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La minoranza riottosa

Di Mattia Ferraresi
11 Dicembre 2024
Perché così tanti neri e ispanici negli Stati Uniti hanno preferito Trump ai loro presunti paladini democratici? Lo abbiamo chiesto a Musa al-Gharbi, il sociologo che prima del voto aveva descritto con incredibile precisione la rivolta degli ultimi contro il partito dei «capitalisti simbolici»
Un sostenitore di Trump alla Republican National Convention di Milwaukee, Winsconsin, 17 luglio 2023 (foto Ansa)
Un sostenitore di Trump alla Republican National Convention di Milwaukee, Winsconsin, 17 luglio 2023 (foto Zumapress/Ansa)

Se il cuore del pensiero woke è la protezione delle minoranze oppresse, di chi vive ai margini, di chi non arriva a fine mese, dei reietti e dei fragili, allora non siamo mai stati woke. Gli ultimi non sono mai stati al centro del progetto progressista di correzione dei soprusi del mondo condotto dalle università liberal e nei corsi aziendali su diversity, equity and inclusion. La classe post-operaia non hai mai trovato rifugio da quelle parti, i traditi dalla globalizzazione non hanno avuto sollievo dai paladini di questa mentalità, i poveri non sono meno poveri grazie alla decolonizzazione dei libri di testo, ai “sensitivity reader”, alle manifestazioni per definanziare la polizia.

La pensa così Musa al-Gharbi, sociologo della Stony Brook University di Long Island, che ha scritto un libro intitolato appunto “Non siamo mai stati woke” (We Have Never Been Woke), ragionato e affilato atto d’accusa contro i rappresentanti dell’élite che si sono messi dalla parte giusta della storia s...

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