Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Società

L’aborto è un diritto? «Mai. L’Onu, sotto pressione delle lobby, rischia di creare una cultura disumana»

Intervista al nunzio apostolico Silvano Maria Tomasi, Osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite: «A nessun tentativo volto a legalizzare l’aborto si può accordare legittimità morale».

Leone Grotti
26/10/2012 - 12:13
Società
CondividiTwittaChattaInvia

«La Santa Sede non approva alcun tipo di strumento legislativo che dia riconoscimento giuridico all’aborto. Molti Stati all’Onu sono stati influenzati dalla prevalente “cultura della morte” che vede il valore della vita umana dalla prospettiva della sua utilità o del suo contributo al funzionamento economico della società». L’analisi dell’Osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, il nunzio apostolico Silvano Maria Tomasi, è di quelle che fa venire l’orticaria a chi ama il politicamente corretto ed è un forte segnale di dissenso. Il Consiglio Onu per i diritti umani ha varato nei giorni scorsi una risoluzione sulla “mortalità e morbilità materna prevenibile e i diritti umani” che contiene una apertura all’innalzamento dell’aborto a diritto umano. In particolare, «i diritti alla salute sessuale e riproduttiva» sono stati inseriti tra le «buone pratiche» che implicano «obblighi di diritti umani». È bene ricordare che nel gergo tecnico dell’Onu, «salute riproduttiva» significa aborto. A tempi.it l’arcivescovo Tomasi, che è Osservatore a Ginevra dal 2003, dichiara che per la Chiesa «a nessun tentativo volto a legalizzare l’aborto si può accordare una “legittimità morale”» e che «ci sono due culture a confronto: una che parte dalla natura e le sue leggi e l’altra emersa dalla rivoluzione sessuale del ’68 e incentrata sulla soddisfazione dell’individuo senza che assuma la responsabilità delle conseguenze delle scelte che opera».

Eccellenza, si sta cercando davvero di creare un nuovo diritto?
Ci sono due culture a confronto, una che parte dalla natura e le sue leggi e l’altra emersa dalla rivoluzione sessuale del ’68 e incentrata sulla soddisfazione dell’individuo senza che assuma la responsabilità delle conseguenze delle scelte che opera. La giusta rivendicazione dei diritti della donna entra nel dibattito culturale condizionata però da un’interpretazione che sostenga la nuova cultura. La radice della difficoltà mi pare stia qui, nella visione diversa della persona umana e della sua vera dignità. Ricordo che quando partecipai alla Conferenza del Cairo su popolazione e sviluppo nel 1994, molti governi, organismi multilaterali, compresi alcuni all’interno del sistema delle Nazioni Unite, come anche organizzazioni non-governative, hanno sistematicamente cercato di modificare il termine “salute sessuale e riproduttiva” e hanno poi inserito “salute e diritti sessuali e riproduttivi” in diversi documenti delle Nazioni Unite e di organizzazioni internazionali. Ad oggi, comunque, nessun strumento giuridico vincolante delle Nazioni Unite ha riconosciuto tale diritto.

Il tentativo di Navi Pillay, Alto Commissario Onu per i diritti umani, però è chiaro. La Santa Sede è preoccupata?
Lo sforzo recente dell’Alto Commissario per i diritti umani per promuovere l’accesso al cosiddetto “aborto sicuro” o “contraccezione d’emergenza” come “buone pratiche” nella prevenzione della mortalità e morbilità materna rappresentano un altro tentativo in questo senso. A partire dalla Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo del Cairo e di nuovo in occasione della Conferenza internazionale sulle donne, svoltasi a Pechino nel 1995, la Santa Sede ha espresso le sue forti preoccupazioni su tali politiche. Ha affermato con forza e chiarezza che non considera l’aborto o “i servizi per l’aborto” una dimensione della salute riproduttiva e dei servizi legati alla salute riproduttiva. Ogni volta che queste discussioni ricominciano alle Nazioni Unite, le Delegazioni della Santa Sede riaffermano le sue dichiarazioni e ribadiscono inoltre che essa non approva alcun tipo di strumento legislativo che dà riconoscimento giuridico all’aborto. La preoccupazione della Santa Sede è la salvaguardia della persona umana e dei suoi diritti inalienabili come quello alla vita.

LEGGI ANCHE:

17 ottobre 2009: un milione e mezzo di persone si radunano da tutta la Spagna alla plaza de Cibeles di Madrid per manifestare contro la legge sull'aborto voluta da Zapatero

Madrid in piazza contro l’aborto, «ma senza “cultura della vita” rischiamo un’altra era Rajoy»

4 Luglio 2022
Enrico Letta, segretario del Pd

Se Letta non vuole esser cattolico, non impedisca agli altri di esserlo

30 Giugno 2022

L’aborto oggi è depenalizzato in moltissimi paesi nel mondo ma una sua eventuale trasformazione in «diritto internazionale» gli darebbe una legittimità anche morale. Eppure si parla pur sempre di bambini che muoiono ancora prima di nascere.
A nessun tentativo volto a legalizzare l’aborto si può accordare una “legittimità morale”: questa è la posizione della Santa Sede. Il Catechismo della Chiesa Cattolica non lascia spazio ad alcun dubbio su questo punto: «Il diritto inalienabile alla vita di ogni individuo umano innocente rappresenta un elemento costitutivo della società civile e della sua legislazione. (…) Quando lo Stato non pone la sua forza al servizio dei diritti di ciascun cittadino, e in particolare di chi è più debole, vengono minati i fondamenti stessi di uno Stato di diritto (n.2273)». Il diritto alla vita e all’integrità fisica di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale è inalienabile.

Che tipo di cultura si cela dietro al tentativo di trasformare l’aborto in diritto? I bambini che devono nascere non hanno diritti?
La Santa Sede continuerà la sua forte opposizione ai tentativi di includere l’accesso all’aborto come un diritto internazionale. Ci troviamo ad affrontare, tuttavia, molta resistenza da parte di Stati che sono stati influenzati dalla prevalente “cultura della morte” che vede il valore della vita umana dalla prospettiva della sua utilità o del suo contributo al funzionamento economico della società. Un’altra influenza forte e negativa in questo dibattito è rappresentata dall’esclusivo riconoscimento dato ai “diritti dell’individuo” senza riconoscere allo stesso tempo le responsabilità di tutti in particolare verso le persone più vulnerabili della famiglia umana, compresi gli infermi, i non-nati, gli anziani e le persone con disabilità. Mi pare che dimenticando il fondamento naturale dei diritti la comunità internazionale si avvii verso la definizione di un diritto in base al consenso della maggioranza e in questo caso le conseguenze potrebbero essere tragiche e si creerebbe una cultura disumana.

Navi Pillay ha anche previsto «l’allocazione delle maggiori risorse possibili per la “salute sessuale e riproduttiva”». Perché l’Onu spinge tanto in questa direzione?
Le strutture delle Nazioni Unite, tra cui l’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani, sono sotto forte pressione da molti governi occidentali o del Nord, gruppi di attivisti e organizzazioni di pianificazione familiare per promuovere strategie di controllo della popolazione al fine di affrontare quello che dicono essere «una crisi globale di sovrappopolazione». Inoltre, alcuni di questi stessi soggetti sono attivi nel processo di promozione dei cosiddetti “nuovi diritti” per i gruppi che desiderano “giustificare” il loro comportamento sessuale attraverso il riconoscimento e  l’approvazione legale così da imporre alla società, alla grande maggioranza della gente che mantiene una sensibilità religiosa e del senso naturale, un modo di vivere dannoso al bene comune. Alcuni governi hanno anche deciso di legare gli aiuti devoluti alla cooperazione internazionale al “progresso” di governi a basso e medio reddito nell’attuazione di tentativi legislativi di legalizzare l’accesso all’aborto, al matrimonio tra omosessuali, ecc. La lobby per far avanzare questi nuovi diritti gode di un buon appoggio finanziario e mediatico ed è molto attiva nelle “halls” delle Nazioni Unite.

Molti paesi, tra cui purtroppo non c’è l’Italia, hanno manifestato il loro dissenso davanti alla risoluzione del Consiglio Onu per i diritti umani. Come ha reagito la Santa Sede?
Ci sono stati discussioni accese durante i negoziati che hanno preparato la Risoluzione del Consiglio dei diritti umani a cui fa riferimento. La Santa Sede ha partecipato attivamente in questi dibattiti. Abbiamo messo in chiaro durante le sessioni di negoziazione e durante la sessione del Consiglio stesso che un’attenzione sbilanciata alla salute sessuale e riproduttiva non riesce ad affrontare le complesse e sottostanti cause responsabili per la mortalità e morbilità materne in maniera integrata e completa e in un modo che rispetti la piena dignità di tutti i membri della famiglia. La Santa Sede ha contestato la pretesa avanzata, in questo Rapporto dell’Alto Commissario sulla morbilità e mortalità materne, che «se le leggi sull’aborto sono troppo restrittive, le risposte da parte di fornitori di servizi, della polizia e di altri attori possono scoraggiare comportamenti che ricercano un rimedio», insinuando in questo modo che la mancanza del cosiddetto aborto “legale” è una causa di mortalità materna. Abbiamo mostrato che evidenza contraria poteva essere trovata in una relazione del 2010 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che, riporta che nel corso del 2008, tre paesi che hanno permesso l’aborto “legale”, cioè, Guyana, Etiopia e Nepal, avevano un numero significativamente più elevato di mortalità materna per 100.000 nati, di tre paesi, dalle loro rispettive regioni, che non hanno permesso l’aborto, cioè, Cile, Mauritius e Sri Lanka. La Santa Sede ha lavorato con altri Stati che condividono la sua preoccupazione cercando di proporre delle formulazioni alternative per la Risoluzione che alla fine è stata approvata dal Consiglio. Anche se qualche Stato ha accettato alcuni di questi suggerimenti, li ha in seguito rimossi dal cosiddetto testo del “consenso” e il Consiglio ha adottato la Risoluzione che abbiamo attualmente.

@LeoneGrotti

Tags: AbortoONUosservatore santa sede onusanta sedesilvano maria tomasi
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

17 ottobre 2009: un milione e mezzo di persone si radunano da tutta la Spagna alla plaza de Cibeles di Madrid per manifestare contro la legge sull'aborto voluta da Zapatero

Madrid in piazza contro l’aborto, «ma senza “cultura della vita” rischiamo un’altra era Rajoy»

4 Luglio 2022
Enrico Letta, segretario del Pd

Se Letta non vuole esser cattolico, non impedisca agli altri di esserlo

30 Giugno 2022
Manifestanti contro il diritto all'aborto negli Usa

Il capitalismo americano frena sul diritto all’aborto

28 Giugno 2022
Proteste pro choice contro la decsione della Corte Suprema americana, Los Angeles, California, 24 giugno 2022

I titoli ovvi dei giornali e l’evidenza dell’esserino con le unghie

26 Giugno 2022

Aborto, Corte Suprema. Una scelta di civiltà contro vecchi tabù

25 Giugno 2022
Manifestazioni pro e contro l'aborto davanti alla Corte Suprema

Usa. «Aborto? Sentenza storica che restituisce centralità alla democrazia»

25 Giugno 2022
Per commentare questo contenuto occorre effettuare l'accesso con le proprie credenziali.

Video

Foto Red Dot per Unsplash
Ambiente

Stop auto endotermiche? «Decisione ideologica»

Redazione
9 Giugno 2022

Altri video

Lettere al direttore

L’aborto non può essere considerato un diritto naturale

Emanuele Boffi
29 Giugno 2022

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Non siamo ancora pronti per la versione solenne e indignata di Giggino Di Maio
    Lodovico Festa
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    Il samizdat slovacco che parlò di Cl negli anni Ottanta
    Angelo Bonaguro
  • Cartolina dal Paradiso
    Cartolina dal Paradiso
    L’ideale cristiano non è la brava persona di successo, ma il santo
    Pippo Corigliano
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Vasilij Grossman, la Russia e Macron
    Rodolfo Casadei
  • Libri in povere parole
    Libri in povere parole
    Eureka Street; Uno di noi; La morte viene per l’arcivescovo
    Miber

Foto

Ragazza in bicicletta
Foto

Esame di maturità. Un rito di passaggio

27 Giugno 2022
Egisto Corradi
Foto

La faccia più vera

26 Maggio 2022
Foto

Il potere dei senza potere e la guerra in Ucraina

20 Maggio 2022
Foto

“Investire in educazione”. Incontro sulla mostra “Alleanza scuola lavoro”

10 Maggio 2022
Foto

“Droga, le ragioni del no. Scienza, prevenzione, contrasto, recupero“

2 Maggio 2022

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2021: euro 155.773,68. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Società
    • Social network
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist