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In principio l’uomo creò Joy

Di Caterina Giojelli
22 Novembre 2024
In uscita oggi su Netflix il film che celebra la storia della prima bambina nata in vitro. Dopo cinquant'anni siamo agli embrioni selezionati in base al QI, figli nati da padri morti, donne che partoriscono le proprie sorelle. «È il delirio d’onnipotenza di chi si sente Dio». Intervista a Claudio Risé
Il film Joy
Una scena di Joy, film che racconta la storia della prima persona nata da fecondazione in vitro, su Netflix dal 22 novembre

Le startup ci sono (Genomic Prediction, Heliospect Genomic…), evocano Gattaca già dal nome e come un film distopico promettono un mondo abitato da una classe umana superiore “geneticamente potenziata” e una inferiore concepita naturalmente. Solo che non è un film: stando ai video registrati sotto copertura e recapitati al Guardian, più di una dozzina di coppie sottoposte a fecondazione in vitro è già stata aiutata dall’americana Heliospect a selezionare embrioni con un boost di QI, «oltre 6 punti in più» rispetto a un figlio fatto alla vecchia maniera. Embrioni già passati al setaccio dagli screening per le malattie genetiche, sesso, altezza, rischio di obesità e patologie mentali.

Le previsioni sono state realizzate grazie a software, prelievi di dna, algoritmi e l’accesso – formalmente a scopo di ricerca sulle disabilità cognitive – alla Uk Biobank, un archivio di materiale genetico fornito da mezzo milione di volontari britannici che pensavano di contribuire alla lotta contro il...

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