
L’Azerbaigian bombarda l’Armenia (sfruttando la debolezza di Mosca)

Armenia e Azerbaigian hanno raggiunto ieri un cessate il fuoco grazie all’intervento diplomatico della Russia. La situazione al confine tra i territori dell’Artsakh invasi dall’Azerbaigian nel 2020 e l’Armenia è tornata stabile verso l’alba dopo ore di angoscia e paura in cui l’esercito di Baku ha attaccato e bombardato numerosi villaggi, uccidendo almeno 49 soldati armeni.
Le bombe turche contro l’Armenia
L’attacco nella direzione di Goris, Sotk e Jermuk è iniziato martedì, cinque minuti dopo la mezzanotte. Anche altri villaggi sono stati colpiti dall’artiglieria azera e dai droni turchi Bayraktar Tb2 che Ankara ha messo a disposizione di Baku per sopraffare gli armeni.
A due ore dall’attacco, il primo ministro armeno Nikol Pashynian si è intrattenuto al telefono con il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente russo Vladimir Putin e il segretario di Stato americano, Anthony Blinken. Tutti hanno giudicato «l’aggressione» del regime azero «inaccettabile».
I combattimenti sono proseguiti fino all’alba, poi è stato raggiunto un cessate il fuoco.
Cosa vuole l’Azerbaigian
L’attacco non è casuale e molti osservatori nei giorni scorsi avevano lanciato l’allarme temendo un’offensiva dell’Azerbaigian. Tre giorni fa, infatti, degli aerei cargo turchi erano atterrati a Baku per consegnare armi. All’inizio di settembre, molti villaggi armeni sono finiti sotto il fuoco azero, anche se per breve tempo. Il 10 settembre il ministro della Difesa azero, Zakir Hasanov, ha pubblicato un vergognoso comunicato lamentando inesistenti provocazioni da parte armena e invitando l’esercito a tenersi pronto.
L’obiettivo del dittatore Ilham Aliyev è chiaro: terrorizzare i villaggi armeni che si trovano tra i territori dell’Artsakh invasi nel 2020 e la Repubblica autonoma di Nakhichevan (exclave azera a ovest dell’Armenia) per spaventare la popolazione, spingerla ad andarsene e poi occuparli per creare un corridoio che colleghi così i due territori in mano all’Azerbaigian.
L’Armenia paga la debolezza della Russia
In agosto, l’esercito azero è riuscito a occupare il corridoio di Lachin, che permetteva di collegare l’Armenia con i territori del Nagorno Karabakh finiti sotto il controllo dell’Artsakh. Un nuovo corridoio è stato stabilito sotto la supervisione dei russi che unisce Goris e Stepanakert.
Non è un caso se Aliyev ha deciso di muoversi proprio in questo momento, riprendendo il suo progetto di occupazione militare di uno Stato sovrano e calpestando di nuovo il diritto internazionale e gli accordi del 2020. La Russia, infatti, è distratta e indebolita dalla guerra in Ucraina e Baku vuole approfittarne. Anche per questo motivo, il cessate il fuoco raggiunto ieri appare tutt’altro che definitivo.
Foto Ansa
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