La difficile manifestazione “immacolata” dei No Tav
Ai No Tav serve una manifestazione immacolata. Il ritorno in piazza, a Torino e non nel villaggio di Asterix della Val Susa, proprio all’Immacolata, è vissuta come prova di forza e grande operazione mediatica per dimostrare la natura non violenta del movimento. La data non è stata scelta a caso: l’8 dicembre per gli avversari del tratto ferroviario del Corridoio 5 ha un valore simbolico, ricorre l’anniversario della ripresa dei terreni di Venaus nel 2005 e vi si celebra, con la solita generosità di maiuscole di chi si sente impegnato a salvare il mondo, quella che è stata battezzata la Giornata Internazionale contro le Grandi Opere Inutili e Imposte e per la Difesa del Pianeta.
DELUSIONE GRILLINA
Nelle assemblee di queste settimane dell’articolato fronte che si oppone alla Torino-Lione (ben lungi dall’essere unitario nelle sensibilità e nelle strategie) non si parla d’altro: “nemmeno una cartaccia o una scritta con la bomboletta spray, figurarsi qualche provocazione verso le forze dell’ordine”. Pesa il confronto con la prima sobria e trasversale mobilitazione in favore dell’opera del 10 novembre scorso. Nemmeno, poi, si vuole farla sembrare un’azione di sostegno alla non proprio in stato di salute eccellente Chiara Appendino e ai 5 Stelle in generale (pure ad Alberto Perino il più Grillofriendly dei leader antitreno è sorto qualche dubbio sull’affidabilità dei pentastellati in versione governista). I valligiani vorrebbero rispondere all’assenza di bandiere alla piazza Castello dei Sì con la sola presenza del bianco vessillo trenocrociato; difficile, però, che l’arcipelago della sinistra estrema rinunci a una ribalta per le loro insegne in crollo verticale di audience. All’area dei centri sociali e dell’Autonomia, così come a quanto rimane dell’anarchismo, poi, piace proprio nulla la forte tinta securitaria dell’alleanza giallo-verde ed è improbabile che non si cerchi di dar rumorosa visibilità a quest’avversione.
GIORNI DI SHOPPING
La natura variegata (plasticamente rappresentata dal manifesto disegnato da Zerocalcare per i manifesti del corteo) è stata a lungo un elemento di vantaggio per una moltitudine che ha saputo darsi un’immagine di unitario “single-issue moviment” (ma sostanza e immagine sono faccende ben diverse). I nodi vengono al pettine, l’arrivo al governo dei grillini (prima del capoluogo subalpino, poi del Paese) ha complicato il quadro: si fa fatica a costruire quell’immagine unitaria che servirebbe per rispondere alle madamin e ai corpi intermedi che hanno scelto il Sì al treno veloce per impedire il saldarsi definitivo di un asse populista tra Lega e 5 Stelle, di fatto proponendosi come unica proposta d’alternativa all’attuale esecutivo.
Serve una manifestazione immacolata e il garrire di soli drappi bianco-rossi. Un obbiettivo mica facile per un corteo che irrompe nel giorno che apre lo shopping natalizio di una capitale che sta diventando lo scenario del contrapporsi di due idee d’Italia.
Foto Ansa
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