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La preghiera del mattino

Lo spazio per la transizione verso “due popoli, due stati” c’è ancora

Di Lodovico Festa
24 Ottobre 2023
Il ruolo di Nazioni Unite e paesi arabi per uscire dal conflitto Israele-Hamas e l'importanza di Giorgia Meloni in Medio Oriente per Joe Biden. E poi lo scontro magistratura-politica e la manovra che piace. Rassegna ragionata dal web
Meloni Netanyahu Israele
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni con il premier israeliano Benjamin Netanyahu a Tel Aviv (foto Ansa)

Su Atlantico quotidiano Musso scrive: «Le alternative presentate da Foreign Affairs sono due: (I) la prima è una gestione temporanea diretta delle Nazioni Unite, che si concluda con la riconsegna alla Autorità Nazionale Palestinese (ANP). L’autorevole rivista, però, ammette che “sarà difficile convincere Israele, dove la sfiducia nei confronti dell’Onu è profonda” e “si tratterebbe di un’impresa enorme per l’Onu, la cui capacità istituzionale è già messa a dura prova, gravata da una burocrazia rigida e complicata”. Perciò offre una seconda alternativa: una gestione temporanea indiretta delle Nazioni Unite. Un gruppo di contatto (Israele, Egitto, Giordania, Arabia Saudita, Ue, Onu e ANP) che venga autorizzato dall’Onu a “organizzare un’amministrazione transitoria per Gaza”. In altri termini, un mandato. In entrambe le alternative – scrive Foreign Affairs – gli Arabi amici ricchi ci metterebbero i soldi, in particolare l’Arabia Saudita: “non solo ha i fondi per fare la differen...

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