La parabola della Murgia e della divisa nella civiltà degli sballati

Di Luigi Amicone
10 Aprile 2021
La cantora dell’accabadora ce l’ha coi generali, i giovani spiegano all’antidroga che vanno a trovare un pusher (non la nonna che monta i mobili Ikea) e i carabinieri li multano perché non si può uscire dal comune

Cronache dalla quarantena bis / 23

Discettando di fesserie, giusto per smaltire un po’ le notizie di Covid di qua e Covid di là: ma come si dovrebbe vestire il generale Francesco Paolo Figliuolo? Di piume e paillettes come Achille Lauro, un altro che tiene molto in alto il nome e il morale dell’Italia nel mondo? Insiste, lei: «La politica che si affida ai militari dichiara fallimento».

D’accordo, lo abbiamo capito. Michela Murgia è “corta” in tutti i sensi, anche se è una che sa farsi valere. Non a caso si è appassionata molto all’accabadora, ne ha scritto un volume grande come uno scaldabagno, secondo il volumone sarebbe un tratto di civiltà mediterranea, figura archetipa di eutanasia data con una martellata in testa.

Finalmente Guia Soncini

Ma ecco che finalmente Guia Soncini l’ha messa al suo posto. Rimettendo in riga anche il resto della premiata truppa scrittori e giornalisti dal coraggio veramente aggregato e anche un po’ aggregario. «Michela Murgia è la figura pubblica più insolentita in privato e meno contraddetta in pubblico d’Italia. Con l’energia che giornaliste e scrittrici investono nel dire che la Murgia è il male si potrebbe illuminare la Lombardia. Tuttavia nessuno (o comunque: pochi), in pubblico, le dice mai anche solo “ma cosa diavolo stai dicendo”».

Storia di tre sballoni sardi

Adesso, siccome non vorrei divagare di qua e di là commentando anch’io notizie di estrazione Covid (vi ricordo en passant che la Sardegna è appena stata dichiarata zona rossa dopo essere stata l’unica in Europa ad essere bianca), vorrei proporvi un siparietto dell’Italia divisa in fasce, ma forse anche di un mondo un po’ alla rovescia. Trattasi di una storia segnalata senza battere ciglio dal cronista del SardiniaPost:

«Sono stati bloccati dai carabinieri mentre cercavano un pusher per acquistare della droga e sono stati sanzionati per aver violato le prescrizioni della zona arancione, che impediscono di spostarsi fuori dal proprio comune di residenza. È così scattata una multa di 400 euro ciascuno per i tre fermati in auto dai carabinieri della stazione di San Bartolomeo durante un’attività di contrasto allo spaccio nel quartiere di Sant’Elia. Nessuno di loro è di Cagliari: si tratta di un 36enne e di un 21enne di Domusnovas e di un 24enne di Mogoro. Bloccati dai militari, si sono giustificati dicendo che avevano un impellente bisogno di droga e di non sapere a chi rivolgersi nei loro paesi: di qui la trasferta a Sant’Elia costata 400 euro di multa a testa».

La scusa della droga all’antidroga

Riassumendo. Succede che nell’ambito di controlli anti droga, carabinieri a un posto di blocco fermano tre giovani, i quali informano le forze dell’ordine antidroga del loro impellente bisogno di droga. Da parte loro le forze dell’ordine antidroga non si sarebbero fatte commuovere dai tre bisognosi. Anzi. Appurato che avevano violato la zona arancione, hanno elevato loro 400 euro di multa cadauno. Che come minimo ci comperavano una dose di sballo magnum.

Dopodiché uno si chiede: ma fra le milioni di scuse che puoi accampare vai a tirar fuori proprio quella? La droga? A un posto di blocco antidroga? Per altro dopo che la sentenza di un giudice di Milano ti ha autorizzato a dichiarare il falso in questo genere di controlli? O tre sballoni dei nostri stivali, invece di giustificarvi col fatto che cercavate un pusher, non potevate inventarvi che stavate andando a Cagliari per visitare tre nonne che coincidenza vuole tutte e tre stavano montando i mobili Ikea e avevano l’impellente bisogno di una mano? No, andate a tirar fuori il motivo della droga a un posto di blocco di carabinieri antidroga. Ma chi siete, la trinità del genio della lampada? Oltre che lettori di un classico Murgia?

La divisa, se Murgia non si offende

Ce ne sarebbe anche per la divisa in tempi di fallimento della politica. Infatti il carabiniere di contrasto alla droga non si interessa della destinazione (il pusher) ma della contravvenzione (arancione). Adesso va bene tutto. Va bene che la Sardegna è la regione d’Italia che ha il record in fatto di spaccio di droga e il record di denatalità. Però se tutti ragionassimo come si ragiona a certi posti di blocco, tra un po’ nessuno andrebbe più in giro a raccontare balle, anche i carabinieri nel loro piccolo indosserebbero le divise e, sempre se Michela Murgia non si offende, vivremmo tutti felici e sballoni.

Foto Ansa

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