Non solo è stata l’Ucraina a sabotare il Nord Stream 1 e 2. Le intelligence di Stati Uniti e di alcuni paesi europei erano a conoscenza del piano mesi prima della sua attuazione, ma non sono riusciti o non hanno voluto fermare l’attentato. È quanto sostiene il Washington Post in un nuovo articolo che indica Kiev quale responsabile del bombardamento dei gasdotti del 26 settembre 2022, che oltre a un enorme danno economico da centinaia di milioni di dollari ha provocato una catastrofe ambientale. Ad aver condotto l’attentato sarebbe stato un gruppo che rispondeva direttamente al comandante in capo delle forze armate ucraine.
Gli Usa sapevano dei piani di Kiev
Il giornale americano ha scritto di essere entrato in possesso di un nuovo documento di intelligence tra i tanti trafugati dalla gola profonda Jack Teixeira e in seguito pubblicato online sul social Discord. Il rapporto, che spiega in modo dettagliato come si sarebbe svolto l’attentato, è stato redatto dall’intelligence di un paese europeo, «stretto alleato degli Stati Uniti», e condiviso con la Cia nel giugno 2022, cioè tre mesi prima del sabotaggio del Nord Stream sotto il Mar Baltico.
La Cia, sempre nel mese di giugno, ha condiviso il rapporto, probabilmente stilato dal Regno Unito, con la Germania e altri paesi europei. I dettagli contenuti nel documento dimostrano, spiega il Washington Post, che «gli alleati occidentali hanno avuto le basi per quasi un anno per sospettare l’Ucraina del sabotaggio».
Tra le domande a cui la Casa Bianca e la Cia non hanno voluto rispondere ce n’è anche una riguardante le contromisure americane: «I funzionari americani hanno cercato di fermare l’operazione?». Molto probabilmente no, visto che Joe Biden ha sempre dichiarato di voler «mettere fine» al Nord Stream.
L’Ucraina ha sabotato il Nord Stream
Dopo l’attentato, molti funzionari americani ed europei hanno accusato la Russia di aver distrutto il Nord Stream, anche se sapevano che il sabotaggio era opera dell’Ucraina, «perché temevano di dividere l’alleanza contro la Russia incolpando Kiev».
Contrariamente a quanto ipotizzato in precedenza dal New York Times, i sommozzatori e dinamitardi che hanno preso parte all’operazione non erano «indipendenti», ma rispondevano direttamente al comandante in capo delle forze armate ucraine, il generale Valery Zaluzhny.
Trova conferme la pista tedesca
Secondo il rapporto l’attentato sarebbe stato portato a termine tra il 5 e il 17 giugno, durante la Baltops 2022, un’esercitazione militare navale della Nato. Poi i piani sarebbero cambiati, l’attacco posticipato, così come la località dove affittare l’imbarcazione per portarsi sopra il gasdotto.
Sembra trovare conferma la pista su cui sta lavorando il procuratore federale tedesco, secondo cui un commando di cinque uomini e una donna con passaporti falsi avrebbe affittato una barca a Rostock, in Germania, da un’azienda polacca di proprietà di due cittadini ucraini il 6 settembre e l’avrebbe utilizzata per dirigersi il 26 nell’area interessata dall’esplosione.
Tutti ora scagionano la Russia
Tra le altre piste che sono state ipotizzate nel corso dei mesi c’è quella del giornalista investigativo Seymour Hersh, secondo il quale il Nord Stream è stato sabotato dalla Cia con l’assenso di Joe Biden e della Norvegia.
L’unica cosa che hanno in comune le versioni di Washington Post, New York Times, quotidiani tedeschi e Hersh è che a compiere l’attentato non è stata la Russia, l’unico paese che non aveva alcun interesse al sabotaggio dei gasdotti.
Il governo di Kiev, nei giorni in cui accusa Mosca di aver causato un disastro ecologico distruggendo la diga di Kakhovka, non ha risposto alle richieste di chiarimento del Washington Post. L’indagine sul sabotaggio del Nord Stream imbarazza tanto l’esecutivo di Volodymyr Zelensky quanto Washington, che potrebbe aver permesso l’attentato.
Foto Ansa