L’omicidio di Nahel fa riesplodere la polveriera francese

Di Mauro Zanon
29 Giugno 2023
La banlieue di Nanterre è stata sconvolta da scontri e violenze dopo che un poliziotto ha ucciso un giovane che alla guida di un’auto aveva cercato di scappare dagli agenti
L'uccisione di Nahel a Nanterre, vicino a Parigi, in Francia, fa esplodere la violenza

L'uccisione di Nahel a Nanterre, vicino a Parigi, in Francia, fa esplodere la violenza

Parigi. Sono circa le 8.30 di martedì 27 giugno quando due poliziotti, dietro la Defense, il quartiere degli affari situato a Nanterre, a ovest di Parigi, fermano una Mercedes gialla. Il giovane alla guida si chiama Nahel M., ha 17 anni, e si è appena reso colpevole di diverse violazioni del codice della strada. Ma nonostante le intimazioni dei due agenti, il ragazzo schiaccia sull’acceleratore per provare a fuggire: la fuga, però, terminerà dieci metri più in là, contro un palo. Uno dei due poliziotti che lo teneva sotto tiro ha aperto il fuoco colpendolo sul petto mentre tentava di ripartire a tutta velocità, provocandogli ferite che si riveleranno letali.

Scene da far west a Nanterre

È l’ennesimo controllo di polizia finito in tragedia degli ultimi due anni in Francia, un paese trasformatosi in una polveriera sempre sul punto di esplodere, dove le proteste e le rivolte, oramai, sono all’ordine del giorno. «È soltanto l’inizio», ha minacciato a Libération Nassim, un ragazzo che vive nella banlieue di Nanterre, comune che nella notte tra martedì e mercoledì ha vissuto scene da far west, con barricate, auto e cassonetti incendiati e scontri violenti con i Crs, la polizia antisommossa.

«Presto ci saranno quelli di Gennevilliers, quelli di Bougival, quelli di Asnières, quelli di Clichy, e anche quelli del 77 e del 78 (i numeri dei dipartimenti limitrofi di Parigi, ndr)», ha aggiunto Nassim, avvertendo che il rischio è quello di rivivere le rivolte del 2005, quando bastò una scintilla per incendiare le banlieue e assistere per mesi, senza sosta, a scene di guerriglia urbana.

La doppia versione sulla morte di Nahel

La morte di Nahel ha suscitato grande commozione in tutta la Francia, non solo per la sua giovane età, ma anche perché non si tratta di un fatto isolato. Dal 2022, tredici persone sono state infatti uccise dalle forze dell’ordine francesi durante controlli stradali dopo essersi rese responsabili di un “rifiuto di ottemperare”. «La mia Francia mi fa stare male. Una situazione inaccettabile. Tutti i miei pensieri alla famiglia e ai cari di Nahel, un angelo volato in cielo troppo presto», ha reagito l’attaccante del Psg e della nazionale di calcio francese, Kylian Mbappé, un figlio delle banlieue (è nato a Bondy, a nord-est di Parigi). «Che una giustizia degna di questo nome onori la memoria di questo ragazzo», ha commentato l’attore Omar Sy.

Il diciassettenne era già noto alle forze dell’ordine e nel passato si era già rifiutato di fermarsi a un controllo di polizia, ma ciò non toglie che esista un vero problema di violenza nella polizia francese. In un video registrato da una passante che sta circolando sui social si sente uno dei due agenti – con tutta probabilità quello che ha sparato – urlare: «Ti metto una pallottola in testa». In più, lo stesso filmato smentisce la prima versione della polizia, secondo cui l’auto rischiava di travolgere l’agente che quindi avrebbe sparato per legittima difesa. Le immagini mostrano infatti che il poliziotto che ha aperto il fuoco non era posizionato davanti al mezzo ma all’altezza della portiera anteriore sinistra e impugnava già la pistola.

Oggi la marcia a Nanterre

«È un gesto assolutamente illegittimo e che non rientra assolutamente in un quadro di autodifesa poiché è chiaro che il poliziotto si trovava a lato del veicolo che era fermo», ha dichiarato uno degli avvocati della famiglia di Nahel, aggiungendo: «Sentirsi minacciati non giustifica sparare una pallottola nel petto». Ad aggravare la posizione del poliziotto di 38 anni, che ora è in stato di fermo, sono le dichiarazioni del primo ministro francese, Élisabeth Borne. «Indossare l’uniforme significa rispondere a un dovere di esemplarità […]. L’intervento non era chiaramente conforme alle regole», ha commentato durante il question time al Senato.

«Le immagini inducono a pensare che il quadro di intervento legale non è stato rispettato», ha insistito il capo del governo francese. Prima dell’inizio del question time, la Camera alta francese ha osservato un minuto di silenzio per commemorare Nahel. Sulla tragedia è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron. «Un adolescente ucciso è inspiegabile, ingiustificabile», ha affermato l’inquilino dell’Eliseo, auspicando «che la giustizia operi con celerità». In un video diffuso su TikTok, Mounia, la madre di Nahel, ha dato appuntamento giovedì alle 14 alla prefettura di Nanterre per una «marcia bianca», una «rivolta per mio figlio».

@mauro__zanon

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