Il principe Carlo d’Inghilterra è «profondamente preoccupato per la sorte dei cristiani in Medio Oriente». In una cerimonia di benvenuto ai cristiani del Medio Oriente, ha ricordato «le false accuse e la persecuzione organizzata contro i cristiani».
«NON DIMENTICHIAMOLI». Il successore designato alla corona inglese ha anche aggiunto che «non possiamo ignorare il fatto che i cristiani del Medio Oriente sono sempre più attaccati di proposito da militanti fondamentalisti islamici. Noi non dobbiamo dimenticare i nostri fratelli e sorelle in Cristo del Medio Oriente, dove il cristianesimo è nato». Ma non c’è bisogno di guardare alla Siria per vedere la minaccia del fondamentalismo islamico, che nel Regno Unito è di casa.
SHARIA A LONDRA. Come riporta un articolo di Avvenire, in uno dei quartieri più “trendy” di Londra, Brick Lane, la settimana scorsa gruppi di estremisti islamici hanno distribuito ai passanti e ai negozianti questi volantini: «Smettete di vendere e consumare alcol o rischiate quaranta frustate». Interpretazione perfetta della sharia, la legge islamica che vieta appunto la consumazione di alcol, così come il fumo, che però non dovrebbe essere di casa in Inghilterra.
«VENDERE ALCOL È PROIBITO». Invece il gruppo, guidato da Anjem Chouday, «ex leader del movimento islamico al-Muhajiroun che in Gran Bretagna è stato bandito dalla legge anti-terrorismo per il suo estremismo», ha distribuito centinaia di lettere di intimidazione. «I negozi di questa zona sono per la maggior parte gestiti da musulmani e sanno che vendere alcol è proibito. Vogliamo che la vendita e il consumo dell’alcol sia bandito non solo qui ma anche nel resto del Regno Unito», ha detto Choudary.
In Inghilterra ci sono due milioni e 700 mila musulmani e molti seguono la legge islamica applicata a tutti gli effetti nelle oltre 85 corti della sharia inglesi. In questi tribunali islamici, come rivelato nel maggio scorso dalla Bbc, vengono approvati «poligamia, mutilazioni genitali, ripudio della moglie, prevenzione dei matrimoni misti e accettazione delle violenze domestiche».