«Abbiamo apprezzato l’incontro che il ministro ha voluto riservarci dopo la visita nel carcere e le parole di elogio che per i poliziotti e gli operatori penitenziari tutti. Da parte nostra abbiamo chiesto segnali concreti al ministro della Giustizia Paola Severino». Sono le parole di Roberto Martinelli, segretario generale del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), dopo l’incontro avvenuto tra una delegazione del sindacato e il ministro della Giustizia che ha visitato il carcere genovese di Marassi. «Abbiamo spiegato come sia duro e difficile lavorare in strutture sovraffollate e surriscaldate dove un detenuto su quattro è tossicodipendente. Per questo ci aspettiamo incrementi di organico dei reparti della polizia penitenziaria e un potenziamento delle misure alternative al carcere, con un più consistente impiego di detenuti con pene minori e di minor allarme sociale in lavori di pubblica utilità».
Anche il Si.Di.Pe (sindacato che raccoglie il maggior numero dei dirigenti penitenziari di diritto pubblico), per voce del segretario nazionale Rosario Tortorella, ha inviato una lettera al ministro in cui si dettaglia la «situazione emergenziale delle carceri» e si esprime «forte preoccupazione» per i tagli ventilati dal Governo. «I dirigenti penitenziari Le chiedono di voler intervenire perché la situazione non consente davvero altre riduzioni di risorse umane». Occorre «gestire meglio l’esistente, senza depauperarlo ulteriormente». Se il sistema finora ha retto, nonostante tutto, è grazie all’impegno di chi nelle carceri ci lavora «affrontando enormi difficoltà a costo di sacrifici personali e familiari. Con l’obiettivo di coniugare sicurezza e trattamento, rigore e rispetto della persona umana, per cercare di restituire uomini migliori a una società troppo spesso distratta, che al carcere delega l’impossibile e del quale finisce con il fare la discarica dei problemi sociali che non vuole o non sa affrontare». Per questo Torterella fa un appello al Ministro, auspicando «che il personale penitenziario sia escluso dalle annunciate riduzioni. Il Si.Pi.Pe confida in un Suo autorevole intervento in tal senso, per un carcere che resti effettivo presidio di legalità, di sicurezza e di rieducazione. Così come deve auspicare un Paese civile e democratico».