
«La prescrizione è l’àncora di salvezza dei delinquenti». Come Grillo?

Qui si è a favore della prescrizione, norma di civiltà che permette a un cittadino di non diventare “prigioniero” dei tribunali, ma si è contro l’ipocrisia. L’ipocrisia, in particolare, dei cinquestelle che la prescrizione la vorrebbero tanto abolire, come più volte hanno tentato di fare. Bene, cosa è successo ieri? È accaduto quel che racconta oggi in prima persona il professore Franco Battaglia che querelò Beppe Grillo per essersi sentito dare dell’impostore durante un incontro pubblico.
Coglione e calci in culo
Accadde durante un comizio a San Benedetto del Tronto nel 2011 in cui, come racconta Battaglia su Giornale, Grillo
«pronunciava gravissime parole infamanti nei miei confronti, accusandomi di mentire perché sarei al soldo di multinazionali non meglio specificate: comunque al soldo dei cattivi. Posto che io insegno a 400 studenti l’anno che pagano le tasse, e che l’università mi paga uno stipendio, c’è un sacco di gente desiderosa di sapere se è vero che io insegni cose false perché qualcuno mi paga. Onde per cui, mio malgrado, ero stato costretto a querelare Beppe Grillo, non certo per avermi egli apostrofato, in quel comizio, “coglione” (che ci può stare), o per avermi minacciato di prendermi a calci in culo e di sbattermi in galera, nonché informato che mi avrebbe impedito di partecipare a interventi pubblici in tv (“come si faceva ai tempi del fascismo con gli antifascisti”, precisò il comico)».
Buon per Grillo
La vicenda si è conclusa ieri con la prescrizione del reato, che è avvenuta perché il giudice di primo grado si è «dimenticato» nella prima sentenza di rinviare a giudizio Grillo non per semplice «diffamazione, ma per diffamazione aggravata dalla recidiva (pare che Grillo avesse dato della “vecchia puttana” al premio Nobel Rita Levi Montalcini e avesse dovuto patteggiare la pena)». Dunque, buon per Grillo.
Le mani nella marmellata
Giustamente, Battaglia si chiede cosa ne pensi il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, lo stesso che nel 2015 diceva:
«La prescrizione, in Italia, è l’àncora di salvezza dei delinquenti. Oggi, un delinquente che è stato beccato inconfutabilmente con le mani nella marmellata, fa di tutto per allungare i tempi processuali e ottenere la prescrizione del reato».
Foto Ansa
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