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Il tormento di Michelangelo sotto la volta del Giudizio

Di Fabrice Hadjadj
27 Aprile 2025
Volete un Giudizio Universale nella sala del Conclave? Ebbene, ve lo sbatterò in faccia e quando sarete qui per eleggere il nuovo successore di Pietro, tremerete dal terrore!
Il Giudizio Universale di Michelangelo nella Cappella Sistina
Foto Depositphotos

La pittura, questa banalità, no, proprio non gli piace. In gioventù non aveva forse lasciato l’atelier del Ghirlandaio per seguire un allievo di Donatello? «Vengo da una terra di scultori e tagliapietre. Ho bevuto la polvere di marmo assieme al latte della mia nutrice». Perché applicare il colore a un muro? Meglio scolpirlo per ricavarne un volto. Come un’ostetrica, come Socrate, non aggiungere, ma sottrarre, far nascere il bambino dalla materia più dura. Improvvisamente la pietra partorisce l’idea che contiene. Improvvisamente, l’artista anticipa la resurrezione, traendo dalla lastra del sepolcro una forma che pulsa come la carne.
Ricorda le parole del profeta Abacuc: «La pietra grida dalla parete e la trave risponde dall’armatura di legno». Ricorda le parole di Cristo: «Io vi dico che, se costoro taceranno, grideranno le pietre».
Almeno le pietre sono innocenti. Non sono tormentate come il suo cuore. Non sono brutte come il suo viso, con quel naso rotto dal pugno di Pietro Torrigiano...

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