sempre in ogni circostanza e in ogni età della nostra vita».
Viene così definito anche il compito missionario della famiglia e di tutti coloro che vi fanno parte, compresi gli anziani ed i nonni. La famiglia può essere una grande testimone di unità e infatti «la Chiesa ci dice che il mondo di oggi ha bisogno dell’alleanza coniugale per conoscere ed accogliere l’amore di Dio e superare, con la sua forza che unifica e riconcilia, le forze che disgregano le relazioni e le società». Grande e lieta responsabilità.
Obbedienza
Un terzo punto mi ha colpito in modo particolare, anche pensando a come oggi la vera emergenza sia quella educativa. Rivolgendosi alle famiglie il Papa ha detto: «Vi incoraggio ad essere, per i vostri figli, esempi di coerenza, comportandovi come volete che loro si comportino, educandoli alla libertà mediante l’obbedienza». Quanto è necessario questo forte richiamo, che osa incrociare la parola libertà con la parola obbedienza, andando così contro uno dei dogmi della devastante cultura moderna, consistente nell’assunto secondo il quale non si devono più fare proposte educative perché esse lederebbero la libertà altrui. Pensiero che ha del demoniaco e che porterebbe inevitabilmente ad un arretramento della qualità della nostra civiltà.
In questo senso il richiamo che è stato rivolto innanzi tutto alle famiglie dobbiamo estenderlo anche a tanti insegnanti di ogni grado di scuola o università, molti dei quali hanno fatto proprio, forse anche per motivi di comodo, il dogma a cui ho appena accennato. La libertà cresce correttamente solo se è invitata a confrontarsi con le proposte educative che vengono avanzate, innanzi tutto, dalla famiglia.
Più coscienti e lieti
Un’ultima considerazione riguarda ciò che Leone XIV, con la sua presenza così solidamente pacificante, ha detto a proposito dei nonni, con poche e sintetiche parole: «A voi, cari nonni e anziani, raccomando di vegliare su coloro che amate, con saggezza e compassione, con l’umiltà e la pazienza che gli anni insegnano». Una raccomandazione che trasmettiamo immediatamente a tutti gli associati di Nonni 2.0.
Solo alcune considerazioni a caldo, anche per riaffermare che ogni volta che si verifica con cordialità la propria esperienza con le proposte di Santa Madre Chiesa ci si trova più ricchi e più coscienti e, in fondo, più lieti. Il Vangelo lo chiama “centuplo”.
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