Il doppio gioco azero sugli aiuti umanitari agli armeni del Nagorno-Karabakh
Ieri per la prima volta dal 15 giugno gli armeni del Nagorno-Karabakh sono tornati a ricevere aiuti umanitari. La Croce rossa internazionale e le forze russe di mantenimento della pace hanno trasportato in Artsakh circa 23 tonnellate di farina di produzione armena attraverso il Corridoio di Lachin, che l’Azerbaigian ha bloccato il 12 dicembre scorso. Allo stesso tempo, beni sanitari e per l’igiene personale di produzione svizzera e russa sono arrivati attraverso la città di Aghdam, controllata dall’Azerbaigian. Nelle prossime ore, nuovi aiuti dovrebbero arrivare da Rostov.
L’Azerbaigian ricatta gli armeni
Le autorità del Nagorno-Karabakh hanno dovuto accettare il ricatto del regime di Ilham Aliyev per impedire che la catastrofe umanitaria, che ha già fatto diverse vittime, si trasformasse in un genocidio. L’Azerbaigian, infatti, dopo aver provocato artificialmente la crisi che ha reso impossibile la vita ai 120 mila armeni residenti in Artsakh, ha proposto di far passare gli aiuti da Aghdam tenendo chiuso il Corridoio di Lachin.
Non si tratta di una proposta innocua o neutrale: il Corridoio di Lachin è l’unica strada che collega gli armeni del Nagorno-Karabakh all’Armenia. L’obiettivo degli azeri è di bloccare completamente quella via per aprirne un’altra che passa dai territori conquistati dall’Azerbaigian nella guerra del 2020.
In questo modo Baku potrebbe allentare o rinfocolare la crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh a piacimento, tenendo gli armeni sotto scacco e sotto costante ricatto. Le autorità dell’Artsakh hanno sempre cercato di resistere all’invio di aiuti attraverso la città di Aghdam ma, presi per fame, hanno dovuto cedere dopo aver ottenuto però la consegna di aiuti anche attraverso il Corridoio di Lachin.
Il Corridoio di Lachin va riaperto
L’accordo raggiunto il 12 settembre, e che si è concretizzato ieri con l’arrivo dei primi aiuti, è senza dubbio una notizia positiva per la popolazione del Nagorno-Karabakh, ormai allo stremo.
Il compromesso non risolve però il problema di fondo: il Corridoio di Lachin deve essere riaperto e il transito di beni e persone da e verso l’Armenia ripristinato. Solo il ripristino della giustizia e dello stato di diritto potranno infatti evitare un nuovo conflitto tra Armenia e Azerbaigian.
Foto Ansa
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