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«Per la prima volta in vita mia, a più di 90 anni, ho letto fino alle 2 del mattino […] È un capolavoro di riferimenti». Così Birthe Bringsted Lejeune sulla straordinaria biografia scritta da Aude Dugast (postulatrice della causa di canonizzazione del marito), finalmente tradotta in italiano da Cantagalli con il titolo Jérôme Lejeune - La libertà dello scienziato.
In un’opera costatale undici anni di lavoro – oltre che la consultazione di migliaia di archivi e il dialogo a cuore aperto con i familiari del pioniere delle genetica moderna – Dugast (qui intervistata da Tempi) invita a riscoprire Lejeune in tutta la sua sovrabbondante umanità. Quella del ricercatore rigoroso e “a tutto campo” (fu lui a far franare la datazione al carbonio-14 che voleva la Sindone di fattura medioevale); quella del marito premuroso («Il tuo Jérôme che ti ama» era la conclusione di ogni lettera alla moglie); quella del padre sempre presente (splendide le pagine...
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