«L’amore contagioso» di Luigi Amicone

Di Redazione
01 Novembre 2024
Intitolata l'orangerie del Collegio della Guastalla di Monza al nostro fondatore. Le parole di chi lo ha conosciuto e la lettera di Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Cl
Luigi Amicone Caorle
Luigi Amicone

«Il 7 maggio fui arrestato e condotto in carcere, il giorno dopo mi arrivò un telegramma di Luigi che mi incoraggiava e mi faceva sentire la sua vicinanza». Per spiegare chi era Amicone, Pietro Tatarella ha raccontato questo episodio nel suo intervento in occasione dell’intitolazione al nostro fondatore dell’Orangerie del Collegio della Guastalla di Monza.

«In quegli anni – ha detto ancora Tatarella, che dopo quattro mesi in carcere è stato assolto – diventammo amici e devo dire che Amicone fu uno dei pochi a difendermi sempre e a scrivermi per tutto il periodo della mia detenzione. Una corrispondenza che fu per me molto significativa. Come ho scritto su Tempi, una volta, conoscendo la sua grande fede, gli chiesi: “Luigi come faccio a trovare il Signore?” e lui mi rispose: “È lui che trova te!”». 

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Onore e memoria

Amicone è stato tra i fondatori della Fondazione Opere Educative, ente che gestisce il Guastalla dal 1999, e ha partecipato con idee, progetti, interesse ed impegno alle sfide della scuola monzese.

All’evento, voluto e moderato da Francesco Valenti, rettore del Collegio, hanno partecipato anche Elena Buscemi, presidente del Consiglio comunale di Milano, che ha portato il saluto del sindaco Beppe Sala, Arianna Bettin, assessore alla Cultura di Monza, che ha partecipato a nome del sindaco Paolo Pilotto, Emanuele Boffi di Tempi, Antonio Viscomi, presidente della Fondazione Collegio della Guastalla, Stefano Morri, presidente della Fondazione Opere Educative, e Annalena Valenti, moglie di Amicone, che ha detto essere «un onore» l’intitolazione della sala al marito. «Un onore perché ci permette di fare memoria di quel che Luigi ha detto e fatto».

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Un cristianesimo vivo e autentico

Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, ha inviato il messaggio che riportiamo di seguito.

«Egregio Rettore, è con grande dispiacere che devo purtroppo scusarmi di non poter partecipare all’evento di oggi. Ci tengo però molto, se possibile, a intervenire almeno con questo messaggio.

Sono legato a Luigi Amicone, il nostro Luigino, da un affetto profondo. La storia che ho condiviso con lui è stata segnata da un’amicizia sincera, a volte dura e spiazzante, ma sempre vera, esattamente com’era lui. Sono tante le persone che possono affermare la stessa cosa, a partire dalla sua famiglia e da chi ha lavorato con lui per tanti anni. E per tutti era sempre una sorpresa e una gioia vedere come la sua appassionata testimonianza di un cristianesimo vivo e autentico, davvero conveniente per l’uomo di oggi, sapeva mettere in dialogo persone di estrazione culturale, sociale e religiosa spesso diversissima.


Il suo essere “preso” da Cristo, vissuto con vigore senza dare mai nulla per scontato e con uno sguardo capace di sorprendersi continuamente, lo portava a cercare il confronto con tutti e a stringere amicizie con chiunque mostrava di prendere sul serio la propria umanità, di avere un cuore vivo. Perché per lui quello era il punto in cui si poteva scoprire insieme quell’amico più grande, Gesù Cristo, che Luigino fin da giovane, grazie all’incontro con don Giussani, aveva compreso essere troppo interessante per non essere conosciuto. E che lui amava d’un amore contagioso. La sua forza educativa era tutta qui.

È per questo che sono davvero felice che sia intitolato ad Amicone uno spazio come l’Orangerie del Collegio della Guastalla, che sarà (leggo nel testo dell’invito) “uno spazio culturale destinato ad ospitare mostre e attività per il territorio”. Un luogo di nessi, dunque, in cui vivere la cultura, che è la ricerca della verità e della bellezza. Proprio la tensione febbrile alla verità e alla bellezza ha reso Luigino una presenza attrattiva, capace di creare nessi imprevedibili: auguro lo stesso anche a voi e alla vostra iniziativa.

Con stima e amicizia,
Davide Prosperi».

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