
«L’agenzia di intelligence militare straniera della Federazione Russa, il GRU, ha attualmente più funzionari dell’intelligence dispiegati in Messico che in qualsiasi altro paese del mondo, con l’obiettivo finale di influenzare le decisioni prese dagli Stati Uniti». Questa l’esplosiva denuncia del comandante del Comando del Nord degli Stati Uniti (NORTHCOM), Glen VanHerck, fatta giovedì scorso a Washington, davanti al Comitato per i servizi armati del Senato statunitense.
«Una breccia per Cina e Russia»
Durante l’audizione, il generale a quattro stelle ha aggiunto che il Cremlino sta cercando di accedere agli USA usando come testa di ponte la nazione latinoamericana. Poi VanHerck ha dettagliato le operazioni di Mosca in Messico, dove la Russia ha una delle sue più grandi ambasciate in America Latina. «Vorrei sottolineare che la maggior parte dei membri del GRU nel mondo si trova adesso in Messico. Lì c’è quasi tutto il personale dell’intelligence russa. E tengono d’occhio molto da vicino ogni possibilità per influenzare ed entrare negli Stati Uniti», ha denunciato.
Secondo il capo del Comando nord degli Stati Uniti, una delle conseguenze dell’instabilità in Messico causata dai cartelli del narcotraffico è che le spie russe o cinesi possono facilmente minacciare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. «Le organizzazioni criminali transnazionali operano senza opposizione e aprono la strada alla corruzione e alla violenza creando una breccia che consente a Cina e Russia di intromettersi», ha affermato.
Il Messico rigetta le accuse
Piccata, sabato, è arrivata la risposta a VanHerck del presidente messicano Andrés Manuel López Obrador, che non solo ha ignorato la denuncia ma l’ha anche travisata. «Il Messico non è una colonia di nessuno», ha infatti detto AMLO (come chiamano tutti nel paese del tequila il presidente), aggiungendo che «non ha mai inviato spie all’estero». «Siamo un paese libero, indipendente e sovrano, non siamo una colonia della Russia, della Cina o degli Stati Uniti», ha continuato a divagare López Obrador, aggiungendo che «noi non andiamo a Mosca né a Pechino, non andiamo a Washington, né a Los Angeles a spiare quello che stanno facendo là».
L’enorme palazzo che ospita l’ambasciata russa a Città del Messico è di gran lunga spropositato rispetto ai limitatissimi scambi commerciali, turistici e commerciali tra i due paesi ed è stato a lungo ritenuto un centro di spie. Non a caso, Lee Harvey Oswald, l’uomo che nel 1963 uccise il presidente John F. Kennedy, fece alcune visite mai completamente chiarite alle ambasciate sovietica e cubana a Città del Messico, poco prima dell’omicidio. In tempi più recenti (lo scorso febbraio) Hector Cabrera Fuentes, un importante scienziato messicano, ha confessato di essere stato cooptato da agenti russi per sorvegliare un informatore del governo statunitense residente a Miami.
«Aumentare l’amicizia tra Messico e Russia»
La clamorosa denuncia del comandante del NORTHCOM è arrivata poche ore dopo che l’ambasciatore degli Stati Uniti in Messico, Ken Salazar, aveva criticato l’inaugurazione alla Camera, a un mese esatto dall’invasione delle truppe di Putin contro l’Ucraina, di un «comitato di amicizia russo-messicano». Sei legislatori del partito Morena del presidente Andrés Manuel López Obrador, si sono infatti uniti a una ventina di altri onorevoli di sinistra in Parlamento per creare questo “comitato” alla presenza dell’ambasciatore russo Viktor Koronelli, ovviamente entusiasta.
«Per noi questo è un segno di sostegno, di amicizia, di solidarietà in questi tempi complicati in cui il mio paese non sta affrontando solo un’operazione militare speciale in Ucraina, ma una tremenda guerra mediatica», ha ringraziato il diplomatico russo. A Koronelli un deputato del partito di AMLO, Armando Contreras Castillo, ha risposto così, testualmente: «Siamo sempre pronti a fare tutto il possibile per aumentare l’amicizia, le relazioni e la cooperazione tra Messico e Russia in ogni aspetto del mondo e della vita».
Nessuna sanzione a Mosca dal Messico
Basita l’ambasciatrice ucraina in Messico, Oksana Dramaretska. «Questo gruppo di amicizia Messico-Russia installatosi alla Camera è una vergogna e starà sulla coscienza delle persone che vi hanno partecipato, perché dichiarare il proprio sostegno a Putin in questi tempi è partecipare a un crimine», ha dichiarato in un’intervista a Milenio Tv. La Dramaretska ha poi riconosciuto che nessun parlamentare dei partiti Rivoluzionario Istituzionale (PRI) e Azione Nazionale (PAN), così come del Movimiento Ciudadano, ha appoggiato il “gruppo di amicizia” con Putin, chiedendo «al governo messicano di considerare l’applicazione di sanzioni economiche contro la Russia, perché fare affari con Mosca oggi significa sostenere una guerra, un massacro». Sino a oggi, il Messico si è rifiutato di inviare aiuti all’Ucraina o di imporre sanzioni alla Russia.