
La Apple ha così tanti soldi da potersi comprare Eni, Deutsche Bank o tutto il Qatar
Nelle casse delle grandi corporation statunitensi ci sono oltre 1.700 miliardi di dollari. Con una cifra simile, le aziende americane sarebbero in grado di pareggiare l’intera economia di un paese come il Canada, scrive il Corriere economia. Questi dati, pur elevatissimi, non riescono a far sorridere il presidente degli States Barack Obama. Questa liquidità, infatti, non viene reinvestita, ma macera nelle casseforti, senza creare posti di lavoro che possano arginare la difficile situazione economica. Inoltre, i capitali guadagnati all’estero spesso non sono importati in patria, a causa del pesante ostruzionismo delle tasse americane sui redditi aziendali (pari al 35 per cento, peggio c’è solo il Giappone).
Tra queste enormi società, la sola Apple ha una liquidità che si aggira sui 97,6 miliardi di dollari. Per intenderci, potrebbe comprarsi l’intero emirato arabo del Qatar, che ha un Pil di 98 miliardi. Oppure, potrebbe rilevare due banche come Ubs e Deutsche Bank (rispettivamente 51,43 e 38,34 miliardi di dollari). Se volesse essere più filantropica, la Apple potrebbe assorbire l’intero debito pubblico delle Filippine. Altrimenti, potrebbe buttarsi a capofitto nel mercato energetico italiano comprando l’Eni (valutata 80 miliardi di dollari).
Dell’intero patrimonio della ditta co-fondata da Steve Jobs, ben 64 miliardi stagnano nelle banche estere. Importarli sarebbe, di fatto, sconveniente. Il pensatoio conservatore Heritage foundation sta pensando una riforma generale del sistema di tassazione delle aziende per incentivare gli investimenti in patria e, di conseguenza, il ritorno di capitali. Chissà cosa ne pensa Mario Monti.
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