Contenuto riservato agli abbonati
Se il cuore del pensiero woke è la protezione delle minoranze oppresse, di chi vive ai margini, di chi non arriva a fine mese, dei reietti e dei fragili, allora non siamo mai stati woke. Gli ultimi non sono mai stati al centro del progetto progressista di correzione dei soprusi del mondo condotto dalle università liberal e nei corsi aziendali su diversity, equity and inclusion. La classe post-operaia non hai mai trovato rifugio da quelle parti, i traditi dalla globalizzazione non hanno avuto sollievo dai paladini di questa mentalità, i poveri non sono meno poveri grazie alla decolonizzazione dei libri di testo, ai “sensitivity reader”, alle manifestazioni per definanziare la polizia.
La pensa così Musa al-Gharbi, sociologo della Stony Brook University di Long Island, che ha scritto un libro intitolato appunto “Non siamo mai stati woke” (We Have Never Been Woke), ragionato e affilato atto d’accusa contro i rappresentanti dell’élite che si sono messi dalla parte giusta della storia s...
Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno