
La differenza tra Conte e Conte

Articolo tratto dal numero di novembre 2020 di Tempi. Questo contenuto è riservato agli abbonati: grazie al tuo abbonamento puoi scegliere se sfogliare la versione digitale del mensile o accedere online ai singoli contenuti del numero.
Quando leggerete queste poche, sporche e inutili righe saremo vicini al Santo Natale “salvato” da Giuseppe Conte. “Così salviamo il Natale” è una delle frasi più grottesche degli ultimi decenni insieme con “palla sanguinosa” e “sciabolata morbida”.
Mi viene da canticchiare la hit di Jovanotti-Carboni «o è Natale tutti i giorni o non è Natale mai», ma Conte-premier non capirebbe, forse ci riuscirebbe Conte-allenatore.
Il problema è proprio questo, compagni e amici, ma ci arrivo. L’illuminazione mi ha attraversato in queste giornate in cui rivedo e risento le stesse facce, le stesse parole, le stesse interviste. Ottobre come marzo. Gli stessi giornali, con i medici a ruota libera.
Belin, l’unica luce è stata Susanna Tamaro, la dolce Susanna, quella che suggeriva di andare dove ti porta il cuore, cioè la mia perfetta antitesi, perché io al massimo posso suggerirvi di andare a dar via il culo. Susanna gliele ha cantate sul Corriere chiedendo di smetterla con i bollettini giornalieri pieni di numeri senza senso e di virologi che aumentano solo il panico.
Questa estate ho dovuto litigare con un amico: lodava Conte-premier “che ha fatto bene nell’emergenza”. Ma per favore. E qui siamo all’illuminazione.
Il guaio di Conte-premier, oltre a esso stesso, è che a sostenerlo c’ha il Fatto quotidiano, Casalino e i Five Stars. Conte-allenatore invece c’ha Romelu Lukaku. Capite la differenza?
Foto Ansa
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