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Ora uno ride a leggere Gian Antonio Stella recensire Ricolfi scherzando su Biancaneve e i sette “verticalmente svantaggiati”, ma non doveva affatto ridere il professor Telmo Pievani, ordinario di Filosofia delle scienze biologiche a Padova, quando la redattrice americana cassò in un suo testo i termini “nano” e “cieco”. E fa niente se usava “nano” per una specie di elefante e “cieca” riferito alla selezione naturale: meglio “verticalmente svantaggiato” o “non vedente.” Follia? No, follemente corretto. Ma se siete lettori di Tempi non cadrete dal pero.
Spieghiamo: Luca Ricolfi lo va ripetendo da anni, se del politicamente corretto potevamo intuire la ratio, ora non c’è più limite, neanche il senso del ridicolo, alla correctness. Non si tratta più di sostituire “negro”, “vecchio”, “bidello” con sinonimi più gentili (o ipocriti), Il follemente corretto di cui il professore torinese scrive nel suo ultimo libro (La nave di Teseo) «vince sul ragionamento e su ogni logica». Che spettacolo...
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