
L’Azerbaigian ha iniziato a bombardare la capitale dell’Artsakh, Stepanakert, nell’ambito di quella che il ministero della Difesa di Baku chiama «attività anti-terroristiche locali» per «sopprimere le provocazioni su larga scala» degli armeni e «garantire l’uscita delle forze armate dell’Armenia dal nostro territorio», cioè dal Nagorno-Karabakh. Le forze di peacekeeping russe, così come la Turchia, sarebbero stati «avvertiti» dell’aggressione militare, che «non riguarderà obiettivi civili».
L’Azerbaigian bombarda gli armeni
Il suono delle sirene ha avvertito a partire dalle 13 (ora locale) i cittadini della capitale dell’Artsakh che i raid aerei e i bombardamenti dell’artiglieria azera erano cominciati.
L’Azerbaigian ha utilizzato come scusa per invadere nuovamente il Nagorno-Karabakh un presunto attacco armeno nella regione di Askeran, circostanza definita da Erevan come «completamente falsa. È l’Azerbaigian stesso ad aver violato il cessate il fuoco utilizzando facendo fuoco in quella direzione con mortai e armi leggere».
Stepanakert now… pic.twitter.com/2G8X6VO8my
— Marut Vanyan (@marutvanian) September 19, 2023
La chiusura del Corridoio di Lachin
L’accordo sul cessate il fuoco del novembre 2020, che aveva posto fine alla terza guerra del Nagorno-Karabakh, era già stato a più riprese violato da Baku con continue provocazioni e con la chiusura del Corridoio di Lachin il 12 dicembre 2022.
In questo modo il regime di Ilham Aliyev ha deliberatamente provocato una catastrofe umanitaria nel Nagorno-Karabakh. Dopo aver chiuso anche agli aiuti umanitari della Croce rossa internazionale l’unica strada che collega i 120 mila armeni dell’Artsakh al mondo esterno il 15 giugno, ieri per la prima volta Baku aveva permesso il passaggio di alcuni tir carichi di farina e medicine.
Da mesi Baku prepara l’invasione
Dopo aver cercato di trasformare l’Artsakh in un «campo di concentramento» e di prendere per fame gli armeni per convincerli ad abbandonare la loro terra, ora l’esercito azero ha iniziato a bombardare le città del Nagorno-Karabakh.
La mossa era stata ampiamente prevista dall’Armenia. Due settimane fa il primo ministro, Nikol Pashinyan, aveva denunciato a chiare lettere: «L’Azerbaigian ammassa truppe lungo la linea di contatto con il Nagorno-Karabakh e al confine con l’Armenia». La situazione politico-militare nella regione, aggiungeva, «sta seriamente peggiorando».
«Esplosioni dappertutto, i bambini piangono»
Secondo testimonianze raccolte dall’emittente CivilNetTv, «ci sono esplosioni dappertutto. Sentiamo il fuoco dell’artiglieria, esplosioni a catena, il rumore dei droni. Le donne e i bambini si rifugiano nei sotterranei piangendo».
Secondo Andranik Shirinyan, il rappresentante in Armenia di Freedom House, «l’Azerbaigian sta colpendo le infrastrutture delle telecomunicazioni dell’Artsakh per isolare completamente la popolazione».
Foto Ansa