In Europa occorre essere credibili per non passare dalla parte del torto (appunto)

Di Pier Giacomo Ghirardini
01 Febbraio 2016
Ha ragione chi chiede non solo più flessibilità, ma che sia archiviato il Fiscal compact. Ma Renzi ce li ha i numeri per permettersi di tenere la posizione?

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«My country, right or wrong»: la frase, destinata a diventare lo stereotipo del richiamo patriottico nell’ora del pericolo, fu coniata dal commodoro Stephen Decatur della marina americana. Gilbert Keith Chesterton chiosava però: «“La mia patria, a torto o a ragione” è una cosa che nessun patriota dovrebbe pensare di dire, eccetto in casi disperati. È come dire “Mia madre, sbronza o sobria”».

Le minacce della Commissione europea e gli attacchi speculativi ci hanno fatto tornare all’agosto del 2011. E coloro che hanno spedito questo avvertimento a Renzi e a 60 e passa milioni di italiani, arrivando a lamentare «la mancanza di interlocutori su dossier delicati», sono andati a botta sicura.

[pubblicita_articolo]Fra parentesi: nessuna solidarietà da parte di nessun paese a guida socialista, posto che il nostro è arrivato a sbeffeggiare persino i laburisti inglesi e ha giocato fino all’altro giorno a fare il “cocco della maestra” con la Merkel. E il Ppe, il partito della maestra, gli ha fatto dire da qualcuno che si comporta come il sindaco di una cittadina. I toni si accheteranno, per salvare le apparenze, ma c’è solo un’incollatura dal pubblico sputtanamento, come ai tempi dei sorrisini fra Merkel e Sarkozy.

Non è stata una cosa che possa venire minimizzata. Renzi può continuare ad ammannire, a noi e all’Unione Europea, la supercazzola che l’abolizione del Senato o titaniche riforme, quali quella per sderenare i vigili che timbrano in mutande (ah povero Brunetta, che ingratitudine!), rimetteranno in moto la crescita, porteranno la piena occupazione e ridurranno il rapporto debito/Pil. Noi possiamo anche abolire la Camera dei deputati e le assemblee di condominio. Ma Bruxelles, a cui peraltro non interessa né la crescita né il lavoro, esige solo il rispetto del Patto di bilancio europeo. Un rispetto che consegnerà l’Italia e i Paesi del Sud Europa a una terza (esiziale) recessione. In questo ha tutta la ragione del mondo chi chiede non solo più flessibilità, ma che il Fiscal compact venga archiviato. Tout court.

Ma occorre credibilità politica per non passare dalla parte del torto: l’Italia di Renzi non è credibile, Renzi non è credibile, piaccia o meno alla soffocante polizia del pensiero dei “giornaloni” pro-Pd dei peggiori padroni del vapore di sempre. In Europa – è la notizia – ci mandano ora a dire che gli hanno già preso la misura e la prossima volta tocca a lui – e, purtroppo, a noi. Per scampare all’ecatombe dell’austerity europea e all’ennesima probabile deriva italiana, ci vorrà però ben altro che “stringersi a corte” attorno al premier. Certo, potremmo essere costretti a farlo. Ma, come Chesterton, siamo in grado di apprezzare la differenza fra una madre sbronza o sobria.

Foto Ansa

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