«La legge sull’omofobia criminalizza non solo i pensieri diversi da quello dominante, ma anche il pensiero in sé»

Di Rachele Schirle
09 Dicembre 2013
Non potremo più pensare certe parole. La nuova rivoluzione «ci mette davanti all’alternativa tra libertà e imposizione del politicamente corretto». Mario Binasco, psicoanalista, elenca i rischi legati all’ideologia Lgbt

L’ideologia Lgbt e la rivoluzione antropologica conseguente che sta investendo e plasmando l’intero Occidente, è probabilmente la più grande sfida globale di questo primo secolo del terzo millennio. Dopo che l’ultimo secolo del secondo millennio dovette affrontare la sfida globale dell’antropologia marxiana e nazionalsocialista. Ne parliamo con Mario Binasco, docente di psicologia e psicopatologia presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia. E psicoterapeuta di scuola lacaniana che su questi temi conserva una posizione, diciamo così, analitica e realista.

Sembra che con l’agenda Lgbt che dalle Americhe all’Europa va sempre più integrandosi con le legislazioni nazionali e con le raccomandazioni provenienti ormai dai maggiori e ufficiali consessi internazionali (ordini degli psicologi compresi), la stessa psicanalisi sia costretta a scegliere tra la persecuzione, che può comportare il rimanere fedele a una ricerca libera e originale sull’uomo, e l’adattamento. Cioè l’accettazione del politicamente corretto.
Accettazione del politicamente corretto? Direi piuttosto che ci troviamo nell’alternativa tra libertà e imposizione burocratica di una psicologia di Stato politicamente corretta. La logica burocratica è quella per cui, di fatto, prima esiste l’apparato, che contiene tutti i saperi e i poteri, che “sa” cosa si deve fare – e cioè come – e poi secondariamente ci sono le persone che alla fin fine esistono solo in funzione dell’apparato e cioè, appunto, del suo funzionamento. Questa logica, quando si traduce in un certo esercizio del potere sociale e politico, va direttamente contro la pratica della psicoanalisi: questa infatti richiede e presuppone la libertà, come libertà di iniziativa relazionale, anche economica, perché si possa istituire la relazione su cui l’esperienza analitica si fonda e opera.

Effettivamente, bisogna cominciare a stare attenti anche a come si parla in famiglia…
…Perché la libertà d’iniziativa della relazione analitica è solo una delle libertà a cui il potere della logica burocratica pervasiva va contro e, in certi casi, fino alla persecuzione. Un’altra libertà di iniziativa è quella per esempio dei genitori, la libertà di decidere di avere un figlio istituendo con lui una relazione che parte anzitutto dall’iniziativa della generazione carnale, in genere e quando è possibile, e che diventa relazione familiare; e in effetti tutte le società burocratico-totalitarie sono poco o tanto contro la famiglia, proprio perché essa è un “covo” di “autorizzazioni” originarie che sfuggono per principio al loro permesso e controllo, e non solo in Cina. Poi ci sono i legami di vita religiosa, anch’essi non procedenti dall’iniziativa burocratica, e quindi sempre considerati con inimicizia. Poi ancora i legami e le iniziative di scuola, di insegnamento, di formazione, di trasmissione di sapere: sappiamo quanto l’ideologia dell’apparato e della burocrazia che si pone come originaria (proprio la mistificazione che Marx si impiegò a svelare, e su cui Max Weber scrisse cose fondamentali) sia sordamente nemica della libertà di scuola.

Lei sa bene che ci sono casi di psicologi “denunciati” e “perseguiti” solo per qualcosa che hanno detto o scritto in dissonanza con l’agenda gay…
Certo, qui in Italia, prima c’è stata la presa di posizione dell’Ordine degli psicologi contro le cosiddette terapie riparative dell’omosessualità. Quindi, sul bollettino dello stesso Ordine, l’attacco alla psicoanalisi laica. Infine, la crociata corporativo-sindacal-populista – e probabilmente anticostituzionale – sul divieto di insegnare a chi non è psicologo cose specifiche della professione di psicologo (come se si sapesse quali sono e come distinguerle…). Tre indizi fanno una prova. Queste tre prese di posizione per me sono segno di un sistematico scherzare col fuoco dei diritti e della libertà altrui. Un Ordine esiste per garantire più libertà di esercizio e di iniziativa professionale, o invece per farci cedere ogni autonomia personale a burocrazie autoreferenziali? In ogni caso sono chiari sintomi di che cosa è diventato il controllo dell’opinione, e di come questo influenza in modo autoritario e totalitario la società.

Questione “omofobia”. Il Parlamento sta per licenziare una legge molto severa, al limite della violazione della libertà di pensiero e di opinione. Qual è il suo parere?
Penso che il termine “omofobia” non è un concetto, è un’accusa, e per di più presupposta. È una presunzione legale, che serve unicamente a quelli che hanno deciso che lo Stato deve fischiare il fuori gioco a tutti gli altri: i quali devono sentirsi in colpa per come parlano e per i pensieri che gli vengono, o essere patologizzati (cioè criminalizzati) per questa “fobia”, come i dissidenti russi “curati” in ospedali psichiatrici. Ma poi che cosa pensano davvero “tutti gli altri”? E chi lo sa, e soprattutto a chi importa di saperlo? Serve molto di più tenerli sulla corda.
Se non si può dire, definire oggettivamente, che cos’è omofobia o transfobia, significa che queste parole non indicano realtà verificabili (e quindi oggetto di scienza né di osservazione concreta). Non sono neanche autocertificazioni, perché si immagina lei qualcuno che possa dire “ho picchiato il tale per omofobia”? Allora significa che sono solo supposizioni sulle tue intenzioni che un altro ti attribuirà e interpreterà: e contro la supposizione dell’altro, come in ogni paranoia che si rispetti, ciò che tu potrai dire per spiegarti, per giustificare, non conterà nulla. È come l’accusa di essere “controrivoluzionari” lanciata nella rivoluzione francese oppure russa: c’è qualcuno per favore che sa dire come ci si può difendere da questa accusa? Pregasi rileggere La colonna infame di Alessandro Manzoni, o le Osservazioni sulla tortura di Pietro Verri. “Untore”, “omofobo” o “controrivoluzionario” è esattamente la stessa faccenda, la stessa logica, è uno strumento politico, non il concetto di qualcosa di reale.
Invece c’è interesse a mantenerne la nozione vaga e aperta, inverificabile e infalsificabile, perché possa essere usata come accusa quando e come si ha interesse a farlo, potenzialmente contro chiunque, come già fece la “legge dei sospetti” nella rivoluzione francese. C’è già chi la patisce preventivamente, la persecuzione: non sarebbe interessante ascoltare, oltre agli psicologi, anche gli insegnanti di scuola materna, elementare e via salendo, che hanno già paura a usare la lingua in cui sono nati, invece che la neolingua orwellianamente burocratica, hanno paura di usare la lingua per dire le relazioni del soggetto con i sessi, con le generazioni, col corpo, perché temono che questo creerà loro difficoltà e discriminazioni da parte delle direttrici, dei presidi, del funzionario di turno? E i genitori, che sono i primi a usare la lingua costruendo la relazione fondamentale del soggetto col mondo, non pensate che presto avranno paura anche loro o non sapranno più come parlare coi loro figli per non incorrere in scorrettezze che un burocrate giudiziario sanzionerà penalmente? Difficile non incorrere in scorrettezze se si tiene alla salute mentale, dato il carattere intrinsecamente non burocratico delle relazioni familiari.

Ci sono giunte notizie dall’America, dove certi genitori non danno più nomi sessuati ai figli né parlano loro di sessi per non violare la loro libertà di scegliere il sesso.
Come se si potesse scegliere il reale dell’esistenza. Si “sceglie” (inconsciamente, e maturandola drammaticamente) la propria posizione nei confronti del reale, incluso quello del sesso, questo sì: ma questa è una faccenda del tutto diversa, che passa proprio dal fare i conti col reale, dal dare i nomi alle cose, non dal fare finta che il reale e i suoi drammi non esistano e scompaiano dietro un gergo ideologico.

Dall’America ci sono giunti anche i discorsi di certe femministe per le quali avere un corpo femminile è di per sé un’ingiustizia…
Da questo scaturisce il diritto a eliminarlo. Può ben capire allora che chiunque fa appello al reale, a un reale qualunque ma che sia reale, viene considerato da questa logica come un nemico mortale: infatti, se il suo stesso sesso o corpo reale gli è a priori nemico, perché mai non dovrebbe considerare nemico anche te? Perché dunque non dovrebbe cercare di farti fuori per renderti un po’ meno reale?
Ma se il reale gli è nemico, allora gli è nemica anche l’etica della scienza, perché la scienza vuole proprio trovare un sapere insito nel reale che accetta di guardare. E dunque colui che su questi temi biopolitici ti dice “la scienza ha dimostrato che…”, sta ammazzando la scienza insieme con la tua libertà. Proprio come faceva Lysenko, l’agronomo stalinista che per promuovere le sue idee “rivoluzionarie e materialiste” sull’agricoltura, fece far fuori in tutti i sensi da Stalin scienziati botanici come Vavilov, che praticavano la genetica ritenuta una “scienza borghese”. Tornando alla questione politica dell’omofobia: si capisce che è semplicemente una forma attuale di criminalizzazione non solo dei pensieri diversi da quello dominante, da quello unico ideologico, ma è una criminalizzazione del pensiero come tale perché colpevolizza, criminalizza letteralmente il fatto di usare nel pensiero certe parole per porsi delle domande sulla realtà che si deve affrontare perché ci si impone.
Perché fa diventare un reato, criminalizza il giudizio sulla realtà, criminalizza un approccio alla realtà che non passa per il filtro e le censure del pensiero unico, quello per cui non è possibile dire, ma nemmeno pensare, certe parole e dunque certe cose. Le ricordo quello che scrisse Freud in risposta a chi voleva che “ammorbidisse” certi suoi modi di dire, per esempio la “sessualità” infantile. Scrisse che «si comincia a cedere sulle parole e si finisce a cedere sulle cose». E a proposito di una neo-lingua burocratica imposta che dovrebbe mascherare, anzi cancellare le cose della vita e dell’amore, propongo una cosa: visto che siamo sotto Natale, invito ciascuno a regalare ad amici, amministratori e politici una copia di 1984 di George Orwell. E si potrebbe perfino lanciare una specie di concorso: paragona il racconto con la situazione di oggi e scrivici quello che hai trovato di simile o di identico!

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41 commenti

  1. Alessandro

    All’inizio speravo anche io che la legge anti-omofobia non limitasse la libertà di opinione.
    Ma dopo un anno in cui su questo sito, OGNI GIORNO, leggo i vostri commenti su articoli che riguardano le persone LGBTQ, mi viene sempre più voglia di sperare che davvero tale legge limiti la vostra libertà d’espressione. Almeno non dovrei leggere ogni volta tutte queste scemenze e asti immotivati.
    Non ho mai visto una così insistente e isterica cattiveria.
    Tutto ricondotto a complotti, denunciati con un’isteria senza pari, ma sapete che vi dico? Ma magari avessimo noi gay le lobby in Italia! Magari! Almeno avremo uno straccio di legge a nostro favore! I gay ora vogliono tutto certo, perchè non gli avete mai concesso niente in passato, nemmeno il rispetto.
    Tutti voi qui a dire che siete solalmente contro i diritti dei gay ma che rispettate i gay, ma dalla cattiveria e dal malcelato disprezzo che nei vostri commenti traspare OGNI GIORNO, si capisce benissimo che a voi i gay fanno proprio schifo.
    Mai avessi visto poi la voglia di venirsi incontro. No, niente da fare, al massimo voi concedete ai gay di “curarsi” dall’omosessualità, mai che vi venga forse un dubbio nella vostra mente sul fatto che magari gli altri possano avere ragione.
    Dite che i gay credono alle menzogne, condizionati dalle ideologie. Ma vi siete mai guardati allo specchio? Ma chi vi credete di essere? Avete solo voi la verità in tasca? Un po’ di umiltà.
    Date dei malvagi agli altri, ma in verità quello che sento da voi ogni volta che leggo i vostri commenti non è certo la buonafede, ma è solo la paura, e non poche volte anche la meschinità.
    Cercate di conoscere le persone LGBTQ, di CONOSCERLE DAVVERO, di capire il loro punto di vista magari, di stringere amicizia con loro. E non parlo solo dei gay che piacciono a voi, cioè i gay sostenitori della Manif-pour-tout, quelli che vi fanno auto-compiacere di essere nel giusto, ma anche quelli dall’altra parte della barricata, quelli che lottano per i diritti/doveri. Non vi passaranno il pericoloso virus dell’omosessualità, statene certi. Imparereste magari anche qualcosa in più, e uscireste forse dall’autoreferenzialità.
    Scusate lo sfogo, ma dovevo proprio dirlo, l’indignazione la covavo da troppo tempo. E ora se volete fare gli avversatori professionali, pronti a rigirare la frittata ancora come vi piace a voi, fate pure. Il mio era solo uno sfogo, non nutro certo la speranza di aver saputo convincere anche solo uno di voi intelligentoni so-tutto-io, voi povere menti libere che sono zittite dalle potenti lobby anti-cristiane anti-umane, siete proprio le vittime voi. Voi che amate tanto essere dalla parte del giusto, ma avete il cuore sporco di catrame, pieno di disprezzo, di paura e di odio, di saccenza e di isteria.
    Vi meritereste che un giorno vi scopriate gay, così come è accaduto a me che ero un adolescente omofobo e facevo le stesse vostre stupide e rancorose osservazioni. Poi per fortuna mi sono scoperto gay, e sono cresciuto molto negli anni, e ho imparato tante cose, molte delle quali positive.
    Ed ora chiudo davvero. Scusate l’arrabbiatura ma mi fate proprio incazzare. Dovreste commentare più spesso gli articoli su Papa Francesco, invece lì non vedo mai un commento. Vi invito solo ad aprirvi con la mente e col cuore al mondo GLBTQ, cosicché ci si possa riappacificare senza isterismi e disprezzo da una parte e rabbia dall’altra.

    1. Francesco

      Cattiverie ??? Quelli sono troll, non persone corrette che espongono le proprie idee…

      1. Che cattivoni questi che osano commentare…

      2. Che cattivoni questi che osano commentare… dovrebbero commentare solo il Papa..!

    2. giovanna

      scusa, Alessandro, non se ti riferivi al mio commento: credo di essere libera di notare che sotto questo articolo profondo e interessante, su cui ci sarebbe da discutere per ore, si leggono i soliti commenti a casaccio, compreso il tuo.
      Come se non vi importasse minimamente la discussione e tu me lo confermi appieno.
      Comunque, ti sei sfogato, ti senti meglio ? In qualche modo la rabbia dovrà pure uscire !
      E dare la colpa agli altri della propria mancanza di equilibrio ( scusa, eh, ma a leggerti non sembri tanto tanto lucido ) non mi sembra una soluzione.
      Però è bello che leggi gli articoli su papa Francesco.

  2. Cisco

    Sono perfettamente d’accordo con Binasco e seguiro’ il suo consiglio: mi rileggerò 1984, un libro profetico come e’ stato anche Brave New World o anche il film Gattaca. Buon Natale, e fate il presepe finché non lo considereranno una terribile rappresentazione omofoba.

    1. cornacchia

      Ma non si può condannare all’unanimità ogni maltrattamento verso le persone omosessuali, in tutta la loro dimensione, ivi compresa la libertà e l’integrazione sociale e, nel contempo, sostenere le proprie idee religiose? Come, d’altro canto, avviene per l’eterosessualità.

  3. Vero è che non tutti gli articoli sull’argomento sono interessanti, ma frequentando il sito da ormai piu di un anno ho notato che appena ce ne è uno con contenuti oggettivi, spunti di riflessione, approfondimenti interessanti e professionisti riconosciuti, ecco che nei post o vengono ignorati oppure i contenuti sono buttati in caciara dai “soliti ignoti”.

  4. pam

    Amicone ritirati, ora mai hai scassato i coglioni pure a quelli di cielle…

  5. Paolo

    Ma non è faticante sfornare ogni momento articoli stracolmi di ideologia (confessionale e unica presente).
    Le solite tiritere del “politcamente corretto” ecc atte solo per buttare fumo negli occhi.
    Oltre tutto per una legge che, così com’è, è del tutto inadeguata a contrastare l’omofobia, che non è solo violenza fisica.
    Libertà di pensiero non vuol dire libertà di discriminare o sminuire o volutamente travisare la natura delle persone e i loro rapporti solamente in virtù delle paturnia di un credo religioso.
    Nessuno è stato “perseguitato” per aver promosso le vergognose pratiche dette “terapie riparative”.
    Sono stati semplicemente smenititi da quelle che sono le evidenze scientifiche, condannando al contempo tali pratiche volte solamente a sollazzare i desiderata di un’ideologia religiosa che non ammette di essere sbugiardata dalla realtà scientifica dei fatti.
    Per coerenza cominciate con togliere la tutela alle confessioni religiose dalla legge Mancino…

    1. Giorgio

      Ma ‘sta “muccata” dell'”ideologia religiosa/confessionale” è farina del tuo sacco o hai recepito questi ponderosi concetti durante la scorsa transumanza?

      1. giovanna

        Io una idea me la sono fatta, di questi commentatori gay di turno : non riescono a leggere manco mezzo articolo di Tempi, di qualsiasi argomento ( oggi ce ne saranno una ventina ? ) , proprio non ci arrivano, sono articoli troppo densi e profondi. Tanto è vero che qualsiasi sia il contenuto , per esempio questo sopra offre degli spunti interessantissimi, soprattutto sul totalitarismo incombente o purtroppo già presente, e loro sempre le solite noiosissime tiritere.
        Manca una visione d’insieme della società, non gliene importa nulla degli altri,contemplano il loro ombelico e tanto basta.

        1. cristina

          a me sembra che a contemplare il vostro ombelico siate solo voi, desiderate solo conservare il vostro diritto di insultare , generalizzare, discriminare…bravi

    2. Carlo

      Attualmente il testo della legge recita (se sbaglio correggetemi):
      “Ai sensi della presente legge, non costituiscono discriminazione, istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all’odio o alla violenza, nelle condotte conformi al diritto vigente, ovvero assunte all’interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all’attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni”.
      Chiedo: se scrivo su questo sito che sono contrario (preciso: per ragioni totalmente ESTRANEE alla religione) ai matrimoni gay, sto istigando all’odio o alla violenza? Se venissi denunciato, lei può garantirmi che il giudice non mi condannerebbe? Sì o no? Grazie.

      1. cornacchia

        Nessun Giudice Ti condannerebbe.
        Se, invece, Tu sostenessi che gli omosessuali sono degli anormali da sottomettere, che fanno schifo, che devono abituarsi a starsene nascosti ot similia, allora verresti giustamente condannato.

        1. Francesco

          Cornacchia, siamo in Italia… hai presente cosa fanno i giudici “ispirati”? Leggi qualche articolo qui su tempi, anche senza tirare in ballo Berlusconi.

          1. cornacchia

            Va beh, ma allora, si dovrebbe togliere anche la legge contro la diffamazione perché qualcuno ne abusa.
            Cerchiamo, piuttosto, di fare, ASSIEME, una legge che, senza assolutamente privarVi della libertà di dire che l’omosessualità è immorale, nel contempo, rispetti la libertà dei gay!

          2. Francesco

            Perche’, ce n’e’ bisogno? La costituzione dice che i gay sono diversi dagli altri???

        2. Carlo

          @cornacchia: Che tu pensi di no, purtroppo non serve a nessuno. Come al solito si evita il punto: la legge non specifica (temo volutamente) cosa sia istigazione e cosa non lo sia. La discrezionalità lasciata al giudice non ha alcun limite.
          DIMOSTRAMI, se puoi (e non vedo come sia possibile), che sulla base di questo teso di legge un qualsiasi giudice, anche volendo, non potrebbe condannarmi. Oppure ammettiamo che qualcosa da sistemare c’è.

  6. beppe

    a luca nun ce scassà lucà!

  7. AndreaB

    Buongiorno, e’ emblematico come nella storia, molte persone che accusavano la propria societa’ di mancanza di liberta’, hanno finito poi per agire con profondo odio, tentando di soffocare con la prigione o nel sangue le liberta’ pacifiche di chi non la pensava come loro…A poco a poco ci stiamo ricascando perche’ vengono nuovamente a mancare i valori cristiani che mettono come ipotesi ad ogni azione l’Amore e il rispetto per il prossimo.

    1. Andrea

      Mmm.. Non mi sembra proprio che nella storia questi valori cristiani siano stati applicati dalla Chiesa…

      1. Giorgio

        Ecco un altro (o lo stesso sotto falso nome) che imita il verso della mucca!
        Che sia un tentativo di eguagliare l’intelletto e il posato atteggiamento del nobile ruminante?

        1. Alberto

          Sarà un caso, ma quelli che dicono più o meno le stesse tre o quattro cosette si firmano con pseudonimi che ricordano notissimi sodalizi di attori comici:
          Luca e Paolo,
          Aldo e Giovanni.
          Prima che io sia annientato dalla curiosità, pongo le seguenti domande
          1) c’è qualcuno dei commentatori abituali che ha avuto a che fare anche con uno di nome Giacomo?
          2) secondo voi il nome “Checco” non è usato per ragioni ideologiche o per l’assonanza con “Checca”?
          3) Sono questi, secondo voi, degni emuli di chi un tempo voleva la fantasia al potere?

    2. cornacchia

      Va bene, posso sottoscrivere in pieno. Ma qui a lamentare la privazione delle libertà siete proprio Voi. O sbaglio?
      Riconoscete rispetto agli altri e le Vostre tesi acquisiranno più efficacia.

      1. Francesco

        Rispetto assoluto, per le persone, ci mancherebbe, non potremmo dirci cristiani.
        Dice il Papa: chi sono io per giudicare un omosessuale?

        1. cornacchia

          Beh, allora, O tutti quelli che scrivono qui sono dei comunisti che vogliono metterVi in bocca parole non Vostre (P.S.: sono un liberale di destra) OVVERO qualcuno ha scritto qualcosa sopra le righe!!!

          1. Francesco

            Mi sa che ti riferisci ad una trolla. Chi hai in mente?

          2. cornacchia

            Senza fare nomi, vedi quelli che dicono che le coppie gay devono chiudersi in camera da letto perché la società deve permettere la visibilità della sola eterosessualità.

  8. luca

    ma allora siete proprio fissati… un articolo su 3 parla dei gay… ma basta. ma di cosa parlereste se non ci fossero i gay?

    1. Claudio

      Ecco uno che guarda lo svolgersi degli eventi come la mucca guarda il treno…

    2. beppe

      caro luca, se non sei in grado di comprendere la gravità e le conseguenze della tendenza totalitaria del pensiero fintamente libertario delle lobby gay , è un problema , gravissimo, TUO.

      1. Paolo

        Caro sig. beppe…quando capirà che il problema, gravissimo, è solo il suo avrà già fatto un passettino avanti

        1. Paolo2

          Ma Paolo, non posso credere che ti sia dimenticato di rinfacciargli la sua “ideologia religiosa”………

        2. Francesco

          Che il problema e’ grave (anche per me) lo si capisce anche da quanto vi affrettate a partecipare alla discussione, provando a minimizzare, per arrivare prima o poi agli insulti verbali…

      2. cornacchia

        Caro Beppe,
        il problema è che gli esseri umani non sono tutti uguali. Se è bene tutelare chi vuole far famiglia, allo stesso modo è giusto permettere di vivere con piena dignità anche chi vuole – o è portato a – costituire relazioni alternative. D’altro canto, non è che la “normalità” eterosessuale sia sempre vissuta in maniera morale, quindi perseguitare o reprimere o pretendere di nascondere l’omosessualità è puro “razzismo” verso il diverso.

        1. beppe

          cornacchia, gli esseri umani sono diversi, proprio in quel punto là. e, punto primo, qualcuno vuole che si uniscano due realtà identiche. la civiltà gradualmente ha dato origine a norme che appunto tutelavano la famiglia, evidentemente riconosciuta come fondamentale per la crescita della specie e l’educazione della prole. dal rispetto verso chi manifesta orientamenti sessuali diversi ( relazioni alternative) alla pretesa del ”matrimonio omosex” ci corre molta strada. cosa vuol dire ”tutelare chi vuole relazioni alternative? in quel campo ( in camera sua) ognuno può fare quel che vuole. lo capisci che il punto cruciale sono i figli, i bambini? che non si possono fabbricare per un capriccio ? in fondo molti sforzi della scienza per realizzare la fecondazione artificiale li vedo viziati dal vero obiettivo che ora si manifesta in pieno: consentire le adozioni alle coppie gay.

          1. cornacchia

            Sono diversi anche nella tendenza sessuale: non solo ciò che si vede è importante per la persona.
            Se è vero che “dal rispetto verso chi manifesta orientamenti sessuali diversi ( relazioni alternative) alla pretesa del ”matrimonio omosex” ci corre molta strada” è altrettanto vero che corre molta strada dal rifiuto dei matrimonio gay all’odio verso la coppia omosessuale.
            Tutelare le relazioni alternative significa permettere loro di esistere, anche pubblicamente, purché non si sposino.

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