Imprenditori contro la crisi: «Incentivi fiscali e meno tasse ai lavoratori»

Di Chiara Sirianni
18 Settembre 2011
Manovra e crisi rischiano di mettere in ginocchio anche i grandi imprenditori, che chiedono più aiuti alla politica. Luigi Nespoli: «Meno tasse ai lavoratori, creando così più consumi, e incentivi fiscali alle società che hanno risultati economici e sociali notevoli per utili». Per Cantine Rauscedo ci vuole una classe politica in grado di dare stabilità. Il presidente di Estrima chiede un piano economico serio

Prosegue il viaggio tra gli imprenditori italiani che si apprestano a far fronte a un anno particolarmente difficile. Manovra, tagli, crisi economica: anche i grandi gruppi soffrono la crisi, e soprattutto vorrebbero dalla politica aiuti maggiori.

Luigi Nespoli è presidente di un’azienda leader nel mercato europeo degli attrezzi e accessori per la pittura: una politica di espansione permette a Nespoli Group di continuare ad aumentare il fatturato. Ciononostante, non si può fare a meno di osservare un clima non certo sereno: «Le continue notizie economiche negative hanno creato apprensione e insicurezza nel mercato. Le scelte vengono rimandate, gli acquisti ridotti al minimo, gli investimenti non indispensabili diluiti nel tempo». Cosa chiedere, dunque, alle istituzioni? «Di creare i presupposti per ricominciare a produrre ricchezza. Solo con un’industria che produce, innovando in continuazione, creando prodotti concorrenziali in tutto il mondo ridaremo all’Italia un posto nelle prime potenze economiche del mondo». Come? «Andrebbe creato un sistema che faccia pagare meno tasse ai lavoratori, creando così più consumi, dare incentivi fiscali alle società che hanno risultati economici e sociali notevoli per utili, innovazione e creazione di nuovi posti di lavoro. 
Un ottimo incentivo per le società sarebbe anche il pagamento dell’Iva effettivamente incassata, la riduzione dei tempi di pagamento (come per esempio in Francia) e la velocità nella soluzioni di contese legali».



Cantina Rauscedo è una cooperativa nata nel 1951, quando un centinaio di viticoltori sentono la necessità di fare sistema con l’obiettivo di produrre vino di qualità: attualmente si posiziona al secondo posto come produttore di vini in Friuli, chiude il bilancio con un aumento del 15% rispetto al 2009-2010. «Ripartiamo con uno spirito imprenditoriale coraggioso ma impaurito dai numerosi aggiustamenti subiti dalla manovra finanziaria» racconta Michele Leon, responsabile marketing. «Abbiamo bisogno di una classe politica che ci garantisca stabilità. Chiediamo serietà, competenza e professionalità, oltre che un dialogo costruttivo finalizzato ad attuare le riforme necessarie al paese».

Anche secondo Matteo Maestri, presidente di Estrima (che produce e commercializza Birò, il veicolo elettrico più immatricolato in Italia) questo autunno richiede la consapevolezza di essere di fronte a un momento di profondo mutamento dell’economia: «Come imprenditori abbiamo il dovere di adattare velocemente le strategie aziendali a dei modelli di business mutati. Delle due aziende che rappresento quella storica della mia famiglia è stata molto segnata dalla crisi, ma abbiamo lavorato per cambiarne sia organizzazione che target». Nonostante questo, il giudizio sulla manovra rimane negativo: «Tutti noi saremmo ben disposti a pagare più tasse se fossimo sicuri che servono per seguire un piano economico che dia risultati certi, invece ci sentiamo inermi davanti a delle proposte arrangiate da politici che sembrano degli studenti universitari che studiano nei corridoi mezz’ora prima dell’esame».

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